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Guarin: ”Che onore la fascia, con Mancini giochiamo piu’ offensivi, CR7 il mio idolo, Falcao lo vorrei qui”

Creato il 05 dicembre 2014 da Alex80

Guarin: ”Che onore la fascia, con Mancini giochiamo piu’ offensivi, CR7 il mio idolo, Falcao lo vorrei qui”

Guarin: ”Che onore la fascia, con Mancini giochiamo piu’ offensivi, CR7 il mio idolo, Falcao lo vorrei qui”

Fredy Guarin e’ stato ospite ad Inter Channel nella trasmissione ‘Inter Nos’ ed ha parlato tra le varie cose del suo ruolo ideale, del ritorno di Stankovic e Stramaccioni a San Siro, cominciando dall’uso di Twitter:

Sull’uso di Twitter?

“Ogni tanto mi capita di parlare con i tifosi su Twitter, soprattutto quelli in Colombia. Ci sono giorni che mi dedico a questo”.

Che opinione hai su Nagatomo?

“Bravo ragazzo, è un mio amico e come giocatore è importante, può fare sempre di più. Come persona è un compagno eccezionale, è sempre allegro, mai visto triste. In un gruppo serve sempre essere positivi”.

Cosa si prova a indossare la fascia da capitano?

“Sensazione sempre di tanto orgoglio, l’ho detto dal primo giorno che sono qui che sono orgoglioso e dopo tre anni la fascia è importante per la mia carriera e per la mia vita, ho realizzato un sogno. Sono tanto felice, per me è una motivazione in più. Dopo tante buone squadre sono arrivato all’Inter, un livello più alto, e deve raggiungere un livello top”.

Come esulterai dopo il gol all’Udinese?

“Non preparo mai festeggiamenti, dipende dal momento. Sicuramente ci sarà tanta passione”.

Chi è il tuo giocatore preferito?

“Cristiano Ronaldo, lo conosco anche fuori dal campo ed è da sempre tra i miei preferiti, è una macchina, lo ammiro”.

Cosa pensi di un ritorno di Lavezzi all’Inter (gli viene mostrata una sua vecchia foto con poster del Pocho in vista)?

“Meglio in squadra che a casa (ride, ndr)”.

Domenica dobbiamo vincere.

“Sarà difficile, rivedrò Stramaccioni e Stankovic, sarà bello. Poi c’è anche Muriel”.

Perché non convinci Falcao a venire all’Inter?

“Fosse per me lo porterei subito. Ha avuto infortuni, adesso sta recuperando”.

Segui altri sport? Quali?

“Ogni tanto vedo il football americano, magari un giorno ci andrò a giocare in America. Squadre preferite? Nessuna”.

Che ricordi hai di Stramaccioni?

“Il gol contro il Napoli, lo schema. In settimana ci eravamo allenati tanto con Antonio, che mi chiedeva dove mettere il pallone. Poi in partita l’ha messa bene la prima volta”.

Domenica ci saranno applausi per Stramaccioni e Deki.

“Sicuramente, per noi che siamo qui oggi loro sono stati importanti, e per i tifosi sarà emozionante”.

Qual è il tuo ruolo ideale?

“L’interno, ho sempre giocato lì, anche se all’Inter ho fatto altri ruoli. Ma la mia posizione e interno, destro o sinistro”.

Chi era il tuo calciatore preferito da bambino? Il ricordo più bello con la nazionale?

“Da bambino c’era Vieira, poi Ivan Cordoba, un fenomeno. Il Mondiale è stata l’esperienza più bella. Peccato non aver vinto contro il Brasile, ma abbiamo sentito grande orgoglio, ci ha dato forza mentale per capire che potevamo fare cose importanti”.

Chi è il giocatore più forte della Serie A?

“Ce ne sono tanti, direi Tevez probabilmente. Sta facendo la differenza. Poi anche Pjanic”.

Chi è il colombiano più forte e con quale compagno dell’Inter ti trovi meglio?

“James (Rodriguez, ndr), poi Falcao che però sta giocando poco. Poi Adrian Ramos del Borussia. Il compagno? Un paio, Kovacic (che lo guarda da fuori le inquadrature, ndr) e Juan”.

Il tuo obiettivo con la maglia dell’Inter?

“Giocare la Champions e vincere il campionato”.

Se vinciamo l’EL ti fai i capelli nerazzurri?

“Può essere. Ma nessuna promessa”.

Cos’è cambiato dall’arrivo di Mancini?

“Cerchiamo di essere una squadra molto offensiva, è cambiato il modulo visto che giochiamo a quattro”.

Com’era il tuo rapporto con la scuola? Materia preferita?

“Non era buono, non ascoltavo. Ma mi piaceva la matematica”.

E’ stato difficile adattarsi al calcio italiano? Dove chiederesti la carriera?

“Sono arrivato in un momento difficile per l’Inter, ma Ivan mi ha aiutato. Non penso a dove finirò la carriera, mi piace l’America, il loro sistema di vita”.

Come hai vissuto l’esperienza in Francia?

“Bene, è stata dura perché arrivavo dall’Argentina. Sentivo tanto il freddo, poi la città era piccola e non c’era nulla da fare. Per la gente contava solo il calcio la domenica. Per me un’esperienza positiva, mi ha aiutato per il prosieguo della carriera”.

Cosa ti manca per rendere al meglio?

“Devo cercare di fare più gol, ma penso che mi mancherà sempre qualcosa. Si deve lavorare e capire che si può fare sempre qualcosa di importante in ogni partita. Bisogna sempre cercare di migliorarsi”.

Qual è il tuo sogno?

“Ne ho tanti, ma sono tutti nel calcio. Nella vita che la mia famiglia stia sempre bene”.

Hai scelto il numero 13, perché?

“E’ il numero fortunato, diciamo in Sudamerica. A mio padre poi piaceva, giocava con questo numero. L’ho preso da quando avevo 16 anni”.

Quale gol con l’Inter ti è piaciuto di più?

“Contro il Bologna e il Torino, la cilena“.

Qual è stata la tua miglior partita all’Inter?

“I miei 30 minuti contro la Juventus, ma anche contro il Milan quando abbiamo vinto col tacco di Palacio”.

Che musica ascolti prima di giocare?

“Reggaeton, piace un po’ a tutti. Ognuno mette qualcosa di suo. Yuto? Balla e sente tutto”.

Cosa significa il tuo ultimo tatuaggio?

“E’ una B, che indica il nostro gruppo famigliare, bochi, come ci chiamava un cugino che è morto”.

Con quale grande giocatore dell’Inter del passato avresti giocato insieme?

“Con Vieira e con il Fenomeno“.

Chi è l’avversario più pericoloso dell’Udinese?

“Di Natale, un grande attaccante”.

Diventare una bandiera è una caratteristica del grande giocatore?

“Sì, poi lui gioca e fa giocare, fa la differenza”.

Qual è il tuo piatto preferito italiano?

“Il risotto alla milanese. Io cucinare? No, anche se di fame non morirei”.

Che opinione hai del calcio colombiano?

“Sta migliorando tanto, l’Atletico Nacional è in finale di Copa Sudamericana. Penso che il Mondiale abbia dato una mano, ha dato un appeal importante al nostro calcio”.


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