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Guerra all'editore: ne vale davvero la pena?

Da Isahale
Una delle ultime frontiere della sempre più aspra critica dei book blogger verso gli editori è quella rappresentata dalla domanda: "perché non concludete tutte le serie che mettete sul mercato?". Dopo averne sentito parlare, e tra il fatto che ricevo costantemente commenti dove mi viene chiesto di inviare romanzi (anche inediti) ai vari lettori (cosa illegale) e le critiche di questi ultimi verso l'editoria, non ho potuto che decidere di venire a dire la mia perché, in tutta sincerità, ho come l'impressione che molte persone critichino senza parlare.

Il blogger medio (non tutti, per fortuna), a qualsiasi domanda sull'editoria nostrana, risponde automaticamente, "perché l'editore è cattivo". Ma lo è? L'editore è davvero cattivo? La mia risposta è no.
Guerra all'editore: ne vale davvero la pena? Mettiamoci nei panni di una casa editrice che opera in Italia. Questa ha dei costi da sostenere che vanno dalla carta, la stampa, l'inchiostro e i diritti fino agli affitti più svariati, salari dei dipendenti, paga l'autore, le royalties, i traduttori, paga quello, questo e quello, non dimenticarti le salate imposte dello Stato italiano e aggiungici l'IVA (per gli ebook l'IVA arriva anche a 20% contro i 3% del formato cartaceo - da qui spiegato i prezzi esorbitanti degli ebook). Poi ti ritrovi davanti una bella copia di quel romanzo che hai selezionato tra centinaia di libri stranieri o italiani (di qualsiasi genere), e dopo aver sborsato un certo tot per produrlo decidi di metterlo sul mercato a un certo prezzo - prezzo che potrebbe crearti profitto se e solo se le vendite supereranno una certa quantità (cosa che non sempre succede) e che potrebbe spezzare le gambe dell'editore se la scelta che ha fatto, la scommessa nel pubblicare quel dato libro non darà i frutti sperati. L'editore, insomma, è alla continua ricerca del libro che farà il boom e gli permetterà di ripagarsi diversi costi e di pubblicare libri che, altrimenti, non potrebbe mettere sul mercato.

Partiamo dal presupposto che grazie alle operazioni ingegnose di alcuni editori *coff coff* Newton Compton *coff coff*, il prezzo dei vari libri è dovuto calare durante una situazione in cui l'editoria era già messa male. Ciò è partito quando la Compton ha iniziato a vendere romanzi di qualità scadente (vi sfido a dirmi che le loro traduzioni siano ben fatte, che la carta sia di qualità eccellente, etc) ai famosi 9,99 euro, costringendo tutti gli editori ad abbassare a loro volta il prezzo per conformarsi e impedire che la Newton ottenesse il monopolio del mercato editoriale. Aggiungeteci le vendite sempre più scarse in qualsiasi settore, i problemi vari che l'editoria affronta... Da questo ne consegue che la caccia al boom letterario è divenuta sempre più serrata, quindi: Caccia al boom letterario sempre più insistente -> Più libri di qualità scadente o "libri scommessa", quei romanzi che all'estero vanno bene ma in Italia sono pur sempre un'incognita -> Meno cura nei dettagli e ricerca della copia che replichi il successo di qualcuno (es. il boom di pubblicazioni inutili post 50 Sfumature) -> Possibilità che inizi una serie qualsiasi e, in seguito alle vendite scadenti, non venga continuata. L'obiettivo della casa editrice è, per come la vedo io, da un lato guadagnare (non è un'azienda non profit: le interessano i soldi, la moneta, i dindin), dall'altro, se c'è la passione, pubblicare libri che possano alimentare la letteratura italiana. È bene però sottolineare come non sempre i libri di qualità siano apprezzati e amati così tanto da portare profitto in un'azienda, e proprio per questo vi riporto, per curiosità, il grafico della teoria della Coda Lunga (The Long Tail), presentatoci l'anno scorso in facoltà da una direttrice Garzanti (incontro illuminante per molti versi, credetemi):

Guerra all'editore: ne vale davvero la pena?

Ancora più curioso è la stessa teoria apportata ai prodotti Amazon, categoria Musica:
Guerra all'editore: ne vale davvero la pena?

In breve, la Teoria della Coda Lunga mi ha fatto capire la necessità di avere prodotti di grande popolarità per il bene di quelli di nicchia. Guardate un po' Britney Spears: è la 50 Sfumature della Musica (con un po' più di talento, a mio avviso), e la sua popolarità (quindi le sue vendite) è decisamente più elevata che quella dei The Selecter. Da qui è semplice vedere come l'esistenza di alcuni prodotti incredibilmente scadenti (almeno nella letteratura, trovo che le Sfumature e altri siano da buttare) sia l'unico modo per sostenerne altri, che altrimenti non arriverebbero da noi. Britney Spears, le Sfumature e co sono l'unico salvagente che tiene a galla romanzi di spessore che magari voi non comprate, ma in libreria potreste trovare grazie proprio all'esistenza di roba schifosamente commerciale, ma utile.

A proposito ricordo ai lettori che non siamo l'America, la nostra popolazione non è così grande da permettersi di poter essere chissà quanto variegata. La gente che compra il nuovo CD di Lady Gaga è molta di più che chi acquista un CD dei The Selecter, e se le vendite non ci sono, l'editore o la casa discografica eviterà semplicemente di investire, di scommettere su quello scrittore, cantante o gruppo. Eviterà, insomma, di continuare una serie, di pubblicare altri libri di un certo autore "scommessa"... eviterà di farvi contenti.
Aggiungeteci poi il fatto che molti furbetti invece di acquistare musica e libri, li scarichino entrambi illegalmente.
Se vi scaricate online un romanzo, poi non venite a lamentarvi perché l'editore non ne pubblicherà il seguito: siete stati voi, tra i tanti, a sabotare la possibilità di quella serie di continuare. Inutile incolpare le case editrici. Loro non vi nascondono niente: non sono in Italia per portare gioia e benedizione alla popolazione. Ci sono per guadagnare. La verità non vi piace? Vi sembra che sia ingiusto, che sia la base su cui si fonda una società malsana, che la cultura dovrebbe venire prima di tutto?
Andate a fare i filosofi altrove, perché il mondo in questo momento non gira così. L'autore, il traduttore, l'editore stesso... non si pagano il pane con la vostra bellissima filosofia. Se voi non comprate, loro non pubblicano, e di certo non si smuovono per pietà! Se la Rizzoli ha ora annunciato la pubblicazione del quinto romanzo dell'Accademia dei Vampiri non è di certo stato perché ha finalmente deciso di concedere la grazia ai lettori. È stato perché verrà pubblicato in concomitanza con il film del primo libro, e si stima quindi che la vendita porterà qualcosa in più in redazione.
Smettetela di criticare, insomma, di muovere guerre contro editori che, se le cose non cambieranno, non vi concederanno benedizioni.
Iniziate ad acquistare i libri, a far la guerra contro quelle persone che non lo fanno, piuttosto che verso le case editrici. Puntate il dito verso la pirateria digitale, cercate in qualche modo di dare un contributo, nel vostro piccolo, a un mondo che ne ha davvero bisogno. Vi piace un libro ma non ne pubblicheranno il seguito? Vorreste un'edizione meno scadente? Spargete la voce! Fate acquistare il prodotto da nuovi lettori, e magari le cose inizieranno a cambiare. Non si può continuare una guerra stupida e priva di fondamenti quando a combatterla sono le stesse persone che sabotano il mondo dell'editoria giorno per giorno.
Siate voi a iniziare il cambiamento, non mettete il peso sulle spalle di chi non ha alcun interesse a rischiare per voi.

Guerra all'editore: ne vale davvero la pena?

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