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Habemus chi?

Creato il 14 marzo 2013 da Symbel

Papa Francesco ILa sera inizia come si era conclusa la tarda mattinata, con un obiettivo fisso puntato al comignolo sul tetto della Cappella Sistina. Si aspetta la fumata. Niente di più antimoderno, i segnali di fumo.
E così, siccome si è abituati a commentare le azioni degli eventi sportivi o lo stillicidio di risultati delle tornate elettorali, commentare guardando un tubo di rame sormontato da un cappuccio diventa difficile.
I commentatori si inventano di tutto, ricorrono al caro vecchio espediente di intervistare il popolo che affolla piazza san Pietro, le banalità si sprecano.
Corre loro persino in aiuto un pennuto che va a posarsi proprio lì, sul comignolo e giù a commentare e andare subito a cercare frasi tratte dal Gabbiano di Jonathan Livingston.
Poi arriva un altro gabbiano che scalza il precedente e giù a cercare simbolismi anche su questo gesto.
Il resto poi l’hanno visto tutti, ed è una fiumana di commenti sul nuovo Papa venuti dopo lo tsunami di retroscena e complottismi vari sul collegio dei cardinali.
Anche il nome Francesco è stato da subito accostato alla figura del fraticello di Assisi. Sul primo canale della Rai sono andati immediatamente ad invitare un cappuccino televisivo e a ripescare dalle teche Rai spezzoni di film sul santo che scosse la Chiesa. E se non fosse quel Francesco quello a cui si è ispirato il cardinal Bergoglio per scegliere il suo nome da papa? E se fosse Francesco Saverio? Certo almeno la metà delle trasmissioni e dei commenti di ieri andrebbero in fumo e sarebbe una fumata nera.
E’ il circo dell’informazione, si dirà, ed è vero. Le leggi dei mass media richiedono l’intervista in piazza, il commento dell’esperto e i filmati di repertorio, su questo mondo l’innovazione e il progresso sono ben lungi dall’arrivare.
Oggi sono arrivate anche la foto dei detrattori, quelle che sostengono la tesi di una collusione del cardinale argentino, quando era vescovo, con la dittatura e addirittura in amicizia con il sanguinario Videla. E sono arrivate anche quelle di coloro che vorrebbero “il metodo Grillo” applicato alla chiesa e che fantasticano sulla faccia bonaria e dicono, dopo nemmeno un minuto che ha aperto bocca: “questo Papa mi piace”.
Tutto normale, nessuno si meraviglia, è il bello degli eventi storici ai quali non si è mai troppo preparati.
Vorrei riservare però un pensiero affettuoso a tutti coloro che hanno fatto di tutto, ma proprio di tutto, per sforzarsi di parlare d’altro.
Attenzione, non di coloro che hanno fatto silenzio o hanno criticato eccessivo interesse, perché non si è obbligati a condividere le emozioni o a giudicarle positive, ma a coloro che hanno tentato di fare controprogrammazione o a far finta che nulla stesse succedendo.
A coloro che mentre milioni e milioni, forse miliardi di persone, avevano gli occhi fissi su quella finestra che si affaccia in piazza san Pietro, aspettando di conoscere il nome del nuovo pontefice e vedere il suo volto e sentire la sua voce, discutevano ad esempio dell’inciucio tra PD e PDL, o si arrabbiavano per la proposta di Amato come presidente del Consiglio, o scrivevano in modo compulsivo sul proprio blog di dichiarazioni di Giovanardi.
L’elezione di un papa è storia, far finta che non sia successo nulla con simpatico snobismo delle volte mette ancora più in evidenza l’interesse per l’avvenimento, se ci fosse un auditel su queste cose lo considererei comunque un punto di share a favore.



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