Magazine Società

Ho tanta sete, datemi un bicchiere d’acqua

Creato il 23 ottobre 2012 da Speradisole

HO TANTA SETE, DATEMI UN BICCHIERE D’ACQUA

HO TANTA SETE, DATEMI UN BICCHIERE D’ACQUA
«Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare». Le parole di Albert Einstein sono ritornate in mente a un medico di 39 anni, Erminio Longhini, durante una visita al Policlinico di Milano.

Era un calda giornata estiva del 1975 e da un letto giungeva un flebile lamento: «Ho tanta sete, datemi un bicchiere d’acqua». Indifferenti alla richiesta gli infermieri. Anche l’inserviente che stava pulendo il pavimento. Quando Longhini chiese a quest’ultima perché non provvedesse alla supplica, si sentì rispondere: «Non tocca a me.»

Quella sera stessa il medico, che era primario dell’Ospedale di Sesto San Giovanni, turbato da quella risposta, ne parlò con un gruppo di amici. E concluse con determinazione: «Tocca a noi!» Tutti furono subito d’accordo. Nacque così, in quel momento, l’Avo: l’Associazione di volontariato ospedaliero, oggi presente in Italia con 30 mila volontari e 246 gruppi che operano in 500 ospedali.

Ogni anno, il 24 ottobre, festeggiano la loro giornata nazionale.  Quest’anno a Firenze. Sul manifesto, sotto un bicchiere d’acqua sovrastato da un microfono, c’è scritto «Scelte di vita».

In ospedale i pazienti patiscono una drammatica solitudine. È importante fermarsi accanto a loro, stringere una mano, ascoltare confidenze, timori e preoccupazioni, dedicando loro un po’ del nostro cuore e un po’ del nostro tempo, per consolarli e soprattutto per ascoltarli.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine