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Horror Street: Intervista con Lisa Mannetti

Creato il 17 aprile 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Horror Street: Intervista con Lisa Mannetti
Intervista con Lisa Mannetti
[Alessandro Manzetti] Debutti nel mondo dell’horror con The Gentling Box, vincitore del Bram Stoker Award 2008 come miglior romanzo d’esordio. Ambienti la storia nel diciannovesimo secolo in Ungheria e Romania, trasportando il lettore all’interno della cultura gitana. Il soprannaturale è fortemente presente nel romanzo, lo spirito della maga Anyeta, uno dei tuoi personaggi, si aggira continuamente tra le pagine. Magia nera, fantasmi, ricca documentazione storica su lontane e diverse tradizioni, pathos. Cosa ti ha portato a scegliere di raccontare la cultura gitana? Hai esperienze dirette? Ho sentito dire che sai interpretare i tarocchi
[Lisa Mannetti] Da bambina avevo una grande paura di essere abbandonata o portata via dalla mia famiglia. Tutto iniziò quando ero in ospedale per un'infezione all'orecchio e mio fratello piangeva perché aveva paura che avrei perso il Natale. Successivamente vidi uno speciale sull’Olocausto in tv e la notte sognai di andare in visita da mia zia; sulle scale sentii il rumore di stivali nazisti, cercai subito di nascondermi, terrorizzata di essere trovata e portata via. Nello stesso momento, mia madre mi disse che degli zingari vivevano in una casa nella nostra città e io non avrei mai dovuto passare da quelle parti. Credevo che mia madre usasse il termine zingari come un eufemismo per descrivere i ladri o le prostitute; in ogni caso conoscevo già il classico stereotipo secondo il quale gli zingari rapiscono i bambini. Anche se mia madre mi vestì diverse volte da zingara per Halloween (in particolare una volta al liceo come la zingara S. Sara) io avevo ancora paura di essere rapita o abbandonata. Ma nello stesso tempo la cultura zingara mi affascinava, ed è per questo che ho scelto di scrivere The Gentling Box. Sì, è vero, leggo i Tarocchi. Quando avevo 16 anni il mio migliore amico mi regalò per il compleanno un mazzo di Tarocchi Rider Waite. Le immagini mi terrorizzavano. La precisione delle carte mi spaventava ancora di più, così ho buttato via tutto. Anni dopo, quando stavo facendo delle ricerche per The Gentling Box, ho pensato di includere una scena con i Tarocchi, così ho imparato di nuovo a leggere le carte (ho preso anche alcune lezioni). Non ho mai usato i Tarocchi nel libro, ma sono diventati un hobby molto interessante, o una capacità, se preferisci definirla così.

[AM] Hai scritto molti racconti, pubblicati in magazines e varie antologie. Qual è il racconto a cui sei più legata? Puoi raccontarci la storia di un breve racconto ancora inedito?
[LM] Sono due i racconti che preferisco. Uno si chiama Everybody Wins (in These Guns for Hire) che è stato trasformato in un cortometraggio dal titolo Bye-Bye Sally (diretto da Paul Leyden e interpretato dal brillante Malin Ackerman). Mi piace l’umorismo nero di questo racconto. L’altro è Spy Glass Hill, che è appena uscito nell’antologia Fear of the Dark: sono molto attratta da questa storia, in qualche modo si muove ancora dentro di me e ho intenzione di trasformarla in futuro in un romanzo breve. Le immagini di questo racconto mi perseguitano ancora, nascono da un sogno che ho fatto, molto inquietante ma meraviglioso. Sì, sto lavorando a una nuova storia proprio in questo momento, ambientata in una scuola abbandonata a Millbrook New York. Racconta di una ragazza che è stato gravemente ferita, con il seno destro amputato per un incidente. Lei diventa oggetto di falsi pettegolezzi e si trova nell'impossibilità di far fronte ai tradimenti che è costretta a vivere. La storia si apre con lei che è sul punto di suicidarsi. Spero che il lettore riuscirà ad avvertire il pathos e il suo dolore.
Horror Street: Intervista con Lisa Mannetti
[AM] Il tuo cognome tradisce origini italiane, e così? Hai mai pensato di ambientare una delle tue storie in Italia?
[LM] Sì è vero, ho origini italiane. Mio padre è nato a Guardia Lombardi. Tutti e quattro i miei nonni sono nati in Italia. Ho cugini a Napoli e Campobasso, ma anche a Firenze e Roma. Con l'idea di scrivere qualcosa, ho vissuto a Venezia da sola per quattro mesi in un appartamento che ho affittato nel sestiere di Castello, di certo non durante la stagione turistica (fatta eccezione per il Carnevale). Non solo ho amato la città, ma anche le persone che vivevano e lavoravano in quel quartiere. E 'stata una esperienza fantastica, mi è piaciuto tanto andare in giro per comprare carne, pesce, verdure, ho cucinato molto, ho scritto un sacco e la mia famiglia e alcuni amici sono venuti a trovarmi. Come in tutta Italia, si è circondati dalla bellezza delle opere dei maestri scultori, pittori, si trova l'arte nelle pietre e nelle stesse strade. Spero di vivere ancora lì un giorno. Sì, ho ambientato alcune storie in Italia, ho scritto un libro intitolato The Lamia (non ancora pubblicato) ambientato a Firenze e Roma. Ho scritto anche un breve racconto (anche questo ancora inedito) chiamato Castello 985 ambientato a Venezia durante il Carnevale.
leggi Castello 985 sul blog di Lisa Mannetti   (appena pubblicato per i lettori del Posto Nero)
[AM] Recentemente (2010) hai pubblicato Deathwatch, che raccoglie due novelle, Dissolution, finalista all’ edizione in corso del Bram Stoker Award (long Fiction) e Sheila Na Gig. Entrambe le storie sono inquietanti e grottesche, hanno in comune la proprietà di trasmettere immagini di forte erotismo insieme a brividi di terrore che scuotono la schiena e la psiche del lettore. Cos’altro hanno in comune le due novelle di Deathwatch?  Quali sono i temi dominanti che hai scelto di raccontare?
[LM] Non vorrei dire troppo perché alla fine c'è una sorpresa per il lettore, ma le due novelle hanno sicuramente molto in comune. Entrambe riguardano il soprannaturale (sono racconti horror, dopo tutto) ma per me l'elemento tematico più importante che le accomuna è l’intricata dissezione di un'infanzia spezzata. Questi personaggi, e coloro che li circondano, sono immersi nel dolore. Nel primo lavoro, Dissolution, Stuart Granville è un aspirante studente di medicina che è stato mandato via per problemi di alcolismo, crede di andare a nord di Hyde Park New York per fare da insegnante a due gemelle. Invece scopre che le bambine, Abby e Eleanor, non solo non sono mai state a scuola, che sono gemelle siamesi e loro padre, un ambizioso medico, vuole separarle chirurgicamente, approfittando della competenza e della vulnerabilità  di Stuart, ma anche delle forze soprannaturali presenti nella casa. In Sheila Na Gig, Tom Smith è su una nave in terza classe con destinazione New York dalla natia Irlanda, dopo aver abbandonato i vincoli imposti dalla sua famiglia, superato la perdita del primo amore, aggirato le astuzie e le conoscenza occulte di sua nonna, cerca di salvare Delia, la sua giovane sorella mentalmente disabile, dalla stregoneria e dagli abusi sessuali. I protagonisti delle due storie, Tom e Stuart, sono embrambi simpatici, intelligenti, emotivi e dotati di capacità pratiche, devono lottare con matriarche che possiedono poteri misteriosi e che si ostinano a cercare la distruzione; forse, annientamento è la parola migliore per definire i loro obiettivi.

 [AM] Quale è il posto che ti spaventa di più nella città in cui vivi? Come cambiano le tue emozioni il giorno e la notte?
[LM] Questa è una bella domanda, non ci ho mai pensato consapevolmente, grazie per avermi dato la possibilità di rimuginarci sopra. Ho certamente avuto paura nella città in cui vivo ora, così come a New York quando ci abitavo... si tratta di paure che hanno a che fare soprattutto con gli intrusi. Una volta, quando vivevo a Manhattan, mentre portavo tra le braccia un enorme busta di generi alimentari qualcuno mi ha seguita quasi fino alla porta di casa, ero molto nervosa. Un'altra volta circa 15 anni fa, in una città vicino a dove ho vissuto (Poughkeepsie, NY) mi trovai in a scuola post-laurea a New Paltz per incontrare due compagni di classe per un progetto di gruppo. La zona era molto sicura, per tutta la settimana durante la quale avremmo dovuto incontrarci ho continuato a sentire una voce che gridava nella mia testa, metti le sicure agli sportelli dell’auto! La cosa veramente strana è che in genere blocco sempre gli sportelli, ma per qualche ragione continuai a dimenticarlo per tutta la settimana ogni volta che andavo a quella scuola. Uno degli studenti, e un’altra ragazza, Cynthia,  non vennero alla riunione programmata il venerdì sera, così decisi di andare a cena con loro e discutere il progetto. Prima di allontanarmi dall’ auto per entrare nel ristorante, sentii di nuovo un urlo nella mia testa. la chiusura centralizzata!  Anche se io pensavo di aver chiuso tutte e quattro le portiere della macchina, scoprii con sorpresa che non erano state bloccate. Eravamo in un quartiere sicuro, cenammo in un ristorante molto carino vicino Vassar College. Ognuno di noi bevve giusto un bicchiere di vino per accompagnare la cena. Eppure, quando cercai di ripartire con l'auto, impiegai molto tempo per sistemare lo specchietto retrovisore, la cintura di sicurezza, tirare fuori l’auto dal parcheggio. Cynthia era parcheggiata alla fine della strada e se n'era già andata. La strada era deserta. Improvvisamente un ragazzo che camminava sul marciapiede dietro alcuni alberi, finse di cadere davanti alla mia auto. Mi fermai. Nel secondo che esitai lui alzò la testa, non stava scherzando e non era nemmeno uno studente di college ubriaco. Aveva circa 35 anni. Improvvisamente non solo apparse più che sobrio, ma anche molto agile. In un secondo, saltò in piedi cercando di aprire lo sportello lato passeggero della mia auto, e poi anche quello dietro. Poi ha cercò di aprire la porta posteriore dal lato del conducente e alla fine provò a tirare la maniglia della mia porta. A quel punto scappai via.
Ricevo spesso messaggi psichici, li sento. Scrivo allo stesso modo, sento quello che sta per accadere (e poi lo vedo). In realtà credo che angeli o guide mi proteggano, mi avvertano. L’evento che vi ho raccontato è stato spaventoso come l'inferno. Anche se in qualche occasione qui mi sento nervosa (nella casa dove sono cresciuta), soprattutto quando devo andare giù in cantina o in soffitta di notte, sento che mia madre, che è morta, mi protegge comunque. Questo è un sollievo. Mia madre era veramente una persona amorevole e brillante, avverto spesso la sua presenza in questa casa. Stranamente però la notte mi mette a disagio, sono stato una nottambula da quando ero una bambina. In parte è una risposta alla paura del buio (che durò fino a quando diventai quasi adulta), ho cominciato a rimanere sveglia fino a tardi e a leggere. Penso che di notte le mie emozioni sono più vicine alla superficie. Posso distintamente ricordare quando da bambina osservando la sagoma dei rami dell'albero di olmo dalla finestra della mia camera, immaginavo di vedere in una donna legata ad un sedia che andava a fuoco. Ho avuto molti incubi notturni. I miei genitori stavano per portarmi da uno psichiatra (soprattutto perché li facevo rimanere svegli fino a tarda notte e entrambi lavoravano), poi quando avevo otto anni ho scritto la storia di una ragazza che immaginava dei vampiri che venivano a prenderla di notte nel letto; alla fine della storia lei capisce che è solo sua madre china su di lei, che il bacio della buonanotte non è il presagio di uno degli scagnozzi di Dracula, ma solo una protezione per i brutti sogni. Mia madre lesse quella storia, da quel giorno smise di venire a darmi un bacio ogni notte, interrompendo quel replay di Dracula e i brutti sogni. Quando ero più grande, mia madre mostrò un vero senso dell'umorismo, un paio di volte quando sono andata in camera mia per mettermi a dormire ho scoperto che lei aveva messo dell'aglio sul mio cuscino. Ci abbiamo riso sopra. Lei adorava la mia fantasia ma voleva farmi capire che potevo scrivere i miei timori, vincere le paure, anziché cedervi
Horror Street: Intervista con Lisa Mannetti
[AM] Torniamo ai racconti, sul numero 10 di Shroud Magazine (2010) hai pubblicato 1925: A Fall River Halloween, anche questo lavoro è risultato finalista alla edizione in corso del Bram Stoker Award (Short Fiction). Dal titolo ci sembra di capire che ci porterai ancora indietro nel tempo, attraverso la tua gotica immaginazione. Raccontaci come nasce questo racconto e se è questa la forma narrativa che preferisci
[LM] Sono stata un grande esperta di Lizzie Borden (che nel 1892 trucidò i genitori a colpi di scure ndr) da quando ero al college. Quando la scorsa estate Kevin Lucia mi ha chiesto di scrivere una storia per il numero di Halloween di Shroud Magazine ho iniziato a pensare di nuovo a Lizzie. (di solito ogni estate vado a visitare con i miei amici la casa del delitto dopo la Writers Northeastern Conference, posso dirvi che è davvero infestata.) Avevo già scritto su Lizzie, sia fiction che non fiction, ma questa volta ho voluto concentrarmi su un periodo diverso della sua vita, quando era una donna anziana e viveva nella casa che comprò in French Street, a Fall River in Massachusetts. La storia è incentrata su una giovane ragazza di nome Delia Borden. Come Lizzie anche lei è cresciuta nella parte meno desiderabile della città e si è trasferita nella zona preferita, conosciuta come The Hill. Proprio come Lizzie Borden anche lei è una reietta. (Lizzie Borden era stata assolta dagli omicidi della sua matrigna e di suo padre, ma era evitata dalla società locale.) Lei e Lizzie diventano amiche. Ma Delia si sente tradita .... e poi accade qualcosa ....(non voglio rovinare la storia.) Mi piace scrivere racconti brevi, mi piace anche scrivere romanzi, in un certo senso non ho una vera e propria preferenza, perché ogni storia esige la propria lunghezza per essere raccontata. Ci sono momenti in cui l’idea di un romanzo diventa un racconto, oppure una racconto potrebbe pretendere più profondità e trasformarsi in un romanzo. Ogni lavoro ha il proprio destino, io cerco di assecondarlo
[AM] So che stai scrivendo un nuovo romanzo, The Everest Haunting, la storia di una donna che tenta una scalata che si rivelerà piena di sorprese, una esperienza tra il paranormale e il soprannaturale. Perché hai scelto uno scenario così particolare? Puoi farci vivere l’atmosfera del romanzo attraverso poche righe?
[LM] Mi sono avvicinata all’alpinismo leggendo Into Thin Air di Jonathan Krakauer Dopo quell’ esperienza ho letto tutto quello su cui sono riuscita a mettere le mani, intendo dire proprio tutto. Questo tipo di storie, scritte da alcuni eccellenti autori, riescono a estendere la gamma del terrore e del coraggio. Ho almeno 60 libri sul mio scaffale di ricerca, e altrettanti DVD. Ho cominciato a pensare alla mia paura del freddo, delle altezze e di come può essere terrificante una esperienza di alpinismo: le cadute, i crolli, l’ipotermia. Mia madre era un infermiera di sala operatoria, quando era molto giovane, poi riprese a studiare fino a diventare direttore sanitario. Mi parlò spesso delle sue esperienze dirette, per cui mi affascina ogni cosa della medicina. Ho sentito sulla mia pelle il dolore e l'euforia che uno come Maurice Herzog ha sperimentato nella scalata dell'Annapurna, così ossessionato da quella montagna da soccombere al terribile congelamento, e la sua è solo una delle storie. Alcuni alpinisti sul Denali in Alaska sono rimasti nascosti in una grotta di neve per giorni, con il vento gelido, la temperatura di -148 gradi. Oh mio dio ... leggi questa roba e la mente vacilla. Si parla di spirito umano, di amore per il pericolo, di perseverare attraverso la pura e semplice volontà. Ho anche studiato la cultura Sherpa e, ironia della sorte, mio fratello adesso è al campo base dell'Everest. Vorrei esserci anche io. Dovevo andarci a qualche anno fa, ma mi è stato sconsigliato a causa della situazione politica del momento
leggi on line un estratto in esclusiva di The Everest Haunting
Horror Street: Intervista con Lisa Mannetti
[AM] E ora, le due domande classiche di Horror Street:
In questa rubrica cerchiamo di comprendere i nuovi scenari della letteratura horror, attraverso l’esperienza diretta degli autori. Quali sono le nuove tendenze dell’horror? Puoi segnalarci nuovi autori che stanno portando avanti progetti originali?
[LM] Il genere zombie sembra molto popolare ora, uno dei miei autori preferiti, Joe McKinney, ha scritto un nuovo libro chiamato  Flesh Eaters. Un altro scrittore che rispetto molto, John Skipp, ha scritto e diretto Rose, the Zombie Puppet Musical. Robert Dunbar, uno dei migliori scrittori che ci sono in giro, a mio parere un tesoro nazionale, ha scritto un nuovo libro chiamato Willy che ha ricevuto molte favolose recensioni e merita sicuramente attenzione. Corrine De Winter, che ha vinto il Bram Stoker Award per la poesia, ha scritto un incredibile graphic novel, Dark Stars,  per Shadowfall Pubblications, curata da Glenn Chadbourne, che ha realizzato illustrazioni per Stephen King; il progetto è davvero sorprendente. Consiglio anche tutto ciò che viene fuori da Peter Straub o Joe Hill. Jeremy Shipp è un altro scrittore vero e originale. Altri autori da tenere d'occhio sono Lisa Morton, Gary Braunbeck, Tom Piccirilli, Lucy Snyder, Monica O'Rourke e Robin Spriggs
[AM] Lasciamo immaginare al lettore di percorrere una strada oscura e solitaria per tornare a casa, e di dover girare l’angolo. Cosa (o chi) incontrerà?
[LM] Edifici grigi, non del tutto realistici, non del tutto fantastici, surreali e sognanti come quelli dei vecchi film espressionisti tedeschi, poggiano vicini su blocchi oscuri. Sulla tua destra, si vede la grotta nera e densa di un arco. Ora vai più vicino. Niente di cui preoccuparsi: alcuni punk hanno disegnato sulle pietre antiche una bocca aperta con i denti ingialliti. Giri a sinistra, per fortuna o per superstizione, passi davanti ai negozi chiusi. Qualunque cosa essi vendano, scarpe alte, graziose perle, dispositivi elettronici all'avanguardia o barattoli allungati colmi di profumi o di dolci, in qualche modo le luci soffuse e quelle forme vacillanti ti fanno pensare al contenuto di un caleidoscopio consumato, alle rocce che si sgretolano sotto un mare verde oliva. È solo il suono dei tuoi tacchi sulle pietre antiche del marciapiede che ti fa pensare che qualcuno ti sta seguendo? Metti una mano in tasca per sentire le forme familiari del tuo telefono cellulare. Nemmeno dieci minuti fa hai salutato Miranda con un bacio fuori del bar. Ciao cara, a domani. Ti fermi, pensi che potresti chiamarla se è necessario, ma sembra ridicolo, davvero. Per un attimo avverti un senso di sollievo, perché la strada sembra tranquilla, ma tu continui a tenere le dita sul telefono cellulare. Prima che tu faccia un passo in avanti, quel cupo e solitario rumore di furtivi stivali si interrompe. Davanti, un lampione di ferro piegato di dieci gradi, sormontato da un pinnacolo svolazzante, spreme un cono di luce gialla. Questo è il tuo rifugio. Conti i passi. Uno, due, tre. Dieci ancora,anche meno,  e sarai all’angolo dove devi girare e poi, per amor di Dio, solo altri 100 passi per arrivare alla tua porta di casa. Naturalmente non c'è nulla di cui preoccuparsi, ma è meglio essere prudenti; la mano destra scende nella tasca per afferrare le chiavi amiche, tenerle tra le dita in modo da poter entrare in casa con la massima sicurezza, senza perdere un solo secondo in più. Un passo dietro l’altro, ancora. Ora, sotto la luce dei lampioni, sei consapevole dei suoni più ordinari: qualcuno sbatte una finestra chiusa, un fascio di giornali del mattino colpisce il marciapiede, un gatto scorrazza nelle vicinanze. Tiri un bel respiro di sollievo. Giri l'angolo, una vecchia cieca con il viso e le braccia coperte di croste, le mani sotto gli stracci grigi, chiede l'elemosina annuendo con la testa. Nulla da temere. Le lanci una moneta per buona fortuna. Farà buon karma. Ora, indifferente a ciò che sta borbottando la donna, dimentichi finalmente lo stalker immaginario, guardi in alto per vedere le luci che hai lasciato accese sul foyer ore fa, che scintillano per darti il benvenuto. Ma proprio in quell'istante, mentre la tua mente è concentrata sulla stanza calda e il comodo letto, una vecchia mano screziata dalle unghie taglienti ti afferra per la gamba dei pantaloni ... è proprio in quel momento che capisci che stai per cadere nei tuoi peggiori incubi
Grazie a Lisa per essere stata ospite del Posto Nero, averci regalato tante esclusive sul suo lavoro e un originale short che ha chiuso con un brivido questa intervista.
Horror Street: Intervista con Lisa Mannetti
Profilo dell'autrice
Lisa Mannetti.  Il suo romanzo d'esordio, The Gentling Box, ha vinto il Bram Stoker Award.  E' anche autrice di 51 Fiendish Ways to Leave your Lover, e di numerosi articoli e racconti pubblicati su giornali, magazines e antologie. Tra i suoi lavori più recenti: Resurgam in Dead Set: A Zombie Anthology; Condemned in Legends of the Mountain State 4; 1925: A Fall River Halloween in Shroud Magazine (finalista all'edizione in corso del Bram Stoker Award), Spy Glass Hill  in Fear of the Dark Anthology. Dal suo racconto Everybody Wins è stato realizzato un cortometraggio diretto da Paul Leyden con Malin Ackerman, dal titolo Bye-Bye Sally. Il suo ultimo lavoro (2010) è Deathwatch, che contiene due novelle, Dissolution, finalista alla edizione in corso del BRam Stoker Award (Long Fiction) e Sheila Na Gig. Lisa Mannetti sta ora lavorando al suo nuovo romanzo The Everest Haunting. Lisa Mannetti Web Site
 
Horror Street: Intervista con Lisa Mannetti
Leggi l'intervista in lingua originale
(intervista a cura di Alessandro Manzetti)

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