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How to participate?

Creato il 28 ottobre 2012 da Theartship

Tre grandi combattono tra di loro per coinvolgere il pubblico

 

How to participate?
C.S. Federico Zukerfeld e Loreto Garín Guzmán, fondatori del collettivo argentino Etcetera sono approdati il 9 ottobre a Bologna, all’interno dello spazio Nosadelladue residence, per partecipare al Premio Internazionale di arte partecipativa, promosso dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, curato da Julia Draganović e Claudia Löffelholzin, in collaborazione con LaRete Art Projects e La Pillola.

Il gruppo sfiderà gli altri due finalisti, l’italiano Emilio Fantin e l’americano Jon Rubin, per un montepremi di trentamila euro e un progetto artistico in Emilia sul concetto di partecipazione, di coinvolgimento sociale e di abbattimento della barriera tra artista e pubblico.

Nonostante background diversi, i tre finalisti condividono l’idea di arte partecipativa, intesa come strumento per dare forma alle idee e progetti che propongono. L’esperienza artistica diventa, quindi, mezzo per trasformare o rinnovare i punti di vista dei partecipanti, per mettere in luce fratture e buchi neri della società, innescando un meccanismo che crea un senso di comunità, di coscienza comune e di azione programmata. Sia Rubin sia Fantin intervengono nel sociale in modo naturale giocando con i doppi sensi e creando nuove piattaforme di scambio.

The Waffle Shop: A Reality Show di Jon Rubin ne è un esempio. Questo spazio creato a Pittsburgh opera come ristorante, vetrina, aula e sede di un talk show dal vivo che vede come protagonisti gli stessi clienti, camerieri e baristi del locale. Rubin sfrutta la mutabilità dei ruoli e la libertà di parola e di azione per creare un’istallazione pubblica costituita da una serie di performance, realizzate da individui che partecipano come collettività e che rinuncia alla propria identità per creare una storia comune. Nel progetto Never Been to Tehran l’artista americano crea un lavoro creativo in gruppo, in cui ognuno carica in rete le figure di una Tehran inventata realizzando un archivio di questa “città immaginaria”. Anche Fantin usa strategie similari coinvolgendo persone di ambienti diversi per realizzare un’azione comune. Nell’ambito dei progetti Percorsi Arte e Natura, Fantin realizza opere collettive per la ricerca di nuovi linguaggi, per analizzare il rapporto tra arte e natura, o il rapporto tra sogno e realtà: in Arstale invita i partecipanti a condividere lo spazio non definibile del sonno e del sogno, creando zone di scambio e d’incontro.

Sia Rubin sia Fantin, in un momento della loro carriera hanno scelto la didattica come punto di partenza e target delle loro azioni. Rubin, in particolare ha fondato ISA The Indipendent School of Art, una scuola gratuita e sperimentale a San Francisco, che non riceve alcun tipo di finanziamento esterno e senza una sede fisica, che opera grazie al lavoro realizzato dagli stessi allievi e dai partecipanti. La scuola ha come obiettivo lo sviluppo e il consolidamento del metodo e della pratica degli studenti, ponendo l’accento sugli aspetti sociali e culturali delle ricerche personali: creare una comunità di “creatori di opere e di pensiero” che lavorino e sperimentino in comune per generare cultura pubblica.

Fantin, invece ha posto le basi per Dynamica (in concorso a Bologna), una scuola ibrida che vuole superare le soglie della conoscenza e dei pregiudizi, tramite l’insegnamento di materie di vario genere, dall’entomologia alla fisica, per creare lavori condivisi.

How to participate?
Gli Etcetera, invece, propongono un punto di vista totalmente diverso frutto del loro bagaglio personale e culturale. Il collettivo è sempre stato coinvolto nel tema dell’appropriazione e dell’azione sullo spazio pubblico fin dal 1997, anno di nascita del collettivo, fino ad oggi. Attivi socialmente e politicamente sin dai primi anni, gli Etcetera hanno collaborato con associazioni come H.I.J.O.S (Figli per l’Identità e la Giustizia, contro l’Oblio e il Silenzio) e MADRES, nella lotta per i diritti dei “desaparecidos”. Intervenendo sulla città in modo trasversale e contundente (accanto agli Escraches) mostravano le abitazioni dei personaggi coinvolti nelle sparizioni e nelle torture durante la dittatura militare in Argentina. Una sorta di happening poggiato su una manifestazione pubblica che convogliava una grande massa di persone in un luogo della città, dove gli Etcetera, attraverso una performance teatrale (camouflage dell’azione reale) rivelavano l’identità e il nome del colpevole, generando una sorta di catarsi generale, un lavoro in collettivo di una comunità unita da un obiettivo e da un sentimento comune.

Nel 2001, a fronte della crisi economica in Argentina, realizzano El mierdazo con l’appoggio delle assemblee locali: un’azione politica che diventa un evento nazionale e internazionale, tramite il quale la gente lanciava escrementi al congresso nazionale.

Durante la loro permanenza a Bologna, gli argentini hanno analizzato la situazione locale per comprendere l’ambiente in cui opereranno, focalizzandosi sui fenomeni che coinvolgono la comunità, sui temi sociali e sull’andamento di dinamiche già innescate, intervenendo su esse, e contemporaneamente provando a innescare un’azione comune di costruzione culturale. Gli Etcetera mettono in discussione il concetto di partecipazione, ormai quasi scomparso nel sistema di rappresentanza democratica, con l’obiettivo di lavorare in collettivo in Emilia Romagna e generare dei vincoli con la comunità, resa partecipativa e partecipata.

Sfruttando le caratteristiche dell’ambiente in cui opereranno, mantenendo integre le peculiarità del luogo e interpretando i codici visuali e performativi che esistono già in città, svilupperanno un progetto d’intervento che coinvolgerà il pubblico in generale e non solo una determinata comunità;

attraverso la filosofia dell’errorismo e per rompere l’idea di segmentazione sociale, genereranno un grado di inflessione, un senso di collettività che permetterà di recuperare un sogno collettivo.

Il contributo di Rubin, di Fantin e degli Etcetera è un punto di partenza per generare una relazione complessa che dia vita a nuclei di azione, non solo in prospettiva locale ma anche mondiale.

A febbraio per sapere chi sarà il vincitore.

 


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