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Hunger Games di Suzanne Collins

Creato il 22 gennaio 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

Titolo: Hunger Games- I giochi della fame

Autore: Suzanne Collins

Serie: The Hunger Games

Edito da: Mondadori

Prezzo: 17,00 €

Uscita: Ottobre 2009

Genere: Fantascienza

Pagine: 369 p.

Suzanne Collins:

è una nota autrice statunitense di libri e spettacoli televisivi per bambini, Hunger Games è il primo romanzo che si scosta da questo genere. L’ispirazione per questo libro le è venuta dal mito del Labirinto del Minotauro, ma l’idea si è fatta strada nella sua mente mentre faceva zapping tra le immagini dei reality show e quelle della guerra vera. Oggi vive in Connecticut con la sua famiglia.

 

Trama:

 

Gli Hunger Games sono un reality show, i cui partecipanti vengono sorteggiati, due per ogni distretto, dai 12 di Panem e devono combattere all’interno di un’arena e solo l’ultimo sopravvissuto potrà tornare a casa. Istituiti da Capital City per festeggiare la vittoria nella Rivolta dei Distretti, durante la quale il Distretto 13 fu completamente distrutto, servono anche a ricordare ai loro sfruttati abitanti la supremazia della città e a soffocare ogni scintilla di ribellione. Quando, durante la mietitura, viene sorteggiata la sorellina per i 74° Hunger Games, Katniss non può far altro che offrirsi volontaria, anche se questo vuol dire morire. Insieme a lei viene sorteggiato un suo coetaneo, Peeta un ragazzo gentile e generoso che dichiara al mondo il suo amore per Katniss. Ma negli Hunger Games non ci sono amici, non ci sono sentimenti e non c’è morale, vige una sola regola: uccidere o morire.

 

Recensione:

 

Ambientato in un ipotetico futuro, il libro riprende a tratti l’Orwell di 1984 a tratti il mito greco del Minotauro di Creta. Anche qui, infatti, come faceva Atene con Creta,i distretti sottomessi a causa della sconfitta subita, devono pagare annualmente mandando dei tribuni per espiare la colpa di aver sfidato una così grande potenza. La vita nei distretti è rigidamente controllata dai Pacificatori che si assicurano che ognuno compia il lavoro a cui è destinato e che tutti rispettino le regole, pena la morte. Sconcertante è la descrizione degli abitanti di Capital City, gente privilegiata, dedita alle feste e alla mondanità, che aspetta con ansia gli Hunger Games che per loro sono davvero un evento, una festa nazionale, e che sembrano non rendersi conto che i giocatori sono ragazzini condannati a morire. L’unica cosa che gli interessa è lo spettacolo in se che sia esso fatto di scenografiche morti o di storie d’amicizia e di amore destinate al peggio. Con una maestria eccezionale, l’autrice descrive la situazione ormai crescente di “analfabetismo emozionale”in un mondo dove la vita umana viene usata per il successo di uno spettacolo televisivo, e dove le persone, troppo prese dalle immagini, non si accorgono delle realtà sociale e della tirannia politica in cui vivono. É il mondo dei media dove la gente vede solo ciò che “qualcuno” vuole che veda, e sa solo quello che “qualcuno” vuole che sappia, un mondo in cui non si governa solo la vita sociale ma anche i pensieri delle persone. Ma una realtà ben diversa è nei distretti, dove la popolazione sfruttata, impaurita e stanca non aspetta altro che un segno per dare il via alla rivoluzione e far scatenare la rabbia per i soprusi che è stata costretta a subire per ben 74 anni. Ed è ciò che la protagonista gli da quando inconsapevolmente decide, guidata dalle parole di Peeta, che non vuole essere solo una pedina del governo e che se anche dovrà morire lo farà conservando la sua dignità di essere umano. Hunger Games è un libro che fa riflettere che apre la mente a situazioni portate alle estreme conseguenze, di fenomeni sempre più presenti nel nostro mondo. Ma è anche un grido di speranza, la dimostrazione che una persona, anche se non vuole, può fare la differenza.

 

Katniss è una quindicenne cinica, costretta a crescere troppo in fretta dalle precarie condizioni in cui vive la gente del suo distretto e soprattutto dalla prematura morte del padre, che ha fatto cadere in depressione la madre rendendola incapace di prendersi cura della sua famiglia. Non crede nella giustizia e nei legami, è una sopravvissuta non solo perchè riesce ad andare avanti nonostante le difficoltà ma soprattutto perchè la sua vita le passa accanto senza che lei se ne accorga. Paradossalmente inizia a vivere nel momento in cui si offre come Tribuno per gli Hunger Games e finalmente capisce che non è sola come ha sempre pensato, quando poi Peeta dichiara in televisione ciò che prova per lei, si trova per la prima volta davanti all’amore.Cerca di negare in tutti modi queste emozioni, cerca di abbandonare tutto quello che pensa potrebbe esserle di ostacolo nel compiere la sua missione: uccidere. Ma l’amicizia non si prevede, l’amore non si ferma e inconsapevolmente Katniss inizia la sua personale lotta contro Capital City rifiutando di essere solo un automa e di rinunciare alla sua umanità per cedere alle trame di un gioco mortale e di una politica votata al controllo totale dei cittadini, che propone una visione dei distretti come allevamenti di animali utili al lavoro o al macello, e che acceca gli abitanti di Capital City con spettacoli ed eventi mondani che distolgono la loro attenzione dalla situazione sociale.


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