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I danni del leghista giuseppe leoni a capo dell’aeroclub d’italia, che all’inizio voleva abolirlo. commissariamenti, ispezioni e ritorsioni nella sue decisioni.

Creato il 18 agosto 2011 da Madyur

Da quando nel 2002 all’Aeroclub d’Italia si è insediato il leghista Giuseppe Leoni, esiste una flotta padana con nomi dei migliori esponenti del partito di Bossi. Anche il leader Bossi ne aveva. Ora sono rimasti I-Rmar ( in nome di Roberto Maroni), I-Cald ( Calderoli), l’I-Gtr ( Giulio Tremonti), compreso un I-Noel ( Leoni al contrario).

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Una pattuglia pagata dal dicastero di altero Matteoli. Ben 18 monoplani acquistati dall’Aeroclub grazie a un finanziamento ministeriale , per esser girati agli aeroclub della penisola. Al mensile Volare Leoni ha detto “Se ci sono piloti a cui non va bene ( il nome dei leghisti come matricola ndb), che vadano su altri aerei”. A marzo alcuni velivoli erano fermi perché nessuna struttura li voleva, preferendo gli ultraleggeri a causa del caro carburante.

Nel 1996 lo stesso senatore leghista, di Gallarate, aveva presentato un disegno di legge per abolire l’aeroclub d’Italia, giudicato ente inutile. Dovrebbe aver cambiato idea. Leoni è al comando dell’ente dal 2002, prima come commissario straordinario, poi come presidente eletto, poi di nuovo come commissario. L’Aeroclub è un ente di diritto pubblico a cui si associano club aviatori e associazioni di varie città. Una motorizzazione del volo, che tiene registri e dà brevetti trasformata nel feudo del senatore, nonostante esiste una norma che vieta ai politici di dirigere un ente pubblico.

A giugno sono scaduti i sei mesi del commissariamento, durante i quali doveva essere redatto un  nuovo statuto e eletto un nuovo consiglio federale. Il consiglio non c’è, lo statuto è pronto da marzo, ma Leoni non l’ha mai approvato. Appena si è saputo che Matteoli gli avrebbe rinnovato la carica per un altro semestre, i piloti hanno fatto partire una petizione on line chiedendo di non essere rinnovato: inutile il 18 luglio è stato riconfermato.

Leoni ha risposto alla petizione  con lettere e petizioni. L’ultima nei confronti di Giovanni Spreafico, il team captain della nazionale juniores di volo, reo di aver firmato la petizione, ed è stato esonerato dalla squadriglia azzurra degli alianti. Il parlamentare non è nuovo a questi exploit. Nel 2003 annunciò che la scuola nazionale di elicotteri sarebbe stata spostata da Lugo di Romagna a Milano. Lugo è il paese di Francesco Baracca, l’unico asso italiano conosciuto al mondo, un mito poco inferiore al Barone Rosso. Alla sollevazione popolare, il senatur mandò gli ispettori, scoprì, secondo lui, irregolarità e portò via gli elicotteri.

Spazzoli, presidente scuola elicotteri ricorse al commissariamento deciso da Leoni, e vinse. Così per gli anni gli eliccotteri restano fermi, inutilizzati e il personale licenziato. Alla fine i mezzi sono stati spostati a Sarzana ad arrugginire, mentre la Corte dei Cointi chiedeva il  motivo del spreco.  Spazzoli ricorda “Due gare per aggiudicarli andarono deserte, Leoni ci chiese di riprenderli dicendo è ora che Lugo mi tolga questo dito dal c…”. Ormai gli elicotteri sono ridotti male, i velivoli pagati 120 mila l’uno costerebbero 90 mila solo di manutenzione. E la scuola ha preferito comprarne di nuovi, a spese loro.

Nel 2003 Leoni ha commissariato l’aeroclub dell’Aquila. Il senatore nomina un commissario di fiducia, ma si mette male. L’amministratore non paga le rate del mutuo acceso con il Credito Sportivo per rinnovare la flotta e l’ente si riprende i monomotori ipotecati. Ben 20 aerei su 28 sono stati venduti. Nel 2006 il Comune toglie la gestione dell’aeroporto all’aeroclub. Serviranno i poliziotti antisommossa per sfrattarlo nel 2009, e ora il Comune pretende 3 milioni di arretrati per occupazione di suolo pubblico.


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