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I dejavu’: le origini 2

Da Maxdejavu

Allora carissimi, dove ci siamo lasciati???

Qualcuno nel post precedente ha commentato dicendo che Mammapappa doveva essere molto innamorata se poteva accettare quella situazione… altre mi avrebbero già sfanculato lasciato con parole di rancore! Probabilmente si.
Anto smadonnava come una quaglia alla quale rubano le uova, per tutta la serie di eventi catastrofici che hanno reso i nostri primi mesi d’amore una specia di dichiarazione allo sporco più tenace!

Armati di entusiamo ed euforia questo è il secondo resoconto:

Unabomber, la galleria del vento e l’incontro con Scoreggione!

A) Nei primi giorni di convivenza, Anto pensò bene di sedurmi con la cucina pugliese. Decise per l’occasione di cucinare un piatto tipico, ris-patat-e-ccozze con il forno a gas. Giusto per gradire, l’apertura era bloccata dalle schegge, migliaia di schegge, del vetro del forno che però appariva perfettamente integro. Inspiegabile ma vero.
Tra un Atto di dolore e un Ave Maria, Anto liberò il meccanismo e ripulì completamente l’interno.
Al momento di accenderlo però, ci accorgemmo che qualcosa non andava. Un fortissimo odore di gas invase la cucina. Io uscii subito a chiudere la bombola onde evitare ANCHE qualche deflagrazione. Chiamato Bruto la discussione suonò all’incirca così.
“Sig. Bruto, io sto per avere un attacco di nervi. Non ne gira una giusta in questa casa!”
“Come? Non si è mai lamentato nessuno. E’ tutto in ordine.”
“Ascolti, tra fuliggine, canne fumarie esplose, pulci, peli di gatto ora il forno perde gas!”
“Aspetti mi faccia controllare…”
“…”
“…”
“Bastardo”
“Chi?”
“Il precedente inquilino”
“Perchè?”
“Ha cercato di uccidermi!”
” ? “
” ? “
“Ha sabotato il forno per farmi saltare in aria la villa…”
” O.° “
” O.° “
“E’ un cagliaritano!”
“E quindi?!!!???” chiedo io un pò risentito.
“Sa come sono i cagliaritani?”
“No, io sono di Cagliari ma forse non lo so!”
“Bombaroli!”
“Bombaroli?”
“Lasci fare, potrebbe avermi sabotato qualcos’altro pur di vendicarsi!”
“Vendicarsi di cosa?”
“No niente, sciocchezze. Del resto qui andiamo tutti d’accordo…”
” O.° “
” O.° “
“Sistemato, spero che la permanenza rimanga sempre di vostro gradimento, scusatemi…”
” O.° “
” O.° “

Ovviamente decidemmo di non usare quel forno e qualche giorno dopo acquistammo un fornetto elettrico. Ris-patat-e-cozze poteva attendere.

B) Il freddo persistente e massiccio della Spelonca coi Dejavù sempre seduti attorno alla stufa in ghisa, come i primi coloni d’America attorno al fuoco, fece imprecare più e più volte Anto, la parte impulsiva della coppia. Durante una violenta bufera di vento gelido del Nord, ci accorgemmo con grande rammarico che il vento scuffiava da sotto le finestre. Il giorno dopo, approfittando della Pedicure quotidiana di Bruto nel cortile della villa, che come ricorderete doveva necessariamente avere una ricrescita della madonna, lo prese di petto e lo affrontò!
“Sig. Bruto”
“Dica Sig.ra… buongiorno” la saluta continuando a morigare le sue unghie callose.
“Qui si gela. Ci aveva tanto osannato la sua stufa in ghisa.. ma qui si muore di freddo!”
“Freddo? Ma dice davvero? Ma se nessuno si era mai lamentato. Nemmeno l’inquilino precedente…”
“Ma chi?? Quello che ha cercato di farle saltare in aria la Villa?”
“Si, proprio quello…”
“Alla luce di quanto accaduto, quella della bombola mi pare una evidente manifestazione di disappunto!”
“…”
“Comunque, passi la stufa che deve riscaldare 150 mq di casa di cui solo 60 sono open-space, ma le finestre?”
“Scusi, non la stavo ascoltando” continuando a combattere con la tronchesina le sue unghie.
“Dalle finestre, dicevo, passano una marea di spifferi… entra il freddo, la polvere… sono sollevate qualche centimetro da terra… non vorrei entrassero anche dei topolini di campagna.”
“Spifferi???”
“Si!”
“Sig.ra, ringrazi gli spifferi… menomale che ci sono!”
“…”
“Altrimenti avrebbe la casa piena di umidità!”
“Ma la casa E’ piena di umidità!”
“…”
“…”
“Si, ma ne avrebbe molta di più.”
” O.° “
“Sono fatte apposta così!”
” O.° “
“Vedrà che mi darà ragione. Mi scusi ma devo andare a dare da mangiare alle galline… con permesso” e si allontana con la sedia al seguito….
” O.° “

C) Vi apparirà strano, come del resto è apparso strano a noi ma Scoreggione, il figlio della Sig.ra Minù, la nostra vicina, appariva nella nostra vita nei momenti più intimi della giornata. Laddove intimo era anche semplicemente il risveglio di primo mattino!
Era una bella giornata di sole, nonostante il freddo gelido. Le nostre finestre erano appena state aperte per ricambiare l’aria umida dell’appartamento, tanto il vento scuffiava da sotto e quindi, perchè lasciarle chiuse. Il nostro balcone era contiguo a quello dei vicini, diviso solo da un muro alto poco più di un metro.

“Buuuuuuuuuuuuuuurp”
“Hai ruttato tu?”
“Io? sono accanto a te, mi hai sentito ruttare!”
“No… infatti… veniva da fuori…”
“SALUTE….” grido io
“Oh cazzo, mi hanno sentito…”
“Eh Eh, sempre figuracce, chiedi scusa” commenta la pivella giovinetta.
“Oh ragazzi scusate…” si affaccia “Oh cazzo non volevo.. scusate…”
“Che c’è”
“Stanno a letto”
” Buongiorno! “
” Buongiorno! “
Quello fu il primo incontro con Scoreggione!

TO BE CONTINUED…

Se vi stiamo annoiando… smettiamo qui… ma tanto lo sappiamo che siete un branco di piranciuli che vogliono sapere tutte le nostre disavventure perchè siete bastardi dentro e godete come degli armadilli!!!!! 

P.S. Tantissimi auguri a Sfolli e Mr Husband per la loro piccola Gaia! Evviva! Benvenuta!


Filed under: Follia collettiva

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