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I dieci finti intellettuali italiani più ridicoli - decima posizione

Creato il 18 maggio 2011 da Sulromanzo

vittorio sgarbiOggi rivelerò il primo nome, il decimo della classifica. Un personaggio che ho tanto amato, quanto detestato col passare del tempo, anche se l’amore durò per poco.

Correva l’anno 1992, frequentavo il liceo, e, ancora scevro di strumenti per analizzare con un minimo di serietà ciò che mi circondava, oltre a essere quel che si definirebbe “un ragazzo ribelle”, iniziai a guardare una trasmissione su Canale 5, nella quale un signore, vestito di tutto punto, spaziava da un argomento all’altro, dalla cultura alla politica all’aneddotica, con un piglio appassionato, senza peli sulla lingua. In qualche modo mi sentivo rappresentato da comportamenti simili, eccetto per le volgarità più o meno palesi che erano di solito urlate. Urlava. Tanto era disquisire su Michelangelo con tranquillità, quanto insultare un giornalista alzando il tono della voce; ero costretto a pigiare sul telecomando per abbassare il volume.

L’amore, dicevo, durò poco, perché iniziai a seguirlo anche nell’editoria, leggendo i suoi libri, nei quali, dopo avere verificato su fonti più attendibili, mi capitava di scoprire errori o interpretazioni marginali, isolate, o addirittura contro la maggior parte degli studiosi, in particolare di storia dell’arte. Certo, un uomo che si dona un’aria da intellettuale che si permette di augurare la morte al buon Federico Zeri lascia non poco perplessi. Allora conoscevo il suo nome, sapevo poco di lui, di Zeri intendo, oggi comprendo con più consapevolezza che il signore-urlante travasava presunzione da tutti i suoi pori. Pace all’anima del grande Zeri.

Il signore-urlante, evidentemente incapace di tenere la calma o almeno persuaso che urlando i suoi argomenti divengano più verosimili (la seconda abilità, se fosse così, dimostra la sua indubbia profondità di pensiero), era già conosciuto nell’ambiente televisivo, per le sue apparizioni nella celebre trasmissione della seconda serata: il Costanzo Show.

È trascorso molto tempo da allora, eppure il signore-urlante riesce a strappare sempre qualche nuova comparsata o addirittura un programma, come accadrà stasera, che lo vedrà nuovamente in televisione, suppongo anche per urlare.

Perché è un finto intellettuale?

Un intellettuale, degno di tale nome oggi, è una persona che si aggiorna, che scruta le albe del mondo, più che gli orizzonti, che privilegia l’ascolto più che il parlare, nel suo caso urlare, che mette in discussione se stesso in primo luogo, invece il signore-urlante, alias Vittorio Antonio Umberto Maria Sgarbi (possiede quattro nomi, non uno e trino, gli sarebbe certo piaciuto, ma trino più uno, meglio di Dio), è abituato a non aggiornarsi, anche perché altrimenti non continuerebbe con il medesimo ritornello da anni su alcuni argomenti (c’è da chiedersi quale sia stato il suo maestro in tal senso…); non si interroga sulle albe, ma continua a seguire gli ultimi bagliori del sole (quante volte lo abbiamo visto inveire contro le medesime persone che hanno dimostrato in numerose occasioni di non degnarlo di uno sguardo perché lo ritengono maleducato da sempre?); non ascolta, ma parla parla parla parla parla parla parla parla, non ascolta (l’intelligenza, quella vera, concerne l’ascolto o il parlare?); urla il più delle volte, atteggiamento che alla lunga è non solo fastidioso, ma costringe, o almeno questo accade a me e agli amici con cui è capitato in passato di parlarne, a cambiare canale. Perché dobbiamo pagare il canone quando compare in Rai (certo, anche per tanti altri motivi, ma citiamone uno) per sentire un signore-urlante che cerca in maniera meditata lo scontro, la polemica, la cattiveria gratuita?

Inoltre, non si mette mai in discussione, anche di fronte alla realtà. Quante volte qualcuno tentava di spiegargli che sbagliava e si beccava in pochi secondi una serie infinita di insulti, da capra a stronzo, a cretino.

Peccato che spesso non parli di contenuti, si cade nella maggior parte delle volte in insulti, questo è il punto principale.

vittorio sgarbi
Non inizio neppure a descrivere brevemente il suo meraviglioso ed esimio percorso politico, con virate di partito, sconvolgenti ruoli di sindaco per esempio nei luoghi più periferici d’Italia, a conferma che la gente ha quel che merita, e con *gente* intendo la maggioranza delle persone (dal punto di vista politico). Ci sarebbe non da ridere, ma da piangere. Leggete queste parole di seguito: PSI, DC, MSI, PLI, Forza Italia, Lista Sgarbi, Liberal Sgarbi, Lista Consumatori, UDC, PCI, Partito Federalista, PRI, forse ne ho dimenticato qualcuno, lui li conosce tutti per averci militato o sostenuto qualche causa (anche propria). Sgarbi ribadisce la sua libertà da anni, l’incapacità di stare dentro i paletti di persone che non di rado ritiene meno intelligenti. Sarà, ma da quanto invece mi pare di intuire – mi posso sbagliare –, una transoceanica simile nell’alveo dei partiti italiani è semplicemente mancanza di serietà, e perdoni il signore-urlante se oggi il nostro paese ne ha bisogno, di serietà, dato che siamo alla frutta anche grazie alle sue invettive poco nobili ed eleganti che ci dona da quando, e altresì molto prima, si indignò perché il Pretore di Venezia, tale Antonino Abrami, in data 30 giugno 1994, lo condannò per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato (sentenza poi confermata in tutti i gradi di giudizio).

Lui, che è diventato Ministro della Cultura purtroppo a suo tempo.

Non è IL male, non è IL problema il signore- urlante Sgarbi, ma ha davvero stancato con i suoi modi, i quali esprimono la sua intelligenza peculiare, certo.

Un finto intellettuale appunto. Un agente patogeno di cui l’Italia farebbe volentieri a meno, dalla televisione alla politica, dall’editoria alla letteratura. Stasera, basta fare una semplice cosa, non guardate la sua trasmissione, facciamolo affondare nella sua presunzione.

Alcune sue chicche intellettuali.

Alla prossima, c’è di peggio ahi noi.  

[Consiglio di leggere un libro: “Sgarbi con truffa” di Alessandro Roveri, Kaos Edizioni]


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