Magazine Basket

I dolori della grande Istanbul

Creato il 01 febbraio 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

Le prime cinque giornate delle Top 16 di Eurolega hanno confermato una tendenza che ha contraddistinto l’andamento delle ultime stagioni del basket europeo: le squadre turche non sono riuscite a trasformare gli investimenti dei loro proprietari in risultati soddisfacenti. I verdetti dei campi hanno rimandato senza esitazioni sia l’ambizioso Galatasaray di Ergin Ataman, sia l’enigmatico Anadolu Efes di Angelou, sia il fortissimo Fenerbahce di Zelimir Obradovic, l’allenatore più vincente della storia dell’Eurolega. Nei prossimi due mesi, le compagini del Bosforo avranno tutto il tempo per recuperare il terreno perduto, ma saranno chiamate a una svolta decisiva: riusciranno a superare gli ormai atavici problemi che hanno sempre bloccato la Porta dell’Oriente nei palazzetti dell’Occidente?

 

GALATASARAY

Le tre squadre di Istanbul si sono presentate ai nastri di partenza dell’Eurolega con roster di tutto rispetto. Dopo la stagione dell’esordio nella massima competizione continentale, il patron del Galatasaray non ha smesso di investire: la conferma di Carlos Arroyo e degli altri protagonisti del quinto titolo turco – Jamont Gordon, Erwin Dudley, Ender Arslan, Manuchar Markoishvili, Milan Macvan, Henry Domercant, Cenk Akyol e Engin Atsur – ha aperto la strada agli arrivi di Zoran Erceg, Malik Hairston, Pops Mensah-Bonsu e Sinan Guler. Sul Bosforo, molti si aspettavano che i nuovi acquisti facessero decollare i giallorossi anche in Europa: dopo una discreta prima fase, la Top 16 ha ridimensionato pesantemente la squadra di Coach Ataman. Le sconfitte interne contro il Maccabi Tel Aviv e il Lokomotiv Kuban hanno costretto Arroyo e compagni a un lungo inseguimento: anche se la vittoria sul campo del Bayern ha sbloccato la classifica del Galatasaray, la missione dei Campioni di Turchia non sarà semplice. Per portarla a termine, serviranno compattezza, coesione e spirito di sacrificio: le numerose prime punte della faretra di Ataman dovranno riscoprire l’umiltà perduta e mettere i loro talenti al servizio della squadra. Soltanto una maggiore armonia collettiva potrà trascinare i giallorossi fuori dalle secche di gennaio.

 

FENERBAHCE

Per una curiosa ironia della sorte, anche gli eterni rivali del Galatasaray si sono trovati all’improvviso con le spalle al muro: il secondo posto nella prima fase non ha salvato il Fenerbahce dal “girone della morte”; una partenza ad handicap li ha fatti sprofondare in un baratro di incertezze. >Dopo la sconfitta di Milano, Zelimir Obradovic si è ritrovato <="">: i suoi ragazzi non sono riusciti a espugnare il Pireo, Malaga e il Forum e, come se non bastasse, si sono arresi anche al Barcellona. Nel loro cammino, hanno battuto soltanto il Panathinaikos. L’esperienza di un allenatore leggendario, il talento pazzesco di Kleiza, l’esplosività di McCalebb, l’imprevedibilità di Bogdanovic, la precisione mortifera di Bjelica e la solidità di Preldzic non sono bastate: per riscattarsi dagli attuali bassifondi, il Fenerbahce dovrà lavorare con grande umiltà e ricostruire le sintonie di gruppo. Anche se la concorrenza sarà spietata e le avversarie non concederanno nulla, i turchi avranno dalla loro parte la straordinaria borsa dei trucchi di Coach Obradovic: chi, fra i suoi colleghi, vorrebbe trovarsi contro di lui nella partita decisiva della stagione? Pochi: per saperne di più, ci si può rivolgere a Xavi Pascual.

 

ANADOLU EFES

Il clamoroso coniglio uscito dal cilindro di Zoran Planinic ha dato un senso alla Top 16 dei ragazzi di Angelou: anche se i “birrai” possono contare sul solito roster eclettico e imprevedibile, rappresentato in maniera esemplare dal talento di Savanovic e dalle dimensioni fisiche di Erden, la loro rincorsa ai quarti di finale sembra ancora più difficile di quella dei loro compatrioti. Il Gruppo E non lascia spazio alle disattenzioni: la forza del Barcellona, delle due greche e di Milano costringe le due compagini turche a superare ogni sera i loro limiti. Se il Fenerbahce ha l’esperienza e gli strumenti necessari ad andare oltre le difficoltà delle Top 16, l’Efes non riesce a nascondere alcune vastissime zone d’ombra.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :