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I fuochi di Valyria: il punto della situazione

Creato il 08 maggio 2012 da Martinaframmartino

I fuochi di Valyria: il punto della situazioneAvevo già letto questa storia. Non I fuochi di Valyria, appena pubblicato da Mondadori, ma A Dance with Dragons, che in Italia sta arrivando suddiviso in tre parti. I guerrieri del ghiaccio, uscito in edizione rilegata lo scorso ottobre e previsto in edizione tascabile per il prossimo mese di novembre, questo I fuochi di Valyria e La danza dei draghi, che sarà pubblicato il prossimo autunno. Non intendo recensire il volume, ho già recensito il romanzo nella sua interezza qui: http://www.fantasymagazine.it/libri/15237/a-dance-with-dragons/.

La recensione non presenta particolari spoiler per tutti coloro che sono arrivati a L’ombra della profezia, qui invece faccio il punto della situazione sui Fuochi di Valyria, quindi gli spoiler su questo volume abbondano.

I capitoli sono 23, per un totale di punti di vista. Vediamo come se la passano i vari personaggi.

 

I fuochi di Valyria: il punto della situazione
Quentyn Martell.

Fino a I fiumi della guerra Casa Martell la conoscevamo solo per sentito dire, poi abbiamo incontrato Oberyn e per un certo periodo con lui ci siamo divertiti parecchio. Poi Oberyn ha fatto la fine del pollo andando a vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, e scoprendo che dopotutto l’orso aveva ancora qualche artiglio. Ma tirare una bomba atomica in testa alla Montagna che cavalca no? E nel Dominio della regina e L’ombra della profezia avevamo conosciuto Arianne e le dolci figliolette di Oberyn, le Serpi della sabbia. Un nome, un programma, sospetto che con loro ci sarà da divertirsi, anche se Doran Martell ha tutte le intenzioni di imbrigliare le loro energie per i suoi fini. E potrebbe anche riuscirci, mi sembra un gran calcolatore il caro vecchio Doran, anche se il suo grande piano non è mica tanto facile da attuare.

Ok, io so dove sta andando a parare e come si svilupperanno gli eventi, anche se non so quali saranno gli sviluppi degli sviluppi.

Abbiamo incontrato Quentyn per la prima volta nei Guerrieri del ghiaccio, e per lui le cose non andavano bene. Una missione che doveva coprire lui e i suoi amici di gloria ha virato al disastro fin da subito, anche se per il momento è presto per dire come andranno a finire le cose. Martin ha ammazzato un bel po’ di personaggi più importanti degli amici di Quentyn, quindi farne fuori due fuori scena, ancor prima di iniziare i Guerrieri del ghiaccio, per George è ordinaria amministrazione. Quello che non va tanto bene è la divisione italiana dei volumi in tre parti, con un capitolo iniziale dei Fuochi di Valyria dedicato proprio a Quentyn.

Quentyn chi?, verrebbe da dire. Il personaggio è ancora troppo poco noto, le sue vicissitudini troppo marginali per poter davvero appassionare i lettori, anche se il ragazzo non ha certo intenzione di stare di lato a guardare. Comunque il suo modo di avvicinarsi a Meereen, infiltrandosi fra i nemici di Dany e poi tradendoli, indica che anche i “buoni” (ma ne esistono?) sono capaci di inganni. Sarà all’altezza della situazione? A La danza dei draghi, previsto per l’autunno, la risposta.

 

I fuochi di Valyria: il punto della situazione

Gemma Whelan / Yara Greyjoy

Asha Greyjoy.

Altro personaggio di cui ci importa ben poco. Intendiamoci, lei e la sua Casa li conosciamo meglio, siamo già stati anche nella sua testa in passato, ma iniziare il volume con due punti di vista marginali solo per l’assurda decisione di dividere il romanzo in tre parti non è il modo migliore per aiutare il lettore a rientrare nella storia.

Sì, già Martin con A Feast for Crows aveva iniziato con una lunga sequenza di personaggi ignoti, ma lì il discorso era diverso. C’era il prologo, ovviamente, e visti che chi vi compare muore sempre deve essere per forza o un personaggio ignoto o uno marginale. Non che non si possano uccidere i personaggi importanti, come ben sappiamo, ma ci vuole un po’ di preparazione, e il prologo non è il posto adatto. Poi c’erano stati Aeron Greyjoy e Areo Hotah, prima di entrare per la prima volta nella testa di Cersei. Ma con quel romanzo – per altro molto criticato proprio per i personaggi su cui ha scelto di focalizzarsi lo scrittore – dovevano per forza esserci punti di vista nuovi, visto che l’attenzione era incentrata fra la metà inferiore del continente di Westeros e le Isole di Ferro, e molti dei vecchi punti di vista erano altrove. Qui invece ritornano quasi tutti, ma con una divisione in tre parti il secondo volume si apre con un personaggio di cui avevamo letto un solo capitolo nei Guerrieri del ghiaccio e un altro di cui ne avevamo letto uno solo nel Dominio della regina. Per i lettori futuri il problema sarà minimo, visto che avranno a disposizione tutto fin da subito, ma per chi sta leggendo la storia man mano che viene pubblicata la lettura è più difficile, perché il rientro nelle vicende avviene attraverso le figure che si conoscono meno.

Asha mi era stata simpatica sin dal primo apparire, per il suo modo di trattare Theon. In poche pagine avevamo già visto che Theon non era il massimo della simpatia (se anche noi lo avevamo capito dal primo capitolo del Trono di spade, vedendo il disprezzo provato da Jon nei suoi confronti), vederlo trattare le donne senza alcuna considerazione è solo la conferma di quel che già sapevamo: Theon di cervello ne ha pochino, anche se lui pensa il contrario. In alcuni casi compie azioni coraggiose e imprevedibili, ma non rispetta gli altri e non è capace di calcolare le conseguenze delle sue azioni.

Però se non sbaglio qui dovevo parlare di Asha, quindi torno a lei. Una predatrice, come tutti i Greyjoy, e quindi non posso davvero amarla, anche se le riconosco un carattere forte. Riuscire a essere rispettata nell’ambiente in cui vive non è certo facile, perciò tanto di cappello a una donna che agisce e non si fa agire, e che non si fa abbattere dalla sorte avversa. Evidentemente lei ci serve per farci sapere cosa sta combinando Stannis quindi, anche se per un po’ abbiamo creduto che potesse essere morta, i suoi occhi rivestono una certa importanza.

Notare proprio il fatto che non è morta, anche se in un primo momento si sarebbe potuto pensare di sì. Mai ritenere qualcuno morto a meno che non ci sia un cadavere riconoscibile, e anche in quel caso… ehm… vediamo. Potrebbero esserci in ballo circostanze particolari.

 

I fuochi di Valyria: il punto della situazione

Peter Dinklage / Tyrion Lannister

Tyrion Lannister.

Con lui finalmente torniamo a qualcuno che conosciamo bene. Lo avevamo lasciato prigioniero di un tizio peloso vestito di lana sulla cui sopratunica è raffigurato un orso nero. Un cavaliere. Conosciamo qualcuno la cui descrizione corrisponde a questa e che si trova nel continente di Essos?

Jorah Mormont, risposta esatta. E quando si parla della regina Tyrion pensa a Cersei, perché è da lei che sta scappando, ma Jorah pensa a Daenerys, perché è di lei che è innamorato.

Molti hanno ritenuto il Folletto meno divertente di prima, ma è normale che sia amareggiato visto quanto gli è successo. Ed è normale che, essendo un uomo in fuga e non più il fratello della regina e figlio del potentissimo e temuto Tywin Lannister (sto ancora festeggiando perché non caca oro), il suo modo di rapportarsi al mondo sia cambiato. Non può più dare ordini, ma deve essere molto cauto. In compenso il cervello c’è ancora, e continua a funzionare.

Sorpresa: torna Penny. Non che c’importasse nulla di lei, era solo un personaggio marginale, ma a quanto pare Martin non dimentica i suoi personaggi. Magari li ammazza, ma non li dimentica. A proposito, Bronn è uscito definitivamente dalla vita di Tyrion, ma Martin ha dichiarato che la nostra spada prezzolata… ops… Ser Bronn… ha ancora qualcosa da fare, quindi lo rivedremo. Lo zio non si è dimenticato di lui. Ma se è uscito dalla vita di Tyrion significa che o i due non si rincontrano più o uno dei due è destinato a schiattare precocemente. Non so perché, ma io propendo per la seconda.

Da Tyrion apprendiamo del Disastro di Valyria, così la smettiamo di farci domande. Ne abbiamo sentito parlare parecchio, ed ecco la risposta. Magari salterà fuori qualche altra cosa, comunque ora sappiamo che è stato un bel Krakatoa fantasy, quindi di dimensioni molto maggiori rispetto a quello reale. Prima di arrivarci, però, a pagina 155, c’è un simpatico discorso sul nome della nave su cui sta viaggiando Tyrion, la Selaesori Qhoran, e viene in mente una profezia fatta a Daenerys nei Guerrieri del ghiaccio, a pagina 205:

Le candele di vetro continuano a bruciare. Presto arriverà la giumenta pallida e dopo di lei tutto il resto: il kraken e la fiamma scura, il leone e il grifo, il figlio del sole e il drago del guitto, Non fidarti di nessuno di loro. Ricorda l’Eterno, e attenda al siniscalco profumato.”

Se c’è una profezia, subito c’è qualcuno che si lancia nell’interpretazione. La giumenta pallida, ora lo sappiamo, è la pestilenza. Tralascio tutti gli altri, ricordando solo che con il leone il pensiero è corso subito a Tyrion, mentre ha destato molti dubbi il siniscalco profumato. Secondo Moqorro la nave si chiama profumato attendente. I termini usati da Martin sono perfumed seneschal (pag. 153) e Fragrant Steward (pag. 437), non proprio identici ma dall’identico significato e anche Tyrion sta sentendo una traduzione. Un caso, o la profezia si riferisce a uno degli occupanti della nave? Va bene, la nave non arriva mai a Meereen, anzi, non arriva da nessuna parte. Però davvero un discorso di questo tipo è puramente ozioso? Martin lo sa che facciamo l’esegesi su ogni sua parola, quasi come se i suoi romanzi fossero testi sacri, e inserire un discorso linguistico di questo tipo per il puro piacere di farlo, lui che ha dichiarato di non avere alcuna passione (e di non essere portato) per le lingue e di aver inventato solo quella manciata di termini che gli servivano per la trama è quanto meno sospetto. Poi magari il siniscalco profumato è proprio il principale sospettato (anche da Dany), e cioè Hizdahr zo Loraq (un nome più facile da scrivere no?), o anche quell’Illyrio Mopatis, che l’appendice finale inserisce fra gli “ambigui alleati, falsi amici e nemici manifesti”. Ma intanto su ogni parola si rimugina, rimugina, rimugina.

In quell’allegro gruppetto c’è anche Jorah Mormont, e devo riconoscere che quando l’ho visto ai ceppi sono stata felice. Lui è scappato dai Sette Regni perché ha venduto alcuni uomini – va bene, erano bracconieri se non ricordo male, ma erano comunque uomini – come schiavi invece di consegnarli alla giustizia, e poi è sfuggito alla giustizia di Ned Stark maledicendo il lord di Grande Inverno come se fosse stato quest’ultimo a fargli un torto, è solo giusto che Jorah provi quel che ha fatto provare agli altri. Tanto sono convinta che non resterà schiavo a lungo, visto che con lui c’è Tyrion. Il Folletto ha la notevole capacità di venire fuori dalle situazioni più improbabili, e non dubito che se la caverà anche stavolta. Intanto è quasi dove voleva essere, e viste le difficoltà di viaggio di quest’ultimo periodo la cosa è già notevole. Vedremo cosa riuscirà a fare (oltre a cavalcare la scrofa) in quella calda terra di guerre, tradimenti e draghi.

 

I fuochi di Valyria: il punto della situazione

Emilia Clarke / Daenerys Targaryen

Daenerys Targaryen.

Si è fermata per fare la regina, e ha scoperto che è più facile dirlo che farlo. È ancora impelagata con i suoi problemi di governo, in attesa che il nodo di Meereen si annodi sempre più. Sappiamo benissimo che questo è stato il problema principale di Martin in questi sei anni, ma per vedere il groviglio totale dovremo aspettare ancora qualche mese. Quanto alla soluzione…

Lo so, lascio spesso puntini di sospensione. A volte ci sono cose che non posso dire, a volte cose che non voglio dire. Quando avrete letto i romanzi capirete perché. Comunque ora è di nuovo sposata, ha incontrato Quentyn un po’ troppo tardi, le manca un drago ed è piena di guai fino al collo. E in tutto questo ser Barristan le racconta uno strano episodio che ha visto protagonista suo padre Aerys il Folle, innamorato nientemeno che di Joanna Lannister. Qualche frase sibillina c’era già stata in passato, direi che con Martin più scaviamo più scopriamo imbrogli. E ricordiamoci che Aerys ha avuto modo di incontrare la dolce fanciulla anche dopo il matrimonio. Barristan dice di aver detto troppo, ma ovviamente per noi è troppo poco. Chissà che non riveli qualcosa di più in futuro, se non altro nei suoi pensieri.

E a proposito dei commenti di Barristan, quando Mormont paragona Dany a Rhaegar le ricorda che lui ha perso, quando lo fa il Valoroso le fa notare tutti i lati migliori del fratello perduto. Notata la differenza fra i due?

 

I fuochi di Valyria: il punto della situazione

Kit Harington / Jon Snow

Jon Snow.

Situazione difficile la sua. Per quanti intrighi stiano facendo gli altri, noi sappiamo benissimo che sulla Barriera si combatterà una battaglia immane, che potrebbe anche determinare la fine del mondo. E Jon combatte contro l’incomprensione di tutti e una serie di difficoltà capaci di stroncare personaggi ben più esperti di lui. Riuscirà il suo cervello a fare la differenza? Intanto vediamo tornare scene dal passato. Nei Guerrieri del ghiaccio c’era stata la decapitazione di Janos Slynt a faci esultare per come era cresciuto bene il figlio putativo di Ned. Qui rileggiamo il giuramento dei Guardiani della notte. Quanto siamo cambiati dalla prima volta che abbiamo letto quelle parole? La sensazione di circolarità è molto forte, e spesso fa venire i brividi. Anche quando mancano avvenimenti drammatici capaci di sconvolgere il mondo Martin scrive davvero bene.

Simpatica l’autocitazione di Martin del suo libro per ragazzi, Il drago di ghiaccio (pag.186). Davvero, lo scrittore si diverte a giocare con il lettore. E notiamo che ora c’è un gigante alla Barriera.

Un bel rischio fidarsi della parola di Val, ma tutti sappiamo che è la scelta giusta, anche se questo dovesse portare ulteriori problemi. È un peccato però che Bowden Marsh non sia in grado di capire che un Bruto morto oltre la Barriera è un non-morto in più che dovranno affrontare. I criminali li giustizi, o li tieni sotto stretta sorveglianza, ma un bel po’ di quella gente può essere utile, e certo nessuno li vuole rivedere con gli occhi azzurri. Nel Trono di spade (pag. 234) Mormont aveva detto che sa cos’è Bowden Marsh. Ora me lo chiedo io. Cos’è? E quanto è importante saperlo?

Selyse è ancor più simpatica di Stannis. Bella famigliola, forse Macchia è proprio il giullare che si meritano. Un cliché della fantasy è che i giullari sappiano più di quanto non possa sembrare a un primo sguardo, ma forse Macchia è davvero fuori di testa e basta. No? È stato restituito dal Dio Abissale? Certo quando saranno lontani saremo tutti più felici.

È arrivata la ragazzina in grigio, e ovviamente non è Arya, visto che noi sappiamo che è da tutt’altra parte. Ora che gli intrighi stanno iniziando a venire fuori bisogna iniziare a risolverli. Come se non bastassero i problemi futuri con gli Estranei per Jon la situazione è davvero complicata, anche se l’incontro con il banchiere ha un po’ migliorato la situazione. Buffo però che lui abbia pensato di mandare Arya al sicuro a Braavos quando la sorella – ehm, cugina – è già lì.

 

I fuochi di Valyria: il punto della situazione

Liam Cunningham / Davos Seaworth

Davos Seaworth.

Ultimo capitolo per lui in A Dance with Dragons. Scopriamo cosa c’è dietro l’annuncio della sua morte appresa per sentito dire molti anni fa, e ci ricordiamo una volta di più che non dobbiamo fidarci del sentito dire. In fondo anche Bran e Rickon sono ufficialmente morti, no? Ed ecco che Rickon torna sulla scena, anche se per ora conosciamo solo la sua destinazione. Immagino che Osha, da donna dei Bruti, sappia come muoversi in quei territori. Per Davos non si prospetta certo una vita facile, ma non vedo l’ora di scoprire quel che combinerà. Fra chissà quanti anni.

 

I fuochi di Valyria: il punto della situazione

Carice Van Houten / Melisandre di Asshai

Melisandre di Asshai.

Almeno ora sappiamo che non mente. Fino a ora non sapevamo cosa ci fosse nella sua testa. Sì, consapevolezza degli Estranei, e poi? A quanto pare la donna rossa è davvero convinta che Stannis sia Azor Ahai, peccato che si sbagli come si è sbagliata nel supporre che la fanciulla fosse Arya. E il ragazzo con la faccia da lupo non potrebbe essere Bran e lei non ha capito un accidente?

Chissà se scopriremo ancora qualcosa su di lei, gli accenni alla sua vendita come schiava la rendono più viva. Ci fermeremo qui, o ci verranno rivelati nuovi misteri?

Intanto il ritorno di Mance ci ricorda che anche i cadaveri riconoscibili possono non essere sufficienti. Incidentalmente, io sono contenta che Mance sia ancora vivo.

La donna rossa sarà fondamentale in futuro, ne sono certa, ma anche se i suoi poteri sono grandi questo breve salto nella sua testa ci ha fatto vedere che pure i suoi limiti sono grandi. Vedremo.

 

I fuochi di Valyria: il punto della situazione

Alfie Owen Allen / Theon Greyjoy

Reek.

O dovrei scrivere Theon? Attenzione a quello che dice chi parla con lui, ci vengono rivelati molti intrighi del passato. Beh, tranne quando Ramsay Snow fa di tutto per rendersi simpatico. Al confronto quella carognetta di Joffrey sembrava persino un bravo ragazzo.

Prima di leggere il romanzo avevo letto che la storia più commovente è la sua, ed è vero. Ha capito che Robb era davvero un fratello, e che Grande Inverno è stato la sua casa più di qualsiasi altro posto. Sa di aver combinato un disastro, ma per poter combinare qualcosa deve ricordarsi di essere Theon e non Reek.

Comunque… cos’è questa storia del matrimonio Tully? Brandon “non aveva esitazioni nel prendersi quello che voleva” scopriamo (pag. 295), e Cat non rientrava fra ciò che voleva.

Dietro le scelte di Rickard c’è più di quanto abbiamo mai pensato in precedenza, ci sono complotti e una voglia di grandezza che lo ha portato alla fine. E Brandon… per quanto tempo abbiamo misurato lui con il metro di suo fratello? Ned era giusto, onesto e leale. Non credo si potesse dire lo stesso del fratello. Qui c’è ancora molto da scoprire, e sospetto che Martin rivolterà ancora una volta tutte le nostre convinzioni come un guanto.

Dettaglio: è ovvio che Abel e Mance sono la stessa persona, il nostro amico Bruto ci ha proprio preso gusto a suonare a Grande Inverno, mentre Martin si diverte a inserire episodi che collegano nella mente del lettore il primo e il quinto romanzo della saga.

 

I fuochi di Valyria: il punto della situazione

Isaac Hempstead-Wright / Bran Stark

Bran Stark.

Purtroppo ce lo siamo giocato, almeno come persona. Sospetto che si rivelerà importantissimo contro gli Estranei, lui e Brynden Rivers detto Bloodraven, ma non tornerà più nel mondo degli uomini. E tanti saluti anche ai Reed, intrappolati con lui e probabili futuri cadaveri prima della fine. Però quello che c’è in questo capitolo!

Su Brynden dobbiamo aspettarci rivelazioni importanti in un prossimo futuro. Chi non ha letto i racconti non sa nulla di lui, e può quasi pensare che venga fuori dal nulla, ma molti avvenimenti dei Sette Regni si basano fortemente su quanto avvenuto in passato, e qui ce n’è un altro esempio. Il cavaliere errante ci fa conoscere Dunk ed Egg. Aegon l’Improbabile. Scopriamo qualcosa della linea dinastica dei Targaryen, e qualcos’altro lo scopriamo nel racconto successivo, The Sworn Sword. Se Il cavaliere errante è disponibile in italiano nell’antologia I re di sabbia, The Sworn Sword è stato tradotto solo nella sua versione fumetto da Italycomics: http://www.italycomics.it/editrice/catalogo.php?serie=the+hedge+knight+ii, mentre del terzo racconto, The Mistery Knight, per ora non esiste nemmeno una versione a fumetti. A differenza dei fumetti di A Game of Thrones, sceneggiati da Daniel Abraham, disegnati da Tommy Patterson e complessivamente deludenti, i racconti, sceneggiati da Ben Avery e disegnati da Mike S. Miller, sono fatti molto bene. Per forza di cose il testo del racconto è un po’ riassunto, ma questi fumetti sono molto scritti, nel senso che hanno una parte di testo davvero forte. In questo modo si capiscono un bel po’ di retroscena, e così si scoprono cose interessanti sulla ribellione di Blackfire, che guarda caso porta alla nascita di una certa compagnia mercenaria nel continente di Essos, e si sente parlare molto del Primo cavaliere del re (o dovrei dire della Mano del re?), tal Brynden Rivers detto Bloodraven. Brynden che poi, chissà come, entrerà nei Guardiani della notte. E che poi, chissà come, diventerà ciò che Bran ha incontrato.

Il quarto racconto, in corso di scrittura, vedrà Dunk ed Egg al Nord, e li porterà a incontrarsi con She-Wolf, così ha scritto Martin, quindi direi con la Signora dei lupi. Una Lady di Grande Inverno, suppongo. Devo rileggere il tutto per vedere se ho già incontrato qualche accenno su di lei. Comunque da qualche parte ho letto che dopo il quarto racconto Martin dovrebbe farli riunire tutti in un volume unico, e immagino che almeno quello verrà tradotto.

Intanto scopriamo che gli alberi diga vedono tutto da millenni, e che gli uomini sono stati folli ad abbatterli, anche se non erano davvero in grado di ascoltare le loro voci. A parte questo, è stato bello e triste allo stesso tempo rivedere Ned, e devo fare più attenzione al colore degli occhi dei personaggi. Mannaggia, ma proprio tutti i dettagli devono essere importanti? Non ci si può rilassare proprio mai?

Carini Lyanna e Benjen che si battono con i rami, Arya è davvero la degna nipote di sua zia. E poi… vedremo, sospetto di dover rileggere ancora a lungo per capire tutto. Ma la prossima volta che ritroveremo Bran farà davvero freddo.

 

Areo Hotah.

Pagina 236: finalmente abbiamo raggiunto A Feast for Crows, anche se dopo tutto questo tempo devo riconoscere che mi ero completamente dimenticata dell’orecchio di Myrcella. Della fine del baldo cavaliere no, quella la ricordavo, ma con gente che perde l’uso delle gambe, il naso, una mano quando non addirittura la vita, che importanza può avere l’orecchio di un personaggio secondario? Tranne che per lei, ovviamente.

Si prospettano cose interessanti con le Serpi della sabbia, ora che hanno deciso di allearsi con quel vecchio marpione di Doran e di fare quello che la Vipera rossa non ha potuto fare per colpa della sua eccessiva sicurezza.

Un dettaglio: se non possiamo fidarci della morte di Mance neanche vedendolo morire, possiamo davvero fidarci che quello sia il cranio della Montagna che cavalca?

 

I fuochi di Valyria: il punto della situazione

Maisie Williams / Arya Stark

Arya Stark.

Secondo e per ora ultimo capitolo di un personaggio già visto in A Feast for Crows. Lo sapevamo che non sarebbe rimasta cieca per sempre, ed ecco la conferma. Arya ha troppo da fare per poterla lasciare in quelle condizioni. Non dico che non possa morire, Valar Morghulis lo abbiamo sentito tutti, ma salvare Sam è troppo poco per lei. Poi magari crepa, ma ancora con lei lo zio George non ha finito.

Notare il titolo del capitolo, La fanciulla cieca, quando già avevamo avuto La gatta dei canali. In più Arya era stata anche Arry, Donnola e qualcun altro. Lei, come Theon e Sansa, deve ricordare la sua identità se non vuole smarrirsi. E non intende farlo, ricordiamo che ha un Ago ben nascosto lì vicino a lei.

Per ora siamo in fase d’addestramento, nulla di fondamentale per la trama più generale ma scopriamo come cresce la lupacchiotta. Senza dimenticarci dei suoi sogni da lupo, perché Nymeria è ancora nella terra dei fiumi ad aspettarla. E se Jon voleva mandarla a Braavos, lei sente parlare di Aspra Dimora e di Madre Talpa, quindi il collegamento fra i due, anche se non se ne rendono conto, va in due sensi.

 

Il libro ovviamente non finisce. Si tratta del terzo centrale di un romanzo, davvero potevamo aspettarci una conclusione?



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