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I gioielli nascosti di Sarsina

Creato il 24 luglio 2012 da Kimayra @Chimayra

I gioielli nascosti di Sarsina

Stele funeraria di Titia Prima

 

Nel IV secolo a.C., le popolazioni umbre della valle del Savio diedero vita al primo insediamento stabile sul sito dove sorse poi la città di Sarsina. Il nucleo urbano dell'antica Sarsina è oggi visibile accanto all'attuale piazza Plauto. Si tratta di edifici in legno con annessi piccole botteghe artigiane.
Sarsina entrò in contatto con i Romani nel 266 a.C.. Questi ultimi le lasciarono una certa autonomia e le garantirono lo status di civitas foederata. Questo fece sì che, durante la guerra tra Galli e Romani, nel 225 a.C., Sarsina e gli Umbri fornissero all'esercito dell'Urbe 20.000 soldati. Un illustre cittadino di Sarsina fu il commediografo e poeta Tito Maccio Plauto (254 a.C.).
Nel I secolo a.C. Sarsina, oramai municipium, venne riorganizzata urbanisticamente e architettonicamente e dotata di una cinta muraria. Il municipium di Sarsina ospitava prevalentemente liberti divenuti imprenditori, che contribuirono notevolmente al benessere cittadino. Ben presto il municipium venne inserito nella circoscrizione amministrativa della Regio VI Umbria, in virtù delle origini della sua popolazione.
Nel III secolo d.C. Sarsina intratteneva solidi rapporti con il porto di Ravenna. Verso la fine dello stesso secolo, la città subì violente devastazioni a causa delle incursioni di popolazioni barbariche, archeologicamente rintracciabili nei segni di incendio riscontrati sui pavimenti musivi di alcune abitazioni.

I gioielli nascosti di Sarsina

Paliotto d'altare dell chiesa di San Vicinio

Tra il III e il IV secolo Sarsina ebbe il primo vescovo, Vicinio, in seguito assurto agli onori della santità e santo patrono della città. Nel 757 la città fu sottoposta all'esarcato. Nel X secolo venne edificata la cattedrale romanica, fulcro attorno al quale si sviluppò il centro abitativo medioevale.
Uno scavo archeologico del 1988 portò al recupero di numerosi reperti pertinenti una domus di un certo livello, edificata in un isolato posto al centro della città romana. L'abitazione, della quale sono stati scavati tre ambienti, risale al I secolo a.C. ed ha subito un restauro nel II secolo d.C.. Nel III secolo d.C. un incendiò devastò l'edificio, le pareti crollarono proteggendo, in tal modo, parte della pavimentazione musiva e di alcune suppellettili domestiche. Il mosaico recuperato è in tessere bianche e nere e raffigura un tritone trainato da un ippocampo e accompagnato da un delfino. Al centro, in un riquadro, la figura policroma di Ercole ebbro sorretto da un satiro.
Risale al 1927, invece, la scoperta del monumento funerario di M. A. Obulacco, ritrovato nella necropoli di Pian di Bezzo, non lontana dalla città. Negli anni '30 il monumento venne rimontato ed utilizzato come memoria dei caduti.

I gioielli nascosti di Sarsina

La chiesa di San Vicinio

La chiesa principale di Sarsina è dedicata al patrono San Vicinio. E' in stile romanico ed è stata costruita tra il X e l'XI secolo su un edificio preesistente di epoca romana o paleocristiana. La chiesa prospetta sulla piazza intitolata a Tito Maccio Plauto, dove un tempo sorgeva il foro romano di Sarsina, i cui resti di pavimentazione sono visibili dietro gli edifici sul lato settentrionale della piazza. Sono emersi almeno due livelli pavimentali: un primo livello in lastre di arenaria ed un secondo in lastre di marmo di Verona, accuratamente squadrate.
Alcune porzioni della cinta muraria di età romana si trovano sotto la cortina muraria medioevale, lungo il lato orientale della città, il basamento di una torre, invece, si trova sotto la cosiddetta Casa di Plauto.


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