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I grandi aiutano i piccoli

Da Contofinoa3
Perché fare tanti chilometri per andare giù nelle Marche tre giorni? L'autostrada è ormai carissima, poi il gasolio per quella auto enorme che ci contiene tutti... cifre da capogiro. C'è chi per stare bene e rimettersi in sesto va dalla parrucchiera a rinnovare i colpi di sole oppure compra qualche abito anche se non indispensabile; c'è chi mangia fuori con una certa regolarità e chi compra libri da divorare...  Lo ammetto: potessi, probabilmente, farei a piccole dosi tutte queste cose. Dovendo scegliere, però, vado giù nelle Marche. Una gran fatica, economica e fisica e anche emotiva. Siamo mangiati vivi dall'affetto del nostro foltissimo parentame e i bimbi, frequentemente, vanno troppo su di giri... Come dice Francesco, oggi ho tanta benzina, lavoro bene a scuola... Andare giù nelle Marche ci riempie il serbatoio del buon umore, dell'energia, della positività.
Mi ricorda, banale lo so, che non siamo soli e che siamo ben voluti.
Mi insegna a non dimenticare che oltre alla quadratura degli orari e alla soluzione di problemi di breve e lungo periodo, c'è la famiglia.
Mi ricorda e dimostra che si può superare l'ostacolo mantenendosi aperti al mondo, all'accoglienza e alla vita.
Mi mostra che l'unione fa la forza e che non siamo i soli ad avere complessità quotidiane.
Con i miei cugini e i miei zii non c'è una frequentazione "quotidiana"; a volte questo mi pesa ma non sempre. Sono nata in altra città e gli amici raramente sono stati condivisi; così i luoghi, le scuole ecc...
Sento però che con qualcuno di loro ci unisce un filo, un pensiero, un qualcosa che in qualche maniera ci accomuna: di fronte a un bivio, faremmo quasi tutti la stessa scelta.
Banalmente, quello che unisce mia mamma ai suoi fratelli e alle rispettive famiglie è l'amore; ed  è quello che stiamo imparando a trasmetterci anche noi. I miei turulli costruiscono rapporti di affetto e di confidenza importanti. I più grandi aiutano i più piccoli: da una generazione all'altra e a scendere.
Zio Armando accarezza il viso della mia mamma, la sua sorellina, nonna di otto bimbi; e poi stritola la mia mano, forte, come incoraggiamento, dicendomi: "io di figli ne ho avuti cinque, ti capisco bene..." e mi mette un braccio sulle spalle; poi accompagna i miei turulli a vedere il trattore di Giacomo.
Così, i figli dei miei cugini più grandi, adulti a loro volta, stanno supervisionando i progressi e le conquiste di questi... cugini di non-so-che-grado... che sono i miei figli.
Le colline marchigiane sono parte integrante.
I racconti della vita passata, il paesaggio, il profumo e i suoni.
Ancora ricordo, alle elementari: scrissi che le colline marchigiane sono bellissime perché sempre diverse. "Sono come una stoffa scozzese".
I colori e le luci delle stagioni. Il verde è verde. Uno spettacolo mutevole, in continuo rinnovamento (scaccio dalla mente la distesa di pannelli solari al Vaccarile).
I GRANDI AIUTANO I PICCOLI
Guardate questa foto. Tre generazioni rappresentate dal più grande al più piccolo. Mia mamma, Maria, è la prima figlia di Amedeo e Rosa; accanto a lei Armando, il più grande di undici fratelli.  Poi ci siamo Claudio ed io. Lui è il cugino più grande e io la più piccola. Infine, i pronipoti. Emanuele e Linda... Guardo e riguardo questa foto.
E ci vedo tanta bellezza.


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