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I Grandi Attori Del Cinema: Nino Manfredi

Creato il 13 aprile 2012 da Postscriptum

 

I Grandi Attori Del Cinema: Nino Manfredi

La storia del cinema è fatta da grandi registi, attori, musicisti e da tutti coloro che partecipano alla creazione dei film. E proprio di un grande attore voglio parlare in questo articolo, un uomo che ha fatto la storia del Cinema Italiano: Nino Manfredi.
Saturnino Manfredi, detto Nino, nasce a Castro Dei Volsci(Frosinone) il 22 Marzo del 1922, e da giovane frequenta l’Università e contemporaneamente, subito dopo la guerra, l’ Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma. L’esordio sulla scena è al Festival Mondiale della Gioventù a Praga, nel 1947, con due spettacoli, e segue la sua vocazione teatrale con la compagnia di Vittorio Gassman e Evi Maltagliati e poi nel Piccolo Teatro di Milano di Giorgio Strehler fino al 1952, per ritornare dopo a Roma. L’avvio della popolarità per Nino Manfredi arriva alla Radio, con dei varietà in cui mostra la sua capacità di attore di commedia, e poi torna in Teatro, diventando volto della commedia musicale popolare, diretto soprattutto da Enzo Garinei e Sandro Giovannini, e raggiunge il grande successo con “Rugantino”, e nel frattempo si alterna anche in televisione a partire dal 1956, soprattutto nelle sue apparizioni a Canzonissima, creando il personaggio del ‘Barista di Ceccano’, con la famosa frase ‘Fusse ca fusse la volta bona’. 

Il Cinema, però, sarà la definitiva affermazione di Nino. Già dalla fine degli anni ‘40, continua negli anni ‘50, con diversi ruoli nella commedia, di cui ricordiamo su tutti “Lo Scapolo” (1955), di Antonio Pietrangeli, “Gli Innamorati” (1955) di Mauro Bolognini, “Susanna Tutta Panna”(1957) di Steno, “Camping“ (1957) di Franco Zeffirelli, “Guardia, Guardia Scelta, Brigadiere e Maresciallo” (1956) di Mauro Bolognini, ma raggiunge il successo con “Il Carabiniere a Cavallo” (1961), di Carlo Lizzani, e “Audace Colpo dei Soliti Ignoti” (1960), di Nanni Loy, sequel de “I Soliti Ignoti” di Mario Monicelli del 1958.
Inizia così la sua carriera al cinema, e collabora anche alla sceneggiatura e al soggetto di alcuni film che interpreta, e prova anche, con successo, l’esperienza da regista, in “L’ Amore Difficile” , nell’episodio “L’avventura di un Soldato”, tratto da un racconto di Italo Calvino, dove interpreta un soldato che viene attratto in treno da una vedova. L’episodio è praticamente muto, e tutto si centra sul movimento e l’espressione dei due personaggi. La critica gli riconosce grande capacità anche da regista.


I Grandi Attori Del Cinema: Nino Manfredi

Nino Manfredi stupisce tutti per la sua grande capacità di passare da ruoli della commedia a ruoli drammatici, e la sua intelligenza e bravura vengono apprezzate dal pubblico.

“L’Impiegato” del 1960 diretto da Gianni Puccini, “Il Gaucho” di Dino Risi del 1964, con Vittorio Gassman, e “Io la conoscevo bene” di Antonio Pietrangeli del 1965 ci raccontano il Manfredi nelle varie figure dell’italiano, dall’impiegato che vive la quotidianità con le sue difficoltà, all’emigrato senza fortuna all’agente pubblicitario negli anni del boom.
Ma come nel caso di “Anni Ruggenti” del 1962 di Luigi Zampa, troviamo anche il Nino Manfredi piccolo eroe italiano, personaggi che si fanno amare dal pubblico. Una commedia sferzante, dove Omero Battifiori, agente di assicurazioni, nel 1937 arriva in Puglia per cercare di conquistare clienti, ma viene scambiato per un ispettore fascista, che era atteso per mettere il naso negli affari della politica locale. Un film divertente ma anche satirico nei confronti del Fascismo e dei suoi inutili luoghi comuni, che, risolto l’equivoco, farà tornare a Roma Omero con una nuova coscienza sulla realtà dannosa del Fascismo.
Manfredi passa con facilità e senza mai deludere dalla commedia satirica a quella classica, come nel caso di  “Adulterio all’Italiana” di Dino Risi del 1966 dove interpreta il marito geloso, che assume anche comportamenti di ogni tipo per seguire la moglie, o il maniaco dell’automobile in “I motorizzati” , film a episodi del 1964, o il ladro napoletano in “Operazione San Gennaro” del 1966, con Senta Berger e la partecipazione di Totò, che impersona Don Vincenzo, un maestro dell’arte di rubare. Dudù, ladro professionista, viene contattato da tre ladri americani con l’intenzione di mettere le mani sul Tesoro di San Gennaro. Il colpo riuscirà, ma Dudù restituirà, suo malgrado, il tesoro a Napoli, evitando che gli americani lo portino via con loro. E Manfredi riesce anche a diventare un napoletano con l’animo generoso, un ladro gentiluomo.

I Grandi Attori Del Cinema: Nino Manfredi

Indimenticabile e incredibile dalla prima scena all’ultima è “Straziami ma di baci saziami” del 1968, diretto da Dino Risi. Marino Balestrini, impersonato da Nino Manfredi, barbiere della Ciociaria, si innamora di Marisa Di Giovanni interpretata da Pamela Tiffin, conosciuta a Roma, e la raggiunge fino al suo paese, Sacrofante Marche. Qui i due, nonostante il parere non favorevole del padre di Marisa, si fidanzano, ma poco prima del matrimonio un equivoco fa credere a Marino che Marisa lo abbia tradito. Ma non è così. Marisa, offesa, va a Roma. Marino la insegue, ma dopo numerose avventure e giunto senza un soldo, riprendendosi con una fortunata vittoria al Lotto, la ritrova sposata con un sarto sordomuto, Umberto Ciceri, interpretato da Ugo Tognazzi. Dopo aver ritrovato l’amore, i due potranno tornare insieme, anche grazie al fatto che Umberto, dopo un incidente domestico ‘causato’ dai due, ritrova la voce e l’udito e si fa Frate, per seguire il voto che aveva fatto nel caso avesse ritrovato i sensi perduti durante i bombardamenti a Roma della guerra. Il Film è ancora oggi un’eccezionale capolavoro, perché unisce la commedia classica a toni comici e di parodia unici.
Ma c’è anche il Nino Manfredi particolare, come in “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico misteriosamente scomparso in Africa” del 1968 di Ettore Scola, con Alberto Sordi, dove interpreta Titino, cognato dell’editore Fausto Di Salvio, che partito per l’Africa non ha dato più notizie, e costringe Di Salvio a partire insieme al suo ragioniere per l’Africa a cercare proprio lui, ma dopo essere stato ritrovato, Titino decide di rimanere in Africa, per stare lontano dalla monotona e sterile società che aveva abbandonato.
Ma ecco che arriva anche il Nino Manfredi impegnato, e rimane nei toni della commedia, però con personaggi che invitano a riflettere, come in “Nell’Anno del Signore” del 1969, di Luigi Magni, in cui interpreta il calzolaio Cornacchia, che convive con Giuditta, interpretata da Claudia Cardinale, nella Roma governata dal Papa nell’800. Ma in realtà Cornacchia è Pasquino, il terribile satirico scrittore che prende in giro il potere temporale della Chiesa che opprime Roma e i suoi cittadini. Il film parla anche della cattura e ghigliottina dei due Carbonari Targhini e Montanari, e partecipano anche Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Enrico Maria Salerno. Le musiche del maestro Armando Trovajoli fanno di quest’opera un capolavoro, a cui faranno seguito “In nome del Papa Re” nel 1977, “Secondo Ponzio Pilato” del 1986 , “In nome del popolo sovrano”nel 1990 e altri tre film insieme a Luigi Magni.

Nino Manfredi vuole confrontarsi con il ruolo di regista e attore allo stesso tempo.

I Grandi Attori Del Cinema: Nino Manfredi

Dopo l’esperienza del 1962, arriva così un altro capolavoro, “Per grazia ricevuta” nel 1971, diretto da Nino Manfredi, scritto da lui e sceneggiato insieme a Luigi Magni, Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi, e la splendida colonna sonora dei fratelli Guido e Maurizio De Angelis.
Benedetto Parisi(Nino Manfredi), cresce in un convento di frati dopo che da piccolo viene salvato e ‘miracolato’ dopo un volo in un burrone, e dedicato a Sant’Eusebio. Ma gli anni passano e la vocazione non arriva, così Benedetto va nel mondo fuori dal convento pieno di dubbi e paura che la società di una parte dell’Italia, legata a antichi stereotipi e ipocrisie religiose, gli hanno trasmesso. Supera questo grazie all’aiuto di Giovanna(Delia Boccardo), con cui si unisce, e del padre farmacista ateo, Oreste(Lionel Stander), salvo poi ricadere nei dubbi e tentare il suicidio alla vista dell’estrema unzione alla morte di Oreste, costretto al rito dalla madre di Giovanna. Ma l’amore per Giovanna,incinta di Benedetto, e un altro miracolo salvano Benedetto. E’ un film particolare, ma per questo incredibile, che all’epoca alzò delle polemiche nell’ambito della Chiesa. Come racconta Erminia Ferrari, moglie di Nino che oggi insieme ai figli tengono vivo il ricordo dell’attore, i dubbi sulla Fede che lo stesso Nino aveva lui li mise in questo film, non giudica nessuno ma lascia interpretare al pubblico, ma mette in risalto come una certa condizione di alcune parti d’Italia poteva mettere in difficoltà da piccoli, lasciando tracce da adulti. Il Film ottenne un grande successo e ancora oggi è tra le opere più importanti del Cinema Italiano.
Nino Manfredi è maturo, e ormai i personaggi più complessi li interpreta con grandissima classe. Ma c’è spazio anche per la televisione, così interpreta Geppetto in “Le avventure di Pinocchio” di Luigi Comencini, un ruolo che oggi viene ricordato con affetto e quale la migliore versione delle tante realizzate dall’opera di Carlo Collodi.
Un altro ruolo importante è quello dell’emigrato italiano in “Pane e cioccolata” del 1973 di Franco Brusati, prima di tornare con Ettore Scola.Realizza così “C’eravamo tanto amati” nel 1974 e “Brutti, sporchi e cattivi” nel 1976.

I Grandi Attori Del Cinema: Nino Manfredi

“C’eravamo tanto amati” è un capolavoro diretto da Ettore Scola e narra la storia dell’Italia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale al 1974, percorre la vita di tre amici che hanno fatto la Resistenza e credevano in un futuro migliore, ma dopo trent’anni si rendono conto che le loro ambizioni sono finite con delusione. Antonio(Nino Manfredi), infermiere, Gianni, avvocato(Vittorio Gassman), e Nicola(Stefano Satta Flores) professore di lettere vivono diverse avventure e si innamorano della stessa donna, Luciana (Stefania Sandrelli).Il primo, rimanendo sempre pieno di speranze, il secondo diventa amministratore di un’indusria Edilizia presa dal suocero(Aldo Fabrizi) e padre di Elide(Giovanna Ralli), il terzo lascia la famglia per cercare un avvenire a Roma, ma rimane deluso. Alla fine Antonio sposa Luciana, e dopo una rimpatriata con Gianni, insieme a Nicola, vedono davanti a sè il tempo che hanno vissuto con rimpianto. La colona sonora di Armando Trovajoli accompagna la storia dei personaggi, in cui quello impersonato da Nino Manfredi è l’unico che riesce a guardare in avanti sempre.
“Attenti Al Buffone” di Alberto Bevilacqua del 1976 racconta la storia di un musicista, Marcello Ferrari, che tornato a casa deve subire le ingiustizie di ogni tipo da parte Cesare, un ricco fascista nostalgico(Eli Wallach), che porta via con sè la moglie(Mariangela Melato) e i due figli di Marcello, che sarà costretto a lottare con Cesare che tenta di umiliare in tutto e per tutto Marcello, uscendo però sconfitto dal duello di comportamento con il musicista che col suo animo semplice batte la prepotenza e la violenza di Cesare, anche per mezzo della poesia della musica.
“Il Giocattolo” di Giuliano Montaldo del 1979, “Cafè Express” di Nanni Loy del 1981 e il secondo fil da regista “Nudo di donna”, sono altri passi davvero importanti per Nino Manfredi. “Nudo di donna”, ambientato a Venezia, racconta la storia di Sandro, sposato con Laura, con cui è in crisi matrimoniale. La visione di un quadro, un nudo di donna, che somiglia alla moglie, fa venire dei sospetti a Sandro, che intanto conosce Rirì, una prostituta che somiglia in tutto a Laura. Sandro comincià così una ricerca continua della verità, e fino alla fine non caisce se sono due donne o è una che interpreta tutte e due. Il dubbio resta fino alla fine con Sandro, che decide di non domandarsi più nulla,e  questo forse lo rende più sereno poi. E’ un film molto particolare, che va visto in modo attento.
Tra gli anni ’80 e gli anni ’90 Nino Manfredi interpreta altri ruoli, in film come “Spaghetti House” del 1982, “Grandi Magazzini “ del 1986 di Castellano e Pipolo e “Questo e Quello” di Sergio Corbucci, e altri. Partecipa anche a produzioni in televisione, e spesso a programmi in cui viene celebrato. Come spesso accade però, quando i grandi attori sono in vita non vengono celebrati abbastanza, e solo dopo la morte ciò viene fatto.  
Nino Manfredi muore il 4 Giugno 2003, quando ancora ha molto da dare. Ma la sua memoria viene ricordata dalla moglie e dai suoi figli, e da tutti coloro che lo hanno amato e lo amano tutt’ora; è stato un grande uomo e un grande attore, e va conosciuto da tutti per i film e le opere che ha saputo recitare come pochi. Citare tutti i film e le sue partecipazioni risulta difficile, sono davvero molti, qui ho parlato delle più importanti, ma vale l’occasione di apprezzare e conoscere tutto ciò che ha fatto perché lui è sempre con noi.


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