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I “kiss”: unica data italiana all’arena di verona, 11 giugno 2015

Creato il 13 maggio 2015 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

kissI “Kiss”, ovvero la sovranità assoluta del “trash” che più “trash” non si può, quello che riempie gli occhi, teso a strabiliare e persino a sconvolgere, un’arte in cui la leggendaria “band” statunitense, sulla breccia da più di 40 anni, conta pochi eguali. Certo, pacchianeria a profusione, è innegabile, la loro, ma che sul palcoscenico funziona a meraviglia e ha sempre mandato in estasi le platee di tutto il mondo, affidata a costumi appariscenti, mostruose calzature-trampolo con tacco (almeno) 30 e suola carrarmato genere “tamarro” da ghetto metropolitano (tuttora in voga, sebbene con “sospensione” ad altezze menovertiginose), trucco pesantissimo, ispirato ai mimi del teatro Kabuki, con intonacatura facciale bianca su cui dei colori scuri, a far da contrasto,  disegnano le maschere che caratterizzano i personaggi incarnati dai componenti del gruppo, che nella formazione “storica” iniziale erano “The Demon”, il bassista Gene Simmons, “The Starchild”, il chitarrista Paul Stanley, gilet di cuoio a scoprire un petto nudo ricoperto da un selvaggio (e selvoso) tappeto di peli e poi “The Spaceman”, il chitarrista Ace Frehley e “The Catman”, il batterista Peter Criss; un contributo niente affatto trascurabile spetta agli “effetti speciali”, con Simmons, il “leader”, improvvisato “mangiafuoco”, sputi di sangue sintetico, chitarre che sparano fumo, fuochi d’artificio e scenografie “gotico-kitsch” alla “Gotham City”.

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E che dire dell’inconfondibile “logo” con le due “esse” di “Kiss”, gli interessati dicono, a forma di fulmini? Non si può ignorare che fin troppi vi hanno visto l’emblema delle “SS” naziste, attirando su di loro più di qualche critica. Ma questa è solo la cornice, l’aspetto coreograficamente “buffonesco” e “visivo”, i “Kiss” sono ben altro, musicisti con i controfiocchi con all’attivo oltre 100 milioni di copie dei loro album vendute a livello planetario e fra i massimi esponenti del “rock” duro, pionieri dell’”heavy metal” e capaci anche di sconfinare furbescamente, per ragioni commerciali, nel genere “disco”, come, fra tutti, con il celeberrimo singolo “I was made for loving you” (ndr contenuto nella raccolta “Dynasty”, del 1979), a tematica sentimental-sessuale e successo strepitoso di vendite anche qui da noi. Dopo un’evoluzione verso il “pop metal”, nei primi anni ’80, accolta bene dal pubblico, è seguito per loro un periodo di fortune alterne, coinciso con l’avvicendamento continuo di nuovi membri nel quartetto. Attualmente, accanto ai “fondatori” della “band”, i citati Simmons e Stanley, compaiono Tommy Thayer e Eric Singer e i “Kiss” hanno riacquistato nuovamente la popolarità che sembravano aver perduto, tanto che le richieste per i loro concerti continuano a fioccare da ogni continente. L’ultimo album pubblicato è “Kiss 40”, con intento celebrativo, del 2014. Se sono stati un mito per chi aveva 15/20 anni negli anni ’80, sarebbe il caso che li riscoprissero anche i giovani d’oggi, troppo inclini a tacciare frettolosamente di “antiquariato” tutto ciò che attiene le precedenti generazioni, con i “Kiss”, in quanto ad “attualità”, potrebbero avere delle sorprese inaspettate. L’appuntamento è a Verona, l’11 giugno, affrettatevi a procurarvi i biglietti.

[by The Musk]


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