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I nani della dolcificazione chimica

Creato il 27 dicembre 2012 da Femina_versi @MicaelaTweets

L’altro giorno, tra un pranzo natalizio e l’altro, ancora in preda ai residui di un’influenza con raffreddamento che mi costringe a boccheggiare sfoggiando un naso rosso renna, mi fermo in un autogrill nella speranza di trovare caramelline balsamiche che facilitino la mia prossima socializzazione.

Ora, io sono una persona selvatica, fatta da madre natura e convinta che il chimico non sia appropriato per la nostra struttura molecolare, benché in certe occasioni possa dare un contributo mirato e risolutivo. In certe occasioni.

Fatta la premessa, mi accingo dunque a leggere le etichette dei vari prodotti balsamici e rinfrescanti che affollano i meandri presso la cassa.

Una fila di ammiccanti dolcezze rigorosamente SENZA ZUCCHERO mi chiamano. Alcune con erbe balsamiche e officinali.

Ora, io non demonizzo lo zucchero. Ne uso da decenni sostanzialmente uno di canna non raffinato (di quelli grezzi grezzi, marroni, che devi sempre spiegare all’ospite che non è materiale alieno); dunque non temo di ingerire talvolta quantità di zucchero bianco (o raffinato).

Ma, ancor di più, non mi interessa “non ingerire zucchero per non ingrassare”, che questo è tra i luoghi comuni che nemmeno nel medioevo… (della serie: prendo il caffè con l’aspartame e la briochina alla crema).

Così mi chiedo quel SENZA ZUCCHERO che cosa comunica:

- salute? (Non ha zucchero per cui non fa male)

- estetica? (Non ha zucchero: puoi mangiartene a manciate, come da bambina, che rimarrai la figa che sei. Appunto)

Giro quindi la confezione: prima una, poi l’altra, poi l’altra ancora, marche diverse. Niente zucchero, è vero, solo i nani della dolcificazione chimica e/o sintetica: xilitolo, sorbitolo, saccarosio, acesulfame K, aspartame …

Non so se si arrivava a 7, questa volta i nomi li ho dimenticati prima tanto era il mio stupore.

Così sostanzialmente il messaggio è: “mangia le nostre caramelle, senza limiti, perché non ti faranno ingrassare e sono sane” (che poi tu abbia emicrania, diarrea, allergie o sviluppi un cancro son quisquilie).

Siccome vorrei evitare una laurea in chimica ed una in medicina solo per poter acquistare con consapevolezza un prodotto alimentare, siccome vorrei ancora esercitare la mia libertà di scelta, mi chiedo perché non debba esserci a fianco di tutto ciò una banale caramella, fatta come si faceva in Piemonte nel secolo scorso: con lo zucchero. O se invece devo, anche per questo prodotto, fare la cerca del Graal.

Ma ciò che mi allibisce più di tutto è che nel luogo comune che tutti frequentiamo, SENZA ZUCCHERO sia diventato una maschera per venderci un’idea estetica e salutistica e non un prodotto alimentare.

E mi torna in mente quando, anni fa, al bar, quando chiesi una bustina di zucchero di canna per bermi il caffè mi sentii rispondere dal barista ammiccante “Vuol mantenere la linea, vero?”.

AAAAAAggggrrrrhhh!



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