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I paradossi della ragione

Creato il 21 maggio 2013 da Giuseppeg

I PARADOSSI DELLA RAGIONE

Le vie della ragione non sono sempre lineari e coerenti


Furono i Greci i primi a parlare di razionalità, di logos propriamente detto, dando a questa parola molto più di un significato: anzi, a conteggio fatto, risulta che proprio la parola “logos” contiene al proprio interno più contraddizioni di qualsiasi altra! Tutto ciò non può essere un caso. È vero infatti che mai nessun popolo prima dei Greci ha ragionato così tanto e così intensamente sulla ragione e su tutti i suoi aspetti, comprese le contraddizioni che per natura si porta dietro. Partiamo da Eraclito. Il filosofo fu il primo ad usare questa parola, ma precisò: “Sebbene tutto avvenga secondo il logos (ovvero secondo una ragione determinata), gli uomini sono ottusi nei confronti di esso, sia prima sia dopo averne sentito parlare, e sembrano inesperti al riguardo”. E questo non solo, per continuare a dirla col filosofo di Efeso, perché la gente è stolta e non si rivolge minimamente alla filosofia, ma soprattutto perché, nonostante possediamo la ragione, non abbiamo ben chiaro che cosa essa sia, e quali siano le sue incongruenze. I Greci ne hanno messo in luce quattro.  

I PARADOSSI DELLA RAGIONE

Edipo e la Sfinge, l'esempio classico di enigma

Enigma. Una sfida per l’intelligenza; un quesito apparentemente irrisolvibile, che però deve contenere al suo interno almeno una soluzione possibile. Il carattere agonistico di questa prova è stato messo bene in luce dai racconti sulla Sfinge: metà donna e metà bestia, questa creatura mitologica scommetteva sulla vita dei passanti, attribuendo così un’importanza enorme alla loro intelligenza.

Antinomia. Ragionamento apparentemente corretto, ma che nelle sue conclusioni non può che portare alla contraddizione o alla presenza di più verità. È una specie di “cortocircuito del logos”, una sorta di bug della ragione che le consente di girare a vuoto, senza costrutto. L’antinomia più famosa per i Greci era quella cosiddetta “del mentitore”: “Epimenide il Cretese dice che tutti i Cretesi sono bugiardi”. Provate a seguire le fila di questo ragionamento, e vi troverete ogni volta al punto di partenza.  Divertente, non è vero? Paralogismi. In questo caso l’errore c’è, ma non si vede; o meglio, è ben nascosto dietro un velo di coerenza. In gergo si chiamano anche “sofismi”, e sono stati sempre visti sotto cattiva luce, anche se, a dire il vero, se ne servivano un po’ tutti. Ecco a voi il “paradosso del cornuto”: siete pronti?  “Ammetti di possedere tutto ciò che non hai perduto? Hai mai perduto un paio di corna? Allora queste corna tu le possiedi”. Non fa una grinza, vero?

I PARADOSSI DELLA RAGIONE

Un chiaro esempio di paradosso comportamentale:
com'è possibile sapere che non si deve leggere, se non leggendo?

Dilemma. Si tratta di un’argomentazione un po’ speciosa, dove però le due proposizioni contrarie sono entrambe possibili. Per esempio, un biglietto a due facce. Sulla prima, ci sta scritto: “La proposizione sull’altro lato di questo biglietto è vera”; mentre sull’altra: “La proposizione sull’altro lato di questo biglietto è falsa”. Ora, se voi foste i giudici, a chi credereste?

Tutto questo deve farci riflettere su una cosa. La ragione non è la sola chiave per interpretare il mondo, anzi: non è detto neanche che la vita in se stessa sia per forza ragionevole, o che la ragione stia alle spalle di ogni cosa. La ragione ha uno scopo prettamente funzionale: quello cioè, accumulato in molti millenni di evoluzione, di orientarci, di guidarci, di proteggerci perfino. Ma non è la sola chiave del mondo. E non è nemmeno perfetta. 

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