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I retroscena del Porcellum

Creato il 15 novembre 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

I retroscena del Porcellum

L’attuale legge elettorale è il frutto della più solida maggioranza di centrodestra che si sia mai vista in questo Paese: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord e UDC, la cosiddetta Casa della Libertà, eletta nel 2001 e poi sconfitta nel 2006 per una manciata di voti da Prodi, e poi disgregatasi.

La legge numero 270 del 21 dicembre 2005, anche detta legge Calderoli o più semplicemente Porcellum come ribattezzata dal politologo Giovanni Sartori, teoricamente dovrebbe essere sostituita in questi mesi prima delle elezioni di aprile, ma un’intesa sembra difficile. Intanto l’artefice, che per anni ha fatto da parafulmine sulla questione, rivela a La Stampa tutti quelli che hanno messo le mani sul testo della legge, divenuta alla fine una “porcata”, come lui stesso ha ammesso. Parole da prendere con le molle e di cui è difficilmente soppesare il valore di verità, ma comunque interessanti.

La legge è figlia di un ricatto di Casini che voleva un ritorno al proporzionale stile Prima Repubblica. Senza questo, l’UDC non avrebbe votato la riforma costituzionale che includeva la devolution e la riduzione del 20% dei parlamentari. Gli alleati acconsentirono, ma la legge risultò stravolta alla fine.

Inizialmente prevedeva il premio di maggioranza al 40%, ma fu tolto da Berlusconi che lo voleva per sé a tutti i costi, e quindi finì per diventare un bonus a chi otteneva la maggioranza relativa, senza nessuna soglia da superare. Le liste bloccate furono volute da Fini che non si fidava delle preferenze, perché prendeva voti soprattutto al Sud. Il premio di maggioranza su base regionale al Senato fu invece introdotto da Ciampi, a discapito del premio nazionale, e fu questo, di fatto, a causare la fine di Prodi nel 2006. 

Proprio nel 2006, in collaborazione con Napolitano, Calderoli propose una legge di sei righe che cancellava il Porcellum e riportava in auge il Mattarellum. Ma anche questa semplicissima modifica rimase per mesi in commissione e non fu mai approvata.

Una delle conclusioni che trae è sacrosanta:

La verità è che, siccome sono trascorsi sette anni dall’approvazione del Porcellum, ed è ancora lì, ne deduco che di estimatori ne ha molti più di quanti si pensi.

 

Fonte: La Stampa


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