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I ribelli della libia che cercano di resistere a gheddafi

Creato il 27 aprile 2011 da Madyur

All’improvviso tre dei più grandi eserciti del mondo ha deciso di sostenere un gruppo di libici chiamati genericamente ribelli. A marzo Gheddafi , i tv , aveva detto che i ribelli erano militanti di Al Qaeda , storditi da allucinogeni sciolti nel latte e nel Nescafé.

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Lo zoccolo duro dei ribelli è costituito dagli shabab , i giovani che con le loro protesta hanno scatenato la rivolta in febbraio. Ci sono studenti, disoccupati, meccanici, commercianti e qualche teppista. Alcuni lavorano per aziende straniere. Ci sono ex soldati , con fucili dipinti di rosso , verde e nero, i colori della bandiera libica prima dell’avvento di Gheddafi. Ci sono anche religiosi barbuti, pronti a combattere in prima linea. Impossibile che tutte queste persone rappresentino Al Qaeda.

A Brega uno dei più fanatici era un jihadista , un veterano della guerra in Iraq, ma ha accolto con favore l’intervento americano perchè Gheddafi è un kafir, miscredente. I libici sono sempre stati buoni musulmani , morigerate e osservanti, ma non estremiste.

Ibrahim era in America. Ha venduto la sua carrozzeria per venire a combattere Gheddafi. Ci sono tanti come Ibrahim. Sono coraggiosi, ma malapena armeggiano le armi. Per molti di loro i combattimenti sono spettacolo: ballano, cantano, sparano in aria e corrono con le camionette. Fino a quando non vengono messi in fuga dai spari che uccidono degli uomini di Gheddafi.

A questi ribelli serve addestramento. Hanno tenacia , imprudenza e coraggio. E parenti o amici morti sotto l’artiglieria. Per ora sono un migliaio di combattenti e poche armi. Un ex ufficiale dell’esercito dice “Ci sono pochi volontari come me e gli shabab”. Ancora non è chiaro chi siano i capi e cosa succede se cade Gheddafi.

Al palazzo di giustizia di Bengasi , la sede della rivoluzione libica , un gruppo di avvocati, medici e altri professionisti hanno costituito dei consigli. C’è un Consiglio nazionale di Bengasi e un Consiglio nazionale provvisorio, guidato dall’ex ministro della giustizia Jalil. Altre città hanno i loro consigli. Il problema è che non sono organizzati. Nessuno sa quale siano i rapporti tra il consiglio di Bengasi e quello nazionale.

Inoltre ci sono due capi militari in competizione tra loro. Uno è Abdel Fatah Younis, ex ministro dell’interno di Gheddafi e comandante delle forze speciali libiche prima di passare con i ribelli. L’altro capo è il colonnello Khalifa Heftir , un eroe della guerra in Ciad negli anni Ottanta. Si è messo contro Gheddafi ed è stato mandato in esilio. Non si fidano di Younis , mentre Heftir è molto stimato.

Prima che Gheddafi arrivasse a Bengasi c’era molta furia rivoluzionaria. I libici erano uniti nell’odio a Gheddafi , e avrebbero combattuto e resistito se le sue forze avessero cercato di conquistare la città. Ma quando i soldati hanno raggiunto la città , molti bengasiani sono partiti per l’est. La situazione è stata salvata grazie agli aerei francesi.

Il popolo di Bengasi vuole democrazia , vuole scuole, mezzi d’informazione liberi , la fine della corruzione , un settore privato che aiuta a crescere il paese. Aspettarsi che tutto questa venga presto è utopia.Intanto si lotta per liberare la LIbia dal “mostro”


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