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I servizi hanno bisogno di design

Creato il 20 febbraio 2011 da Karlus71
I servizi hanno bisogno di designSi è appena svolto a Milano il convegno dal titolo"Design dei servizi. Domanda e offerta di nuove capacità progettuali" . Credo valga la pena fermarsi un istante a leggere il comunicato di presentazione, in particolare si dice: "il design dei servizi sta facendo il suo ingresso neglistudi di design,architettura ecomunicazione che operano a contatto con le imprese di servizi". Sostengo che il design, nel senso lato e ampio di progetto, vada sempre concepito come servizio (in un mio precedente post ho affrontato la questione); questo incontro, sostenuto e organizzato, tra gli altri, dall'ADI e dal Politecnico di Milano avvalora la mia tesi.Il design dei servizi è un ambito multidisciplinare in cui la componente tecnica vive assieme a quella creativa e comunicativa per poter garantire efficacia tramite l'usabilità, l'ergonomia, la prossemica, la gestione dell'interazione e, in generale, attraverso tutte quelle operazioni con cui costruire relazioni tra persone, cose e spazi.Paolo Ricotti nel libro "Sostenibilità e Green Economy. Quarto Settore. Competitività , Strategie e Valore Aggiunto per le imprese del terzo millennio" (2010, Franco Angeli Edizioni) preconizza un nuovo modello di business "sostenibile" e giunge ad affermare che "i prodotti tendono comunque a evolversi nel tempo nella direzione di una minore materialità e maggiore immaterialità". Questa naturale evoluzione porta il bene a trasformarsi da oggetto a servizio e a innescare una serie di necessarie implicazioni in cui il design (qui inteso come capacità progettuale di soddisfare dei bisogni creando senso) ha, per forza di cose, un ruolo centrale al fianco della tecnologia.
La tecnologia (da sempre) necessita di una forma per costruire relazioni sensate con l'uomo e per costituire l'ambiente in cui vive e si evolve, la storia del Movimento Moderno lo ha già ampiamente provato. Il design dei servizi si spiega anche come design delle relazioni; questo rende sbagliato e dannoso ogni confine posto e imposto tra tecnologia e design.
Compiendo un volo pindarico è interessante osservare le immagini proposte dal Venus Project, un vasto progetto di riforma in chiave progressista dell'intera umanità (!) che delinea uno scenario economico e culturale del tutto alternativo allo status quo. Il progetto prevede, ingenuamente, la sostituzione delle strutture decisionali di natura politica con nuove forme di organizzazione basate sulla conoscenza tecnologica. Gli scenari proposti per immaginare questo nuovo mondo utopico totalmente formato e governato dalla tecnologia (che curiosamente ricordano la Broadacre City di F.L.Wright del 1935 nonché altre visioni di mondi futuri tipiche dei fifties) sono totalmente centrati su un estetica new-age e modernista fortemente "disegnata", ovvero permeata da una cifra estetica preordinata che tenta disperatamente di dare una forma codificata, evidente e comprensibile alla tecnologia. Come dire: la tecnologia va interpretata e "disegnata" per creare valore effettivo.SeNSoRe, il blog di Carlo De Mattia

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