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I ♥ Telefilm: Delirium, Orphan Black, Faking It, The Vampire Diaries

Creato il 25 giugno 2014 da Mik_94
Ciao a tutti, amici. Dopo qualche giorno di turbolenza, su Blogger, tutto sembra essere ritornato alla normalità, finalmente. E chi ci sperava? Oggi, nuovo appuntamento con I Love Telefilm. Vi parlo di tre serie che si sono appena concluse, già rinnovate per l'anno prossimo, e del pilot “prova” di Delirium, potenziale serial ispirato alla trilogia di Lauren Oliver, che da queste parti era piaciuta parecchio, se ricordate. I quattro commenti, vedrete, sono brevissimi e senza spoiler. Ci sentiamo presto. A giorni vi parlerò del bellissimo libro che ho in lettura, infatti. Un abbraccio, M.
I ♥ Telefilm: Delirium, Orphan Black, Faking It, The Vampire Diaries Delirium Il pilot 1x01 In realtà non lo aspettavo. Non più. Il pilot di Delirium. Qualche anno fa, adoravo la trilogia di Lauren Oliver. Poi, questo inverno, dopo la mezza delusione dell'ultimo capitolo, ho smesso. I bei momenti dei primi due volumi rivalutati, purtroppo, alla luce dei pochi avvenimenti dell'ultimo. Era da un po' che era in programma una serie TV ispirata alla saga distopica targata Piemme. Dopo Divergent e Hunger Games, come lasciarsi scappare l'occasione? Stroncata sul nascere, la serie non ha mai visto la luce. Poco male. Avevo visto qualche spezzone qui e lì e mi sembrava pessima. Non so dove, non so quando, la casa di produzione ha rilasciato l'unico episodio girato. Ho dato un'occhiata. E non l'ho trovato male: mi aspettavo decisamente peggio. Nel primo – ed unico, molto probabilmente – episodio, si fondono il tema portante di Delirium, i perché del Veleno sulle labbra, i personaggi secondari di Chaos. Alle saghe non sto tanto appresso e, personalmente, quando si parla di trasposizioni, non trovo disturbanti i cambiamenti: sono ragionevolissimi, checchè ne pensino i fandom. Con il poco tempo a disposizione, il regista ha fatto il possibile. La sceneggiatura è un minestrone di cose che non crea troppa confusione. Per essere quelli di un distopico, gli scenari sono troppo puliti. Patinati. Sfarzosi. Comuni. Come anche i dialoghi: quelli del più classico dei teen drama in circolazione. Il cast è improvvisato e un po' male assortito. Ebete il Julian di Gregg Sulkin, con i maglioni a V e le camicie che sottolineano didascalicamente il suo essere il bravo ragazzo della storia; una Hana bruna, rotonda, civettuola quella di Jeanine Mason; distaccato antagonista Billy Campell, un Alex fuori parte quello impersonato da Daren Kagasoff. Troppo cresciuto, lui. Adulto, stonato, accanto alla delicata Emma Roberts. Candida, piccola, convincente come suo solito. Ecco, lei sarebbe stata un'ottima Lena. Tutt'altro che inspiegabile, dunque, la cancellazione prematura della serie: arrangiaticcia. Una storia che parla della potenza dell'amore, senza potenza. Senza amore. Quaranta minuti della mia vita, però, avrei potuto sprecarli peggio. Ho visto primi episodi peggiori, e le serie sono ancora in circolazione: poco ma sicuro. (5,5)
I ♥ Telefilm: Delirium, Orphan Black, Faking It, The Vampire Diaries Orphan Black II Stagione Interessantissimo Orphan Black. Uno dei ritorni sui palinsesti che più attendevo, in questo 2014 di novità, vecchie conoscenze, pilot morti sul nascere. L'anno scorso mi aveva ipnotizzato. Con un cliffhangher inserito ad arte, era finito. Avrei dovuto aspettare un anno. Eppure il tempo è passato. La seconda stagione di Orphan Black è iniziata velocemente e velocemente è finita. Le serie che mi piacciono durano troppo poco: devo fare qualcosa, devo farci il callo. Che dico a fare che mi è piaciuto? L'ho trovato originale, ben diretto, impeccabile. Al solito. Però c'è un però. La prima stagione era un'altra cosa. Lo sottolineo: secondo me. Tutti sembrano aver apprezzato di più la seconda, che nonostante le sue genialità varie non mi ha entusiasmato quanto avevano fatto quei dieci episodi introduttivi: con loro era scoppiata la scintilla. Ho seguito questa nuova stagione, con curiosità e piacere, ma senza colpo di fulmine. Mi sono divertito, alcune cose continuano a sorprendermi come fosse la prima volta, ma non ci ho trovato chissà quale voglia di cambiamento. Non dico miglioramento. Orphan Black era già perfetto così, anche se la perfezione dicono non sia di questo mondo... E della tv via cavo. Resta uguale a sé stesso, si gioca le solite carte. Alcune svolte avvincono, alcune sottotrame le segui con scarsa attenzione. Quando non c'è lei sulla scena ti spegni, e ti senti giustificato a farlo. Orphan Black è una fantascientifico varietà del sabato sera: il Tatiana Maslany Show. Quant'è bella Tatiana Maslany. E quant'è brava. Un camaleonte, una trasformista, una caratterista eccelsa. Non so dove si nascondesse prima. Sarà un esperimento di laboratorio? Impersona qualcosa come otto, dieci personaggi e lo fa utilizzando qualcosa come otto, dieci accenti diversi. E' una fuggiasca con l'accento british, una casalinga disperata, una tenera assassina russa, un'algida donna di scienza, perfino un transgender. Orphan Black è fantascienza, è noir, ma – completo – regala anche siparietti comici fortissimi. Ci pensano Felix (l'esuberante amico gay della protagonista), il goffo Donnie (marito della “disperate housewife” più fuori del pianeta), la letale e tenera Helena (capelli ossigenati, cicatrici insanabili a forma di ali, nemici ad ogni angolo, la cotta facile e il bene verso la sua sestra, Sarah, che ha tentato di ucciderla, una volta... o cinquanta). Movimentato, ironico, surreale, sexy, il serial della BBC Canada si conferma una seriale dipendenza. Notevole il season finale, con i cloni che danzano tutti insieme in una sequenza indimenticabile –  con una miracolosa Maslany quintuplicata – e una rivelazione che mette altra carne a fuoco. Parecchia. E io che mi lamentavo perché ci vedevo una certa apatia. Poca voglia di fare... (8)
I ♥ Telefilm: Delirium, Orphan Black, Faking It, The Vampire Diaries Faking It I Stagione In una scuola americana in cui tutto è sottosopra, è la diversità ad essere premiata e non sbeffeggiata, mentre la normalità sa di noia. Karma e Amy – in questo strano panorama adolescenziale da allegra distopia – sono amiche da una vita che il mondo ignora. Carine, ma poco interessanti. Quando si baciano in pubblico e fingono di essere una coppia tutti le vogliono. La loro finta omosessualità le mette sotto la luce dei riflettori e, da anonime sedicenni, diventano le stelle del liceo. Peccato che fingano. Peccato che Amy non finga poi tanto: quel bacio sulle labbra, dato mentre tutti guardavano, l'ha turbata non poco. E inizia a pensare a Karma tutto il giorno. S'innamora della sua migliore amica e non glielo dice. Ora che Karma ha conquistato il ragazzo dei suoi sogni, ora che tutto va per il verso giusto, non vuole perderla. No. MTV sforna un'altra chicca: Faking It. Venti minuti settimanali di spasso, risate, gioventù e piccole, grandi bugie. Una sit-come per chi, come me, alle sit-com non va tanto appresso. Brioso, a metà tra il paradossale e il realistico, Faking It è una commedia brillante, con i toni pungenti e irresistibili di Easy Girl. Sembra stupido, ma non lo è. E nemmeno irrispettoso. Con allegria e intelligenza, gioca con le relazioni, il liceo, la sessualità, la confusione giovanile e punzecchia da vicino quelle star americane che dell'ambiguità sessuale hanno fatto la loro fama. Il segreto sta in uno script ben pensato, in episodi generosi di sorrisi, in una galleria di personaggi assurdi ed esilaranti. Il triangolo “lui, lei, l'altra” si anima con le facce belle dei tre protagonisti: un imbabolato Gregg Sulkin (dopo Delirium, ecco che si riparla di lui!) che fa sogni e incubi su una maliziosa cosa a tre; una inconsapevolmente sexy Katie Stevens; una Rita Volk da tenere d'occhio – bellissima, simpatica, sveglia. Difetti: gli otto episodi. Troppo pochi. Ho visto l'ultimo senza aver capito che fosse l'ultimo. Ci rifaremo con una sicura seconda serie. Speriamo soltanto che conti più puntate. Non annoia mai. (7+)
I ♥ Telefilm: Delirium, Orphan Black, Faking It, The Vampire Diaries The Vampire Diaries IV Stagione Credo di essere diventato immortale anch'io. Perché seguo The Vampire Diaries da troppi anni. Davvero. Quanti? Finirà mai? Dai primi tempi è cambiato non poco: lo tollero per quello. Vedo che c'è impegno a tirar fuori sempre storie nuove; vedo che i protagonisti sono maturati. Non vi so dire cosa sia successo nella serie precedente, o cosa sia successo – pensate un po' - all'inizio di questa. Però lo guardo. Sicuramente mi avevano diverito, quegli episodi; certamente mi avevano appassionato. Altrimenti l'avrei abbandonato senza troppe smancerie. Mystic Falls continua ad essere calamita per il soprannaturale. Un originale meccanismo – sempre soprannaturale – mi ha aiutato, inoltre, a superare la mia insofferenza verso Elena Gilbert. Io pensavo di detestare Nina Dobrev in persona, e invece no. Perché nei panni della malefica Katherine la trovo seducente e frizzante, in quelli della protagonista una gatta morta terrificante. Si mette puntualmente in pericolo, puntualmente rischia di spezzarsi l'osso del collo, puntualmente vuole provarci con i fratelli Salvatore. Sookie Stackhouse, in casa HBO, avrebbe già combattuto le rivalità tra parenti a suon di sì all'amore, non alla guerra. Probabilmente, con un'orgia in famiglia si sarebbero risolti tutti i dissapori. Steve R. McQueen, da adolescente sfigatello e timido, mi è diventato pompato come The Rock – e un The Rock emo; Kat Graham è l'inutilità in persona, resuscitata più volte di... di... non lo so; Candice Accola, adorabile. Ian Somerhalder recita e si pavoneggia. Sgrana gli occhi blu, va in giro con magliette e pantaloni attillati, aspetta di essere convocato nel sequel di Magic Mike. Il suo cavallo di battaglia: guardarsi la punta del naso. Il risultato pare che piaccia alle ladies. Meglio Paul Wesley, che trovo cresciuto di stagione in stagione. Non male il finale. Tra Sleepy Hollow e Supernatural, è ben studiato. Per le fan, troppo crudele. Non disperate: lo sapete, in The Vampire Diaries si muore un giorno e si resuscita il successivo! A manovrarne i fili, lo stesso Kevin Williamson di The Following: anche lì, tanti aspiranti Lazzaro. Stesso discorso fatto per Revenge, insomma: alti e bassi, discreti picchi e abissi, ma – ehi! - siamo in presenza di gente immortale. Hanno tempo. (6,5)

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