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I venerdì del libro (162°): NOVECENTO

Da Marisnew
Cara Lilli, 

mi è mancato venerdì scorso non scrivere di libri! Riprendo oggi la mia buona abitudine ed aderisco all'iniziativa di HomeMadeMamma parlandoti di un racconto, o meglio un monologo, letto a fine 2013: NOVECENTO di Alessandro Baricco.E' stato il mio primo Baricco. Meditavo da anni di approcciare questo autore e solo da pochissimo mi sono decisa. Dovevo pur farmi un'idea mia, prima o poi, visto che in giro ne ho sentito parlare o benissimo o malissimo, senza vie di mezzo.

Ho un pò barato, però, perchè la mia scelta è caduta sull'unico dei suoi scritti di cui conoscevo già la storia, avendo visto il film "La leggenda del pianista sull'oceano". Diciamo che forse non ho voluto rischiare troppo, sono andata sul sicuro, perchè anche se il film di Tornatore mi è parso a tratti troppo lento e non mi ha entusiasmato in linea generale mi è piaciuto.

Al contrario del film, che è bello lungo, lo scritto di Baricco è piuttosto breve. L'ho trovato interessante, con il suo essere scritto in forma di monologo teatrale, con tanto di indicazioni sulle luci, sui rumori fuori scena e sulle azioni dell'attore che narra la storia.Credo che la bellezza di questo scritto sia proprio nell'originalità della storia  e nella sua inverosimiglianza, se si vuole. Perchè si può credere che ci sia un neonato abbandonato a bordo di un transatlantico nella notte di Capodanno del 1900, che venga adottato da un vecchio marinaio di colore e che quando lui muoia sia poi curato e cresciuto un pò da tutti coloro che lavorano sulla nave. Diventa un pò meno credibile il fatto che all'improvviso il bambino si metta a suonare il pianoforte in modo virtuoso, senza sapere da chi, quando e come abbia imparato a farlo.Ma la cosa più incredibile, che poi è proprio quella che dà il vero tocco di fascino alla storia, è che quel bambino cresca, diventi uomo e non metta mai piede sulla terra ferma. MAI. Ci prova una volta, arrivando a scendere i primi tre scalini di quelli che portano alla passerella e quindi sul molo. Ma si ferma, riflette e torna indietro. Il perchè, i pensieri che gli hanno attanagliato la mente e l'anima in quel lunghissimo momento li rivelerà solo molto tempo dopo, ad un amico musicista (che poi è la voce narrante).Vivrà su quel transatlantico per sempre. Diverrà una leggenda per i suoi virtuosismi col pianoforte. Vivrà e morirà lì sul Virginian. Perchè alla fine il vecchio transatlantico verrà demolito e neppure allora Danny Boodman TD Lemon "Novecento" lo abbandonerà. Seguirà il suo destino.

Questo (mio) primo libro di Baricco in definitiva mi è piaciuto, mi ha regalato qualche momento di astrazione dalla realtà e anche un pizzico di poesia. Ma mi ha lasciato col dubbio sull'autore: cioè, mi rendo conto che è la storia narrata in sè per sè che mi ha preso, l'idea di questa vita strordinaria, il fatto di essere così difficile da credere. L'autore e il suo stile mi sono sembrati quasi una cosa a parte. Non so se riesco a spiegarmi. Probabilmente no.

Comunque, dovrò leggere altri scritti di Baricco per farmi un'idea più chiara su di lui.

I venerdì del libro (162°): NOVECENTO

<<Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia... Tutta scritta addosso. Lui la leggeva, e con cura infinita catalogava, sistemava, ordinava... Ogni giorno aggiungeva un piccolo pezzo a quella immensa mappa che stava disegnandosi nella testa, immensa, la mappa del mondo, del mondo intero, da un capo all'altro, città enormi e angoli di bar, lunghi fiumi, pozzanghere, aerei, leoni, una mappa meravigliosa.>>

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