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Ibrahimovic e la Champions… un matrimonio che s’ha (finalmente) da fare

Creato il 24 ottobre 2013 da Marco Santi Trombetta @MarcoSantiii

Nella compianta Coppa delle Coppe 1973/74 un certo Tore Cervin diventava il primo calciatore svedese a firmare quattro goal in un solo match europeo. Tore è uno svedese di Malmö, proprio come Zlatan Ibrahimovic, che quarant’anni dopo decide di emularlo in Champions League, sbattendo un poker in faccia al malcapitato Anderlecht.

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Ibra, fulmini e saette

Il PSG vince 5-0 al Constant Vanden Stock, ipotecando il passaggio agli ottavi di finale con tre turni ancora da giocare, mentre Ibra entra a far parte del gruppo ‘quaternisti di Champions’, che può vantare di iscritti del calibro di Messi, Van Basten, Shevchenko, Van Nisterlooy, Simone Inzaghi, Prso, Gomis, Mario Gomez e Lewandowski, l’ultimo arrivato prima dello svedese.

Ibra ha iniziato piano, con un tocco facile a porta vuota, per poi aumentare il coefficiente di difficoltà. Il secondo arriva dopo uno splendido colpo di tacco – il secondo nel giro di quattro giorno dopo quello al Bastia – , il terzo grazie ad un missile di controbalzo da 30 metri che brucia l’incrocio dei pali. L’ultimo, il quarto, con una conclusione potente e precisa che bacia il palo e firma il capolavoro.

Dalla Kop dell’Anderlecht si alza un coro: “Zlatan! Zlatan!”. Troppo forte questo Ibra per non adularlo, e non importante se ti ha appena infilato quattro pappine. ”E’ stato incredibile, fantastico. - commenta un Ibra forse anche un pò emozionato- Ho avuto i brividi, per me è un grande onore e volevo ringraziare i tifosi dell’Anderlecht per il loro omaggio”.

Ma i complimenti non arrivano soltanto dai tifosi dell’Anderlecht. Blanc ha definito Zlatan ”una locomotiva per la squadra, che ci spinge verso l’alto”. Matuidi è invece convinto che il suo compagno “resterà un monumento del calcio europeo e mondiale”. Insomma giù il cappello di fronte a questo Ibra.

IBRA IN CHAMPIONS

2002/2003   SQUADRA: Ajax   PRESENZE: 13   GOAL: 5
2003/2004   SQUADRA: Ajax   PRESENZE: 8   GOAL: 2
2004/2005   SQUADRA: Juventus   PRESENZE: 10   GOAL: 0
2005/2006   SQUADRA: Juventus   PRESENZE: 9   GOAL: 3
2006/2007   SQUADRA: Inter   PRESENZE: 7   GOAL: 0
2007/2008   SQUADRA: Inter   PRESENZE: 7  GOAL: 5
2008/2009   SQUADRA: Inter  PRESENZE: 8   GOAL: 1
2009/2010   SQUADRA: Barcellona   PRESENZE: 10   GOAL: 4
2010/2011   SQUADRA: Milan   PRESENZE: 8   GOAL: 4
2011/2012   SQUADRA: Milan   PRESENZE: 8   GOAL: 5
2012/2013   SQUADRA: PSG  PRESENZE: 9   GOAL: 3
2013/2014   SQUADRA: PSG  PRESENZE: 3   GOAL:

Tornando ad analizzare i numeri, salta subito all’occhio un dato: Ibrahimovic non aveva mai realizzato più di 5 goal nelle sue stagioni in Champions, quest’anno è già a 6 in appena tre partite. Meglio di lui ha fatto soltanto Ronaldo con sette.

Numeri che non possono passare inosservati. Sopratuttto in relazione al fatto che ad Ibra negli anni era stato diagnosticato un ‘mal di Champions’ cronico. Con Inter e Juventus, in due campagne europee, non segnò nemmeno un goal su 17 presenze complessive. Nell’ultima stagione in nerazzuro timbrò il cartellino soltanto una volta in sette apparizioni.

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Una maledizione da rompere

Lo svedese dava sempre l’impressione di essere incostante, nervoso e impreciso quando calcava i palcoscenici europei. Forse quella ossessione di essere a tutti i costi decisivo, di conquistare il prima possibile la coppa dalle grandi orecchie lo ha frenato. Anche la scorsa stagione, la prima al PSG, non ha fatto faville in Champions, segnando solo 3 goal in 9 partite e rimendiando anche un rosso diretto contro il Valencia.

Quest’anno con l’arrivo di Cavani le cose sembravano complicarsi ulteriormente per lui, invece, dopo essersi sbloccato contro il Guingamp, Ibra ha trovato l’equilibrio giusto ed una tranquillità che soprattutto in Europa non aveva mai avuto. C’è finalmente la giusta alchimia tra il campione svedese e la Champions. E allora la domanda nasce spontanea: che sia giunta l’ora del matrimonio?

“Il sogno del PSG è vincere la Champions”. Un sogno, non più un’ossessione per Ibra. In questo modo è tutto più semplice, anche per uno che di cose semplici, nella sua vita, non ne ha mai fatte. La locomotiva Ibra è partita, con i goal come combustibile: destinazione Lisbona.

Marco Trombetta



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