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II Domenica di Avvento: Profeti di ieri e di oggi! (Convertiamoci alla Speranza)

Da Ganimede

tratto dal sito: www.gioba.it di don Giovanni Berti

II Domenica di Avvento: Profeti di ieri e di oggi! (Convertiamoci alla Speranza)

II Domenica di Avvento - Anno B

"Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo»."
(dal Vangelo di Marco 1,1-8)

Nel 2004 è stato inaugurato vicino a Millau nella Francia meridionale il viadotto più alto del mondo. I piloni che sostengono la sede stradale sono alti fino a 343 metri, più della Tour Eiffel di Parigi. Il viadotto passa sulla valle del fiume Tarn ed è stato costruito perché i collegamenti in quella regione molto trafficata in estate fossero più rapidi e veloci.
E’ stato uno sforzo progettuale e materiale davvero incredibile, e di opere simili in giro per il mondo l’uomo ne ha costruite parecchie. Fin dall’antichità l’uomo ha riversato nelle comunicazioni stradali moltissimo del proprio ingegno e tantissime risorse materiali, e il Viadotto da record di Millau è solo uno di questi esempi.

“Preparate la via del Signore…. Raddrizzate i suoi sentieri”. E’ su queste parole antiche del profeta Isaia che Giovanni Battista riassume la propria vocazione e missione. E’ il suo compito, e in questo coinvolge tutti coloro che vengono a lui. Li invita ad intraprendere la missione grande di diventare “vie del Signore”, attraverso il duro lavoro su se stessi che è la conversione.
Immagino i progettisti e committenti del Viadotto di Millau il giorno in cui decidono di costruirlo, li vedo pieni di dubbi e anche con l’entusiasmo di farcela… Penso che un’opera del genere richieda non solo enormi capacità di progettazione e immense risorse economiche, ma anche un bel po’ di coraggio e speranza di riuscire nell’impresa. Richiede la capacità di vedere l’opera nel futuro come fosse già realizzata, anche se si è solo alle fondamenta e tutto sembra così incredibile e quasi impossibile. Questo significa credere in se stessi e nelle proprie capacità, altrimenti non ci si mette nemmeno all’opera di progettazione…
Giovanni Battista nel deserto invita i presenti a credere che è possibile preparare la strada del Signore, perché non è un impresa irraggiungibile. Non c’è dubbio o peccato che possano fermare questa venuta!
La predicazione di Giovanni è basata su una grande speranza e senso di ottimismo verso se stesso e verso coloro che vengono da lui per ricevere il battesimo di conversione. Il Battista è ben consapevole della propria piccolezza (“non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali”) difronte all’enormità di Colui che annuncia, ma questo non gli toglie il desiderio e la determinazione di farsi annunciatore e di preparare la sua venuta.
Tante volte abbiamo una grande sfiducia in noi, nelle nostre possibilità spirituali e umane. Pensiamo forse di non avere la capacità di accogliere Dio e di esserne gli annunciatori. Pensiamo che solo pochi “santi” hanno questa possibilità e capacità.
Giovanni ci dice che possiamo preparare la via al Signore! Il suo grido infatti non si ferma ai suoi contemporanei, ma attraverso il Vangelo letto anche oggi, diventa rivolto a noi. Se ci dice questo con determinazione vuol dire che ne siamo capaci.

La prima conversione quindi che dobbiamo operare è proprio alla speranza. Convertirsi alla speranza è credere che nonostante le piccolezze e sbagli che avvertiamo in noi, siamo ancora “capaci di Dio”, capaci di conoscerlo, incontrarlo e diventarne annunciatori. Convertirsi alla speranza è superare il clima di pessimismo di questa crisi economica drammatica che stiamo passando, e che rischia davvero di contaminare non solo le nostre tasche ma anche il nostro animo.
Convertirsi alla speranza è credere che il progetto del Vangelo, spesso così incredibile e “impossibile”, in realtà è realizzabile. Vi vuole una vita intera per fare questo… anzi ci vuole l’intera vita dell’umanità, ma è possibile!
Forse il Viadotto di Millau verrà superato da qualche altra impresa ancora più grande da parte dell’ingegneria umana. Ma questo sarà possibile se l’uomo continuerà a credere in se stesso e nelle sue capacità progettuali e tecniche.
Lo stesso vale per la vita dello spirito e per la fede.

Giovanni don


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