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Il bagnetto di Michele, il cesareo di Bandinelli e la suora di Pannella

Creato il 13 febbraio 2012 da Malvino

Alle 18.30 - valga come avvertimento - io sono intento al bagnetto di Michele: RV 485 (la sua preferita), detergente all'olio di borragine, amido in polvere di riso profumato alla rosa, esercizi ginnici raccomandati dall'American Academy of Pediatrics e lungo massaggio defatigante. Segue poppata e a quello pensa sua madre, ma poi al ruttino ci penso io e per quello - valga come avvertimento - sono necessarie atmosfera raccolta e grande concentrazione. La preparazione - valga come avvertimento - mi prende almeno una mezz'ora e il tutto non finisce mai prima delle 19.15, domeniche comprese. L'avvertimento è rivolto a quanti si sentono in dovere di mandarmi un sms ogni volta che Marco Pannella mi cita nel corso delle sue scatarrate di bile su Radio Radicale o peggio - com'è accaduto ieri sera - di telefonarmi: "Parlava di te, hai sentito?".
No, carino, non ho sentito: mi dedicavo ai quadricipiti di mio figlio, intanto gli parlavo del soggiorno di Vivaldi a Desdra, del reciproco influsso che lì maturò con Zelenka, poi è squillato il telefono, eri tu. "Vabbe', volevo segnalartelo". Ok, me l'hai segnalato, grazie. "Rispondigli, non vedo l'ora di leggere la tua risposta. Gli rispondi, vero?". Vedrò se vale la pena, ma ora scusami, devo lasciarti. Nel caso, avrò due righe anche per te.
Bene, queste erano le due righe per F.M. e mi auguro ci abbia saputo leggere quanto c'era in mezzo. Adesso passiamo a Marco Pannella. Mi tira in ballo in due passaggi di questa conservazione domenicale con Massimo Bordin.
Sul secondo non è necessario che mi intrattenga troppo. Bordin chiede a Pannella di dire due parole su Danilo Quinto, già tesoriere di Radicali italiani, che pare fosse troppo disinvolto con la cassa. Storiaccia finita in tribunale, ma che col caso Lusi torna di attualità. Rutelli non poteva non sapere, e Pannella? Boh. Per quanto riguarda me, in ogni caso, il problema è altro: Quinto ha sostenuto che le accuse di aver fatto la cresta mossegli dai radicali sarebbero dovute ad una sua conversione e Pannella produce la mia critica alla sua setta cristianoide come obiezione a quella motivazione. Ma sarà il caso di dare la parola a lui, perché fa riferimento pure ad un'altra questioncella, vecchia ormai di almeno dieci anni, ma che di tanto in tanto ritorna.

Chi segue questo blog da qualche tempo sa già della polemica cui fa cenno Bordin. Ebbe origine sul forum di radicali.it, nel 2002, con una coda nel 2007. Sciocchezzuole, per chi abbia voglia di perderci tempo lascio questo . Vi aggiungo solo un documento che non ho mai prodotto fino ad oggi: la dedica che Angiolo Bandinelli appose a un libricino che mi donò nel 2003 e che fa riferimento proprio alla polemica sul taglio cesareo che si era consumata tra noi qualche mese prima. Mi pare che non abbia bisogno di commenti.

Il bagnetto di Michele, il cesareo di Bandinelli e la suora di Pannella


In quanto al resto, in quanto al fatto che potrei smentire la versione data da Quinto sulla base delle mie opinioni sulla cosa pannelliana, sarà il caso di dar voce ancora a Pannella. Pare che qualche catorcio della vecchia Dc siciliana abbia preso la tessera radicale. Si può comprendere la gioia di Pannella, ma è più interessante sentire quale ne sia il vero motivo.

"Quel mondo che potremmo definire grosso modo democratico cristiano" ha sempre arrapato molto Pannella, talvolta arrapandosene a sua volta. Idilli durati poco, bisogna dire, giusto il tempo di chiarire quanto si era reciprocamente frainteso. Gli esempi sono tanti, tutti eloquenti, ma il migliore mi pare quello di suor Marisa Galli, che in qualche modo si offre come paradigma.
Quando nel 2008 trattava con Goffredo Bettini per avere i suoi nelle liste del Pd e i veti della componente cattolica del partito erano un'ottima scusa per fargli resistenza, Marco Pannella ruggì: "Noi siamo stati i primi a candidare una suora". Era per l'appunto Marisa Galli.
"Nata a Inverigo (Como) nel 1930, laureata in pedagogia, entrata nel 1952 nelle Minime Oblate, [...] - aveva cominciato a creare scompiglio nel 1973, quando, direttrice di una casa delle Minime Oblate a Igea Marina, aveva preso come educatori cinque obiettori di coscienza. L'anno dopo, nel 1974, ruppe gli indugi e si schierò per il no al referendum sul divorzio. [...] Da lì alla rottura con i superiori e all'abbandono del velo il passo fu breve. Nel febbraio del 1975 Pannella, Ada Rossi, la teologa Adriana Zarri, la ormai ex suora Marisa Galli e altre tre donne romane che avevano abortito presentarono la richiesta di referendum sull'interruzione volontaria della gravidanza. [...] Nel settembre del 1976, a Palermo, chiuse con un comizio la manifestazione anticlericale del Fuori, il Fronte unitario omosessuale rivoluzionario. I Radicali l'avevano candidata alle elezioni nel giugno dello stesso anno. Non era stata eletta, ma era diventata con Roberto Cicciomessere, Angelo Pezzana e Franco De Cataldo "deputata supplente" (a un certo punto della legislatura i parlamentari radicali si dimettevano e venivano sostituiti da chi li seguiva come numero di preferenze). [...] Da suora a Radicale dura e pura, insomma, abbracciando tutto l'arco delle cause pannelliane. Nel gennaio del 1977 si unì al digiuno di gruppo per richiamare l'attenzione sulle condizioni di vita nelle carceri. Nel giugno del 1979 venne eletta alla Camera. In autunno si aprì un dibattito all'interno del gruppo parlamentare radicale su come agire politicamente sul tema della droga. Ovvero se continuare a chiedere la liberalizzazione non solo di hascisc e marijuana, le droghe cosiddette leggere, ma anche dell'ultimo e devastante prodotto arrivato sul mercato: l'eroina. Marisa Galli, insieme ad Adelaide Aglietta, fu tra i più decisi nel richiamare il valore dell'autodeterminazione e ad opporsi a qualsiasi tipo di controllo. Non mancò l'impegno per l'ennesima campagna, quella contro la fame nel mondo. Fino al dicembre del 1980, quando, dopo essere stata divorzista, abortista, anti-militarista, per i diritti di gay e lesbiche, per la liberalizzazione totale della droga, donna immagine per le denunce contro l'oscurantismo vaticano ecc., terminò il suo viaggio come tanti figli politici del Cronos Pannella: fagocitata. "È un capo violento e autoritario, un dittatore", lo accusò. Seguì il passaggio al gruppo parlamentare della Sinistra indipendente. Alle elezioni successive si candidò senza esito con Democrazia proletaria. Continuò a sostenere le proprie istanze, partecipò a convegni insieme ad altri cattolici del dissenso, ma lentamente, dopo anni di esposizione pubblica incandescente, scivolò nell'ombra. Fin che nessuno la vide più. Di lei si persero le tracce" (Avvenire, 7.4.2011).
Dov'era finita? Tornata in convento. Oggi ha 82 anni ed è suor Maria Simona. Vive nell'abbazia benedettina Mater Eclesiae di San Giulio, sul lago d'Orta. Poverina, dev'essersi detta: "Tanto vale obbedire al Papa". Che poi è la stessa conclusione alla quale prima o poi giungono tutti quelli che dal Papa vanno incontro a Pannella, quasi sempre per tornare dal Papa o nei paraggi. Perché cattolico e democratico, cattolico e liberale, fanno contraddizione in termini. Di contraddizioni Pannella ha vissuto, ora pare accontentarsi di sopravvivere su quelle che gli sono scoppiate in mano. Ormai non ha più i pollici, però se li rigira. E io, io che adesso ho un figlio al quale spiegare perché Zelenka è bravo ma non quanto Vivaldi, io dovrei star lì a guardare come se li rigira?


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