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Il cappello nella storia dell’arte

Da Annaulaola

Che importanza riveste il cappello nella storia dell’arte? Sicuramente grande rilevanza. Non possiamo non pensare al cappello in feltro che indossava Vincent Van Gogh nel suo autoritratto. Le sembianze erano sicuramente quelle del famoso cappello Borsalino che potete trovare nella sezione Vintage di Ulaola.

Il cappello nella storia dell’arte

Vincent Van Gogh ready to wear A.N.G.E.L.O.

Altra storia e altro cappello. Facciamo un passo indietro e recuperiamo lo stile elegante e sinuoso di Giovanni Boldini. Le sue donne fatali godono di una bellezza erudita e il cappello ne è il giusto completamento. Un cappello a tesa larga per lo sguardo elegante e determinato della giovane fanciulla di Boldini.

Il cappello nella storia dell’arte

Giovanni Boldini ready to wear D'aria cappelli

Un ruolo determinante riveste il copricapo anche nei maestosi quadri di Tamara De Lempicka. La donna contraddistinta da una sensualità glaciale e distaccata ha uno stile m moderno, che cerca un modo di affermarsi. La sicurezza della donna è trasferita in una bella cloche colorata che ne ricalca le forme del capo.

Il cappello nella storia dell’arte

Tamara De Lempicka ready to wear D'aria cappelli

La pittrice contemporanea Margherita Manzelli utilizza il copricapo per donare alle sue figure emaciate una parvenza  di umanità.  Un bel cappello realizzato a maglia con filato grosso che smorza un’atmosfera altamente drammatica.

Il cappello nella storia dell’arte

Margherita Manzelli ready to wear George Strood

E voi che cappello siete?


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