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Il Cardinal Martini: un profeta contestatore della Chiesa.

Creato il 06 settembre 2012 da Ilnazionale @ilNazionale
Il Cardinal Martini: un profeta contestatore della Chiesa.

il Cardinal Martini

6 SETTEMBRE – La morte del Cardinal Martini è stato uno dei temi più trattati negli ultimi giorni e ogni testata giornalistica è stata arricchita da articoli concernenti le testimonianze di coloro che lo hanno salutato alla camera ardente di Milano, tentando di delineare con poche parole la personalità del prelato scomparso. Come sempre accade in questi eventi, ogni testimonianza e considerazione è stata accompagnata da quello spirito squisitamente retorico che è necessario in momenti di lutto. Bastano l’attenzione dimostrata dai media e la presenza delle più alte cariche dello Stato Italiano a dimostrare la grandissima influenza che il pensiero del cardinale aveva, non solo nella città di Milano ma in tutto il mondo cattolico in generale. Benedetto XVI, insieme a tutte le più alte cariche vaticane e della Chiesa Cattolica, ha manifestato il suo cordoglio per questo fedele servitore della Chiesa e di Dio. Tuttavia, al di là di queste manifestazioni di dolore, degli schizzi della sua personalità e del suo pensiero, pochi si sono posti una domanda: chi era Carlo Maria Martini? E’ certamente una domanda complessa, vista la lunghissima carriera del cardinale nella Chiesa, un’intera vita donata per servire Dio. Prima di tutto, il Cardinal Martini era un uomo di pensiero raffinato, un teologo dotto che affrontava con grande apertura i temi più delicati, scegliendo talvolta posizioni poco convenzionali. La sua straordinaria preparazione teologica non gli impediva di saper dialogare anche con il mondo intellettuale più ateo, accogliendo sempre nuove idee e proposte, senza mai negarle senza prima aver dialogato. E’ stato un caposaldo della Chiesa, talvolta un contestatore. E fino all’ultimo momento della sua vita ha spiegato la necessità della Chiesa di maggior apertura perché, diceva, “la Chiesa è indietro di due secoli”. Parole estremamente scottanti, che tuttavia ha ripetuto con forza.

Il Cardinal Martini studiò Teologia presso la Casa dei Gesuiti di Cuneo e conseguì il dottorato in Teologia Fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana nel 1958. Si specializzò poi in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di cui divenne Rettore nel 1969. Fu poi nominato da Papa Paolo VI Rettore della Pontificia Università Gregoriana. Dopo poco, fu nominato da Papa Giovanni Paolo II Arcivescovo di Milano, città che amò moltissimo e che trasformò in un centro culturale e di dialogo religioso. Cominciò subito un’intensa attività di dialogo, sollecitando la fondazione del Consiglio Ecumemico delle Chiese Cristiane e favorendo il continuo dialogo fra Cristianesimo ed Ebraismo, con il pieno appoggio degli intellettuali italiani e di esponenti del mondo ebraico. Fu sostenuto soprattutto dal filosofo Paolo De Benedetti e dal Rabbino Capo di Milano Giuseppe Laris. Dal 2002 al 2007 visse a Gerusalemme, dove proseguì gli studi biblici. Tornato in Italia, cominciò a combattere contro il Morbo di Parkinson. Riuscì a continuare la sua attività, rimanendo una figura di spicco nel dialogo religioso. Il suo nome tornò all’attenzione dei media quando, dopo gli abusi di pedofilia di alcuni prelati, si pronunciò in favore della rivisitazione della regola del celibato per i preti: tuttavia, subito dopo la pubblicazione di tale notizia sulle testate giornalistiche, un comunicato stampa dell’Arcidiocesi di Milano smentì categoricamente questa affermazione.

Il suo pensiero fu ancora più eccezionale, un pensiero “verso l’oltre” che lo portava ad avere una funzione profetica, come ha detto il Cardinal Ravasi a Radio Vaticana. E il Santo Padre Benedetto XVI lo ha descritto come “un uomo di Dio, che non solo ha studiato la Sacra Scrittura, ma l’ha amata intensamente, ne fatto la luce della sua vita”. Parole che esprimono quanta influenza ebbe nella Chiesa, forse proprio perché le sue posizioni erano spesso personali, ed espresse con estrema franchezza. Fu sempre molto preoccupato della situazione della Chiesa nel mondo moderno, dimostrando da una parte il suo amore per una comunità compatta, di persone motivate, dall’altra la necessità di saper mostrare il vero aspetto della Chiesa, al di là della burocrazia ecclesiastica. La sintesi di questo pensiero si trova nella sua opera Le Ragioni del Credere, in cui parla della Chiesa come di un piccolo gregge:

Il Cardinal Martini: un profeta contestatore della Chiesa.

la copertina del libro “Le ragioni del Credere” di Carlo Maria Martini

“Definirei in ogni caso la nostra situazione di Chiesa come quella di una minoranza impegnata e motivata che porta il peso di una maggioranza che compie talvolta qualche gesto religioso per abitudine e non per convinzione profonda e personale”. Ebbe inoltre la capacità di portare il peso del dolore dei cristiani che sono ormai una minoranza nel mondo moderno: i cristiani che vivono alla ricerca di una rivalsa sociale e politica, infatti, “vivono con ansietà la sensazione di essere circondati da forze ostili. Da qui, talora, un linguaggio un po’ incattivito e contrappositivo, “tertullianeo” (un linguaggio di cui non ha bisogno il clima già sovreccitato della contesa politica) o, al contario, una depressione che dà luogo a un diffuso piagnisteo sterile”. La questione della Chiesa nel mondo di oggi fu una sua preoccupazione fino agli ultimi giorni della sua vita. Nella sua ultima intervista, forse conscio del fatto che era la sua ultima parola pubblica, pronunciò parole molto forti: “la Chiesa è stanca, nell’Europa del benessere e in America. La nostra cultura è invecchiata, le nostre Chiese sono grandi, le nostre case religiose sono vuote e l’apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri abiti sono pomposi. Queste cose però esprimono quello che noi siamo oggi?”.

E infine: “La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni. Come mai non si scuote? Abbiamo paura? Paura invece di coraggio?”. Queste sono state le sue ultime parole, che dimostrano come persino in punto di morte il cardinale abbia saputo combattere per un miglioramento del mondo ecclesiastico. E’ infatti significativo che, subito dopo queste parole, il Cardinal Ruini abbia affermato che “la Chiesa non è indietro”. Una replica alle parole di un uomo deceduto, che indicano appunto quanto la sua voce, per quanto ormai ridotta a un bisbiglio, avesse un’eco grandissima in tutto il mondo cristiano e cattolico.

Enrico Cipriani


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