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Il caso e la fortuna: Match Point

Creato il 31 gennaio 2014 da Stefanodg

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Sotto le note della musica d’opera cantata da Caruso, il maestro del cinema statunitense Woody Allen espone le vicende di un giocatore professionista di tennis, Chris Wilton nel cui sangue scorre una forte e cruda competizione con il mondo e il suo unico obiettivo è vincere ed arrivare ad una posizione prestigiosa nel campo lavorativo.
In Match Point (2005) non troviamo la solita vena comica del regista Newyorkese, ma lo vediamo alle prese con un dramma-thriller con riflessioni filosofiche, in questo caso su dei temi legati all’umana esistenza (la fortuna) e il “prendere” e “avere”.  Tuttavia sono

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rintracciabili alcuni elementi caratteristici dello stile di Woody come la sequenza dei titoli d’apertura e di chiusura dei film che presenta la scrittura Windsor bianco su sfondo nero senza usare effetti di scorrimento; la presenza della filosofia e della miserabile condizione umana e ricorre spesso un’ ambientazione luminosa, fatta da colori che esprimono gioia.  Una differenza sostanziale è che il film non viene girato a New York, come molti dei suoi lungometraggi, ma a Londra.
Tutta la storia è incentrata su Chris che da semplice allenatore di tennis, grazie all’amicizia nata con Tom Hewett, dovuta alla loro passione in comune per l’opera, e con il fidanzamento e matrimonio con sua sorella Chloe, entra a far parte di un mondo aristocratico e elegante al quale aveva sempre aspirato. In breve tempo entra a far parte dell’azienda Hewett, salendo velocemente i gradini della società detenendo un posto di grande responsabilità e di tutto rispetto. Era entrato definitivamente in una classe nobile e agiata. Nella sua avventura in un mondo nuovo si imbatte  nella fidanzata di Tom, Noa,
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un attrice fallita interpretata magistralmente da  Scarlett Johansson, che diviene immediatamente il suo desiderio. Lui vuole averla e incomincia, già prima di sposarsi, una piccola relazione intima interrotta dalla sua partenza, dovuta all’interruzione del suo rapporto con Tom. Dopo il matrimonio i due si rincontrano per caso e la loro relazione prende irrimediabilmente piega. Tutto fila liscio: Chris possiede una vita rispettabile, ha soldi e una meravigliosa moglie, e di nascosto svolge una  relazione più sessuale che d’amore con Noa, che fin dalla prima volta che l’aveva vista aveva provato il desiderio di possederla. Tutto il successo che aveva ottenuto però viene messo in dubbio, quando Noa rimane incinta. Si trova davanti ad un bivio: il potere, una vita aristocratica o la pura e semplice passione. Non volendovi svelare il finale dico semplicemente: Che esistenza sceglierà?-
Allen non dà nessun giudizio morale alla fine della storia, ci racconta semplicemente gli avvenimenti attraverso gli occhi del protagonista. Tutta la trama ruota intorno al tema della fortuna, già riscontrabile nella sequenza iniziale, in cui si sente la voce del protagonsita da fuori campo che esprime il suo modo di interpetare il mondo.

Il caso condiziona in un modo o nell’altro la nostra esistenza anche se noi non l’ho ammettiamo. Nella vita si incontra una ragazza o un ragazzo che diventerà essenziale nella nostra esistenza e tutte queste persone, in cui si imbattiamo nel nostro vagare, vengono incontrate per un avvenimento fortuito e non solo per delle nostre scelte, anche se restano fondamentali. Chris entra a far parte dell’aristocrazia incontrando sul lavoro Tom e si rimette con Noa dopo averla rivista per pura casualità a una mostra d’arte. Tutte le persone che stanno intorno a noi (esclusa la famiglia) ci arrivano per uno strano destino a cui non possiamo sottrarci. Il caso, la fortuna, il destino hanno un enorme potere sulle persone. Nella vita è tutta questione di fortuna, come in una gara di tennis, se la pallina batte il bordo superiore della rete e poi cade dalla parte giusta si vince al Match Point. Tutto è questione di fortuna ed è il caso a dirigere le nostre vite, anche se noi non vogliamo ammetterlo. Le persone si possono trovare, senza saperlo, al momento e al posto giusto, ma anche nel luogo più sbagliato.
Chris è un uomo straordinariamente fortunato nella sua esistenza: il suo fascino su Chloe e la sua passione per l’opera gli aprono il mondo al quale aveva sempre ambito. Alla fine del film butta gli oggetti che aveva rubato, per inscenare una rapina, nel fiume,  ad es. la fede dell’anziana che però rimbalza sul muretto, non cadendo in acqua. Lo spettatore crede che la fortuna l’abbia abbandonato e che il carcere gli si avvicini, ma la polizia trova l’anello in mano ad un drogato che viene incriminato dei due omicidi, al posto di Chris, venendo scagionato definitivamente dall’accusa di omicidio.  L’uomo vince all’ultimo round al Match Point finale.
Gli uomini dipendono da degli eventi, fortunati o meno, e questi decideranno e segneranno per sempre il successo o il fallimento di una persona nel campo lavorativo e sentimentale. Noi stessi abbiamo con le scelte un potere minuscolo, seppur fondamentale (è il protagonista a scegliere tra le varie soluzioni), nella nostra vita avvolta totalmente dal caso e dal destino.

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“Match Point”  passa velocemente grazie ad una buona sceneggiatura e fotografia chiara e ben fatta. Lo spettatore non deve faticare a seguire lo svolgersi degli eventi che è sempre lineare. L’unica pecca è che la storia, escludendo il finale, è pressoché banale, sappiamo già che Chris si sposerà con Chloe e che la tradirà con Noa, fin dal loro arrivo sulla scena, ma il finale è a sorpresa. Tutta la vicenda viene raccontata con ritmi lenti e con non troppe battute inutili ma abbastanza efficaci per il comprendimento del messaggio finale. Senza essere pignoli Match Point è un buon film.

Match Point: prodotto in Gran Bretagna e Lussemburgo nel 2005; 124 min; sceneggiatura di Woody Allen ha una nomination all’oscar; fotografia: Remi Adefarasin; montaggio: Alisa Lepselter; attori: Jonathan Rhys-Meyers , Scarlett Johansson , Emily Mortimer, Matthew Goode

Stefano Del Giudice

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