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Il caso mantell

Creato il 21 ottobre 2013 da Dariosumer
 Il secondo pilota attaccato da un UFO fu il comandante Thomas Mantell.
Stato dell'Indiana, ore 14.30 del 7 gennaio 1948. Un oggetto piatto e circolare, luminoso, stava sorvolando la città di Madison, sfrecciando ad almeno 500 miglia orarie. Immediatamente decine di telefonate da Lexington, Elisabethtown e Fort Knox facevano saltare i centralini dell'aerodromo militare di Godman Field. L'oggetto luccicante dava l'impressione di essere in missione ricognitiva. Era americano? Era russo? Occorreva indagare, specie visto che stava sorvolando il celebre forte, cassaforte della riserva aurea degli Stati Uniti. Mezz'ora dopo l'oggetto, o uno simile, compariva proprio sulla verticale della base militare di Godman. Il colonnello G.F.Hix, osservandolo con il binocolo, lo descrisse come «un disco fiammeggiante di enormi proporzioni». Con un diametro di circa 50 metri.
Immediatamente vennero allertati tre caccia P-51 Mustang, che stavano rientrando alla base, comandati dal capitano Mantell. Ai tre fu ordinato di intercettare l'ordigno in movimento. Facile a dirsi, difficile a farsi. I tre aerei erano in riserva. E due abbandonarono pertanto quasi subito la caccia. Più ostinato il comandante, che con evidente sprezzo del pericolo, puntava direttamente verso l'UFO. «Lo vedo benissimo! É un'enorme massa di metallo che ruota vorticosamente, attorniata da vampe rossastre! - avrebbe comunicato via radio - Ha la forma di un cono rovesciato; in cima c'è una specie di macchia rossa intermittente e luminosa...».
Stando alle fonti ufficiali l'ultimo messaggio di Mantell sarebbe stato: «Il disco rotea su se stesso salendo verticalmente a grande velocità. La mia riserva di ossigeno è prossima all'esaurimento, ma continuerò l'inseguimento fin verso i 20.000 piedi».
Ma, secondo talune indiscrezioni, Mantell avrebbe anche aggiunto: «Mio Dio, c'è della gente là dentro!».
Poi, più niente. Il contatto radio si sarebbe interrotto dopo uno schianto terribile. Il giorno successivo le pattuglie di Godman, su segnalazione della polizia, avrebbero trovato i resti dell'aereo di Mantell sparpagliati per decine di metri.
Mantell, naturalmente, era morto.
Alla stampa venne rigorosamente vietato l'accesso alla zona, non fu permesso scattare alcuna foto, non venne rilasciato nessun comunicato stampa; ma la notizia uscì lo stesso. Infatti, «non si trattava di una semplice sciagura aerea, una delle tante che funestano l'attività e la storia del volo meccanico. - commenterà lo scrittore Renato Vesco - Era il caso Mantell, un episodio misterioso, reso ancora più sconcertante dalla constatazione che una parte dei rottami risultò minutamente sforacchiata e resa quasi porosa, rugosa, come se su essi avessero agito combinatamente una vampata di intenso calore e un violento getto abrasivo».
Mantell era stato ucciso da un UFO?
La risposta non fu mai data. La risposta a questa domanda la conosce solo la CIA e noi non la sapremo mai. La versione ufficiale è che Mantell sia morto inseguendo un miraggio, la luminosità di Venere...

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