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Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan: una lettura politica del film

Creato il 04 maggio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
  • Anno: 2008
  • Durata: 152'
  • Genere: Azione
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Christopher Nolan

Il cavaliere oscuro è un film con un preciso sfondo politico, con due universi semantici antitetici, coniugati l’uno insieme all’altro nell’ambito di una stessa logica dialettica.

In particolare, nell’economia semiologica di questo secondo Batman della serie nolaniana, il personaggio peculiare di Joker (una macchina del terrore perennemente eccitata e sopra le righe, priva di una storia personale che ne circostanzi il profilo criminale e caratteriale riconducendolo a misura d’uomo e svelandone le conflittualità latenti) si fa a nostro avviso metafora del dio Denaro, quale forza astratta e paradigma culturale contemporaneo: un denaro letto come quintessenza della libido del potere e della sopraffazione, dispositivo impersonale e disincarnato, svincolato da specifici “oggetti” e realizzazioni materiali su cui polarizzare bisogni e desideri; una vis compulsiva mai sazia, che chiede di moltiplicarsi viralmente al di là di quanto già guadagnato e accumulato, al di là di ogni proiezione e progettualità per il futuro, come di ogni cornice simbolica legittimante gli agiti caratteristici di un’aggressività ferina e incontinente che trovano viceversa la propria ragion d’essere in una tautologica logica corale di morte; quella di bruciare e consumare tutto, e di lasciarsi consumare e distruggere in questo falò, coinvolgendo e corrompendo chiunque.

L’altro grande tema del lungometraggio, evocato dal fantasma del terrore e dell’anarchia imposto alle folle dei cittadini di Gotham City dallo stesso Joker, ci sembra l’economia politica del “panico” e della “paura”, veicolati scientemente alla “massa” della popolazione dagli armamentari simbolici dei media e dai centri di potere dominanti, per ragioni di consenso, repressione e ordine pubblico.

Tematiche, queste dell’eccesso (e della libido) del capitale e della “macchina della paura”, che rinviano a dispositivi culturali regressivi e ottenebranti, oltre che a un specifico contesto politico-sociale: l’America ultra-capitalistica, ultra-violenta e ultra-fobica di George W. Bush, di cui i temi in questione simbolizzano le “due facce” opposte e complementari…


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