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Il circolo vitale

Da Dylandave

Il circolo vitale

- Le Quattro Volte – 2010 – ♥♥♥ e 1\2 -

di

Michelangelo Frammartino

E’ un angolo del nostro Paese quello che Michelangelo Frammartino dipinge, in questo suo film dallo stile documentaristico. Un piccolo scorcio antico della Calabria dove sembra la tecnologia e la televisione non siano ancora oggi, nell’ era di internet, arrivate. E in questo sfondo, che sembra provenire da epoche lontanissime, pone inizialmente al centro un vecchio pastore ammalato ai polmoni che si cura con una, per lui, salvifica polvere proveniente dal pavimento della sacrestia di una chiesa. I dialoghi non sembrano essere necessari per Frammartino che predilige la purezza dello sguardo e il lento scorrere degli eventi davanti gli occhi dello spettatore, silenti ma allo stesso modo esplicativi di un messaggio universale. E’ quello del ciclo naturale che vi è tra uomo,animale,vegetale e infine minerale. Di conseguenza come recita il suo trailer l’ uomo ha in sè quattro vite con le quali deve per forza confrontarsi. I suoni ambientali e animali fanno da perfetta colonna sonora a questo ciclo della vita che si rinnova di stagione in stagione al quale oggi non siamo più abituati a prestare orecchio. Frammartino prende spunto dalla scuola filosofica di Pitagora che ci ricorda che l’ uomo ha quattro vite successive incastrate l’ una dentro l’ altra e racconta attraverso il silenzio dei paesaggi quelle che sono azioni e eventi naturali ai quali non prestiamo occhio in maniera corretta ma che sono capaci di essere profondi e di estremo significato. Ma in questa poetica opera non c’è solo questo ma anche tanto altro di sotto inteso che il regista tenta di far capire attraverso alcuni avvenimenti all’ apparenza meno significativi. Il regista evidenzia come anche il gesto più semplice possa essere l’ inizio di una serie di eventi imprevedibili e ai quali non abbiamo prestato attenzione. Come nella sequenza della processione, nella quale un cane un pò aggressivo viene allontanato da un ragazzo con una pietra che regge un moto furgoncino. Questa azione farà si che il furgoncino scivoli verso lo steccato all’ interno del quale sono chiuse delle capre, che una volta in libertà scoperchieranno una pentola con all’ interno delle lumache. “Serie di eventi ai  quali seguono delle conseguenze”: questo è uno dei significati che Frammartino vuole donarci durante la visione di questo suo film durante il quale è di priorità lasciarsi trasportare come in un viaggio silente. Un viaggio di vita che riguarda ognuno di noi. Il docufiction ha vinto il premio Europa Cinema Label all’ ultimo Festival di Cannes e a mio avviso lo merita tutto per il suo linguaggio cinematografico decisamente fuori dal comune, basato su un montaggio di immagini che hanno in sè la potenza di mille dialoghi ben scritti. Immagini che hanno la memoria di un’ epoca antica che silente c’è ancora dentro di noi, nella quale il dialogo con quella natura che tanto maltrattiamo è presente.

Il circolo vitale

( Polvere sacra )

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( I Carbonai chiudono il circolo della vita)

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