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Il comandante Schettino e gli altri ufficiali si sono accorti in plancia troppo tardi che nave Concordia era fuori rotta. Interdette ai sub zone inquinate

Creato il 26 gennaio 2012 da Samalos

Il comandante Schettino e gli altri ufficiali si sono accorti in plancia troppo tardi che nave Concordia era fuori rotta. Interdette ai sub zone inquinate

Il comandante della Concordia Schettino

ISOLA DEL GIGLIO - Il comandante Schettino e gli altri ufficiali della Costa Concordia si sono accorti troppo tardi che la nave era fuori rotta: di poco, ma abbastanza per causare la tragedia. La Concordia è transitata lungo una linea parallela alla rotta "sicura", di poco differente ma fatale. E' quanto sarebbe emerso da un primo esame delle carte nautiche recuperate nella plancia sommersa della nave e confrontate con le rilevazioni di bordo e dal satellite.
L'ufficiale di rotta avrebbe controllato la rotta fino a pochi minuti prima dell'impatto, segnando ogni minima variazione. Ma non sembrano esserci annotazioni negli ultimi 4 minuti, dopo che la nave ha cambiato direzione proprio per passare accanto all'isola del Giglio. Secondo i rilievi, però, al momento della virata è stato commesso l'errore, e la prua della nave ha puntato direttamente verso gli scogli alla velocità di 15 nodi.
Ora occorre chiarire se la Concordia abbia virato per errore troppo tardi, cioè più a nord del previsto, o sia stata leggermente spostato dal vento e dal mare. Di certo in plancia nessuno se n'è accorto in tempo. La rigida divisione dei compiti sul ponte di comando aiuterà a stabilire se oltre a Schettino ci siano altri responsabili del disastro.
Inoltre, il comandante ha sostenuto di aver gettato le ancora per compiere una manovra disperata e forzare una virata per portare la nave in secca. Le immagini subacquee sembrano però smentirlo: le catene, infatti, calano a piombo sul fondo, non sono distese e non ci sono segni di trascinamento. La manovra, quindi, è stata compiuta a nave già ferma.
Identificati altri tre morti nel naufragio della Costa Concordia al Giglio. Si tratta di tre cittadini tedeschi: Egon Hoer, Joseph Werp e Horst Galle. Di 16 vittime certe, dunque, 13 hanno ora un nome e cognome. I dispersi sono 19. Il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha detto che "per il tempo trascorso e per le condizioni date, trovare oggi ancora qualcuno in vita nella Costa Concordia sarebbe un miracolo".
Le ricerche dei sommozzatori nel relitto non si fermano anche se la Asl di Grosseto ha fissato dei limiti precisi: 50 minuti di possibile immersione e 50 metri di profondità. I sub inoltre non possono entrare in contatto con le acque dei pozzi dove ci sono problemi di ossidazione del materiale in putrefazione. La loro salute è a rischio per le possibili contaminazioni batteriologiche dell'acqua, oltre agli ostacoli che incontrano sulla loro strada. Per quanto riguarda il carburante, il pompaggio non inizierà prima di sabato, secondo quanto riferito da Gabrielli.

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COMMENTI (1)

Da solange
Inviato il 26 gennaio a 18:55
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Tutti responsabili, il comandante, la Capitaneria di Porto e la Costa Crociere, un tacito accordo dove putroppo hanno perso la vita tante persone....un tragico gioco!