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Il Criminale Borderline dal lato oscuro un po’ pronunciato

Creato il 05 febbraio 2011 da Dylandave

Il Criminale Borderline dal lato oscuro un po’ pronunciato

- Vallanzasca. Gli Angeli del Male – 2011 - ♥♥ e 1\2 -

di

Michele Placido

Certo è stato facilissimo tentare di boicottare questo film. Additarlo come un film che esalta la criminalità o che mette in luce eccessivamente un criminale che ha provocato lutti e dolori rendendolo una star. E’ però molto meno facile comprendere che nessuna persona di buon senso giudicherà positivi o metterà in discussione mai l’ efferatezza dei delitti al solo riconoscere che anche i criminali possano avere un’ etica personale o delle emozioni (seppur discutibili). Il Cinema è fatto per raccontare storie e queste tante volte possono parlare anche di tragici avvenimenti delineando anche personaggi che abbiano caratteristiche un pò borderline e che non necessariamente siano ovvi. Non può esserci un cinema fatto solo di risate, personaggi leggeri e tagliati con le cesoie o si rischierebbe di catalogare la Settima arte entro dei limiti che  un’ attività creativa come questa non dovrebbe avere. Ma scendiamo nei dettagli di questo ennesimo “film criminale” di Michele Placido. Dopo il suo Romanzo Criminale, il regista pugliese, torna a fare un film su una banda criminale, quella della Comasina, scegliendo però questa volta di non dirigere un’ opera corale ma incentrando quasi tutto sul carisma di Kim Rossi Stuart e sul personaggio di Renato Vallanzasca. E forse questo aver scelto di consegnare le speranze del suo ultimo film solo sull’ interpretazione di un bravissimo attore come Rossi Stuart è stata la sua più grande condanna. E’ infatti evidente come il personaggio di Turatello interpretato da Francesco Scianna o quello del gangster un pò isterico e tossico interpretato da Filippo Timi siano delineati in maniera grossolana e superficiale, facendo risultare il primo decisamente scialbo e il secondo un pò troppo enfatizzato e macchiettistico (seppur il bravo Timi è bravo nel regalare ansia e drammaticità al suo personaggio). Al contrario, Kim Rossi Stuart, che ha anche collaborato con la sceneggiatura e ha vissuto a stretto contatto con il vero Renato Vallanzasca prima delle riprese, riesce a dar vita a un personaggio che fà della sua vanità una caratteristica primordiale del suo carattere, ma che oltre al suo carisma mostra anche una buona dose di autolesionismo. Quello che manca del tutto a questo film ( e che invece non mancava affatto in Romanzo Criminale) è l’ inserimento dei crimini che la Banda della Comasina compie all’ interno di quel determinato contesto socio-politico, caratteristica che questa volta fa mancare quella contestualizzazione che nel film precedente era un vero punto di forza. Tutto sommato è evidente che questa volta Michele Placido abbia voluto seguire una linea decisamente diversa ispirandosi a quel Nemico Pubblico con Vincent Cassel che solo un annetto fa ha stupito molti spettatori. Ecco quindi che ciò che risalta maggiormente sono le caratteristiche istrioniche del bel Renè, che ama le belle donne, il sesso e che ha un carisma che gli frutta decine e decine di ammiratrici pur essendo all’ interno delle mura di un carcere. Il montaggio del film è vorticoso e spesso accelerato così da rendere le due ore del film veloci e godibili anche se spesso carenti di raccordi su ciò che sullo sfondo accadeva. Tutto è incentrato sulle reazioni di Vallanzasca agli eventi e l’ intero panorama che lo circonda assume quindi solamente uno sfondo nel quale il suo personaggio è libero di esprimere il suo lato oscuro e il suo lato umano. E questo suo continuo sfogarsi è maggiormente fisico, lasciando come conseguenza naturale, poco spazio alla costruzione della sua interiorità o ai significati veri delle sue scelte criminali. Un personaggio sbruffone e narcisista che più che fermarsi a pensare preferisce agire. Tutto il contrario de Il Freddo di Romanzo Criminale. Era sempre Kim Rossi Stuart allora, sempre bravissimo, ma con il vantaggio di avere avuto un regista che aveva deciso di curare i background emozionali maggiormente, piuttosto che l’ adrenalina delle immagini e delle azioni. Una scelta quella di Placido, forse più di moda, ma sicuramente molto più grossolana.

Il Criminale Borderline dal lato oscuro un po’ pronunciato

( Il Bel Renè agli inizi della sua carriera criminale)
Il Criminale Borderline dal lato oscuro un po’ pronunciato
( Un Filippo Timi fuori controllo)

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