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Il Dio nella casa bianca

Creato il 31 agosto 2010 da Madyur

IL DIO NELLA CASA BIANCA: UN RAPPORTO IMPORTANTE A CUI UN PRESIDENTE NON PUò FARNE A MENO . NEANCHE OBAMA

 

Un rapporto importante di cui un presidente non può fare a meno. Neanche Obama

 

La riscoperta di Dio compiuta da Obama è un indice di difficoltà politiche più eloquente e sicuro di 100 editoriali e di ogni listino Borsa.

Il Dio della Casa Bianca è un ospite permanente e precario, un fantasma del guardaroba c he gli inquilini evocano o rinchiudono secondo convinzioni personali che tendono a coincidere con le loro fortune politiche o ad alimentarle.

Dalla fondazione della repubblica , affidata ad uomini fieri ( si vocifera massoni) , non è mai del tutto mancato nei governi di una nazione che si proclama la più cristiana del mondo ( escluso lo Stato del Vaticano). Ma se per un Lincoln , che impose la scritta “In God we trust” (In Dio confidiamo) sulle monetine , per un Kennedy che da bravo cattolico credeva profondamente nei preti porporati , per un Bush jr ribattezzato e rinato nell’acqua del Giordano , per un Carter insegnante di dottrina, il dono della fede sembrava sincero , la conversione di Barack Obama lascia segni di scetticismo.

Sui siti trash di Internet , Barack è un musulmano. Falsa , inoltre, è la sua frequentazione alle madrasse gestite da fanatici islamisti wahabiti a Giakarta , dove visse bambino con la madre risposata con un indonesiano. Smentita anche dal preside della scuola elementare che ha frequentato , affermando che nella sua scuola si fa storia di tutte le religioni, Islam incluso, ma nessun indottrinamento.

Persino il padre , che lo scaricò quando aveva due anni per tornarsene in Kenya , risulta essere stato un musulmano per nascita , che indica quel nome di mezzo Hussein , ma morto ateo, come la mamma , che detestava tutte le religioni organizzate e, scrisse Obama stesso, i panni e gli orpelli dietro quali i preti nascondono il proprio potere e la propria ipocrisia.

La confessione protestante alla quale Obama aderì , da adulto, è la Chiesa Unitaria di Cristo , la United Church of Christ, conosciuta per la moderazione e la ecumenicità del proprio milione di fedeli americani , più attenta all’apostolato sociale che al misticismo.

Il suo avvicinamento ai battisti , divenne inevitabile quando cominciò a fare servizio sociale nella Chicago nera , fu dettato dalla semplice realtà delle chiese come centro di aggregazione e di influenza nella comunità di colore. Un avvicinamento che gli procurò solo guai , con il reverendo Wright, esagitato predicatore e militante dei “neri” furiosi.

Quando stravinse le elezioni nel 2008 , traslocando nella Casa del potere bianco, gli Obama scelsero di evitare le funzioni domenicali , con la scusa di non voler stravolgere la vita dei fedeli con la sua sicurezza. Le ragazzine sono state iscritte in un liceo nominalmente quacchero , ma più noto per l’eccellenza accademica.

Nonostante la proclamazione di grande nazione cristiana , questo garbato distacco fra il capo dello Stato e la religione organizzata è sempre stato più la norma che l’eccezione. Senza arrivare a Roosevelt che voleva eliminare il riferimento a Dio sulle monetine, lo considerava un doppio sacrilegio ( Dio

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associato ai soldi e la zecca associata a Dio).

Il Dio nei presidenti americani era apparso più come un perbenismo da vetitino della domenica. Roosevelt aveva problemi fisici per amare inginocchiatoi e riti. Eisenhower , cresciuto come testimone di Geova dalla madre, si rifugiò nel grembo dei presbiteriani. Il rapporto tra Dio e il presidente è stato rappresentato per molto tempo dall’emblematico discorso di Kennedy , all’Università Rice di Houston, dove mise fine ai sospetti che avrebbe obbedito più alla Curia romana che alla Costituzione “La religione va chiusa tra parentesi quadre”.

Il furbissimo Reagan faceva grande e retorico uso di citazioni bibliche, come l’America luminosa città della collina pescata da un discorso di Gesù nel Vangelo secondo Matteo , e arruolava Dio nelle funzioni funebri “Gli astronauti oggi hanno toccato il volto di Dio”. Ma solo annebbiato dall’Alzheimer lo si vide nelle chiese di Bel Air.

Bush jr crede ci sia un Dio “guerriero”. Nel suo discorso famoso disse che seguiva le disposizioni di Dio andando a bombardare l’Iraq e che Gesù era il mio filosofo preferito. Ma Bush dovette radunare attorno a sé le armate dell’elettorato cristiano fondamentalista , un elettorato che esige quel tributo ai valori conclamati , che Obama neppure telefonando a migliaia di predicatori e uomini di Chiesa , potrà mai garantire.

Obama dice di pregare soventemente , nei momenti privatissimi. E quando la dispensa del favore pubblico si svuota cerca nel suo guardaroba quel Dio che gli possa dare un aiutino.


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