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Il Falcone Maltese

Creato il 28 agosto 2013 da Bangorn @MarcoBangoSiena

Premetto che questa è una breve recensione de Il Falcone Maltese e del film Il Mistero del Falco.
È il 1929 quando esce la prima puntata de The Maltese Falcon, romanzo in cinque puntate dello scrittore hard boiled Dashiell Hammett, di cui ho recensito un’altra opera QUI. Nel 1930, invece, uscirà per la prima volta l’opera in volume unico, ma ci vorranno altri 11 anni prima che qualcuno ne ricavi un film. Quel qualcuno era John Huston, e il protagonista Humphrey Bogart, in uno dei suoi ruoli più famosi, quello dell’investigatore Sam Spade.

Libro

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Trama

Samuel Spade, detto Sam, è un investigatore privato tutto d’un pezzo, che divide l’attività con il suo socio Miles Archer. Sam ha modi da duro e il sorriso sarcastico sempre pronto, quasi quanto i suoi pugni. Nell’ufficio della Spade & Archer, si presenta un giorno una donna, che chiede che venga pedinato il suo uomo perché teme si sia messo nei guai. Sam e Miles accettano il caso, e sarà quest’ultimo a dover effettuare il primo pedinamento. Inaspettatamente, Miles verrà ucciso da un colpo di pistola, mentre seguiva l’uomo, che verrà a sua volta trovato morto a qualche isolato di distanza. A questo punto, la donna rivela di aver raccontato qualche “bugia”…

Film

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Considerazioni

Sin dalle prime pagine, notai che il lavoro di Hammett assomigliava più a una sceneggiatura che a un romanzo classico. Perfino i dialoghi al telefono danno questa immagine. Per esempio: Spade risponde al telefono e noi non sappiamo chi c’è dall’altra parte, non ci viene detto e non leggiamo il botta e risposta, solo quello che dice l’investigatore. La scelta per cui, è molto cinematografica e se vogliamo insolita. E a me piace.
Piace soprattutto lo scambio di battute nei dialoghi, pungenti, rapidi e interrotti solo da brevi accenni descrittivi su un cambiamento di posizione, di un ammiccamento, di un sorriso. Piccoli elementi che ci completano la scena. E tutto il libro è basato su scene, senza troppi preamboli.

Bogart. Un perfetto Spade.

Bogart. Un perfetto Spade.

Vedendo il film, credo che il lavoro di sceneggiatura fatto da Huston stesso, sia stato davvero minimo. Non ci sono cambiamenti, le scene e le battute sono identiche, tanto che, avendolo visto appena finito il libro, mi sono davvero stupito della fedeltà. Un caso raro, direi.
La cosa più curiosa, e che in allora destò dapprima qualche protesta da parte dei fan di Spade, è che venne scelto Bogart, un uomo la cui la corporatura sta agli antipodi, rispetto a quella del personaggio. Spade è un omaccione, alto più di un metro e ottanta, con larghe spalle e mani come pale, con il viso squadrato e il naso aquilino. Eppure, come convenne la maggior parte della gente alla visione del film, ci dimentichiamo di questa cosa e applaudiamo a Bogart, il cui atteggiamento è perfetto per il ruolo. Ci sembra di vederlo più alto e massiccio, vediamo la sua personalità schiacciare chi gli si para davanti. Lo vediamo perfetto seduttore come il personaggio di Hammett, corteggiato dalla moglie di Archer, dalla donna che lo assume e coccolato dalla segretaria.

La scelta di Peter Lorre tra gli antagonisti, aiutò molto la prospettiva. Qui Bogart sembra un gigante.

La scelta di Peter Lorre tra gli antagonisti, aiutò molto la prospettiva. Qui Bogart sembra un gigante.

Inutile dirvi che le atmosfere sia del romanzo che del film, sono nostalgiche, in perfetto stile noir, e non posso che consigliarveli entrambi se amate questo genere, dove gli uomini sono tutti di un pezzo o terribili vigliacchi, e le donne sono tanto fatali quanto fragili.


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