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Il Giorno dell'Apocalisse - 18 - ultima puntata

Creato il 24 agosto 2013 da Marcar


 Il Giorno dell'Apocalisse - romanzo di Marco Caruso - ogni diritto riservato

 

 

L’Anticristo

 

Non so cosa pensare. Non vorrei pensare. I giorni passano lenti e la mia vita si assopisce pian piano. Prendo le mie pillole, sogno Sara, ed aspetto.

Cosa sono i pensieri? I risultati delle sensazioni che ricaviamo da questo mondo fatto di ombre, dove nulla è quel che sembra.

Qui, la verità è solo la somma delle supposizioni più credibili; qui, la via da seguire esiste solo in funzione dei miti recepiti; qui, la vita è un simulacro che crediamo di dover custodire con cura, senza neanche lontanamente immaginare cosa voglia dire vivere veramente. 

Ecco perché la stragrande maggioranza degli esseri incarnati scopre cosa sia la vera vita solo nell’attimo che precede il trapasso. Chiunque abbia la fortuna di scoprirlo in un’altra evenienza, comprende anche che questa dimensione è fondata sulla menzogna e finché si resta uomini è impossibile seguire la via, capire la verità, vivere la vita.

Siamo morti e non lo sappiamo. Questa è l’unica scoperta utile da fare e immediatamente accessibile al nostro limitato intelletto, che piaccia o no.

La religione è una scusa, non serve. Non serve a me, almeno. Non serve ora.

I miei capelli si sono fatti bianchi. I medici dicono che ciò sia avvenuto a causa della paura provata cadendo nel crepaccio… o forse per l’incredibile stress subito nel periodo del coma.

 

***

 

Sono due giorni che non mangio: non ho fame. Sto qui, seduto nel mio soggiorno, ed aspetto.

Non vedo più nessuno. Sui giornali non c’è traccia degli sviluppi della vicenda che ha cambiato per sempre la mia esistenza; polizia e magistratura non mi chiamano, forse mi sorvegliano.

Certamente credono che abbia trascinato nella mia caduta verso il fondo dell’abisso, il Piano Apocalisse; per ora la lotta tra i Servi del mondo e le forze del Male non ha visto un vincitore e continuerà forse per sempre. Pagherà l’Umanità intera e nessuno potrà salvarla dai devastanti effetti dell’AIDS che continuerà a mietere vittime in ogni angolo del pianeta.

Il telegramma che i Servi mi spedirono, come un amo gettato nel mare del destino, non è tornato nelle loro mani. E neanche Sirio potrà utilizzare il vaccino anti-AIDS per spianare la strada al Male.

Il problema è che ho appreso della scomparsa del mio amico Enrico. Non ho alcuna idea di che fine abbia fatto ciò che recuperò dalla sabbia di Torvaianica. Per telefono, la moglie mi ha giurato di non aver ritrovato, in casa, nessuna scatolina di latta contenente tartufi e quel maledetto telegramma.

L’appuntamento che non onorai dopo la tragica notte dello scontro con Sirio, è stato più fatale per lui che per me…

 

***

 

E’ trascorso ormai un mese dal mio risveglio e talvolta vago nella città, preferibilmente di notte, con la speranza d’incontrare almeno Sirio.

Per il resto, si occupano di me le suore della parrocchia. Credono nella loro missione e nella mia pazzia. Mi accudiscono con pazienza e molta, simulata, dolcezza.

Ferretti m’ha spedito una specie di liquidazione, e l’assegno l’ho consegnato direttamente alle suore. Del denaro, non so che farmene.

Le mie meditazioni, in un pomeriggio più noioso del solito, sono interrotte dal campanello. Forse, Suor Angela che viene a prepararmi la cena.

Quando apro la porta, vedo invece un tizio che veste un gessato grigio e porta occhiali neri. E quel che è peggio, sorride. In bocca ha un sigaro spento.

- Si ricorda di me?

- Ryne, dell’ambasciata americana. Non mi dica che vuole entrare.

- Bella sorpresa, eh? – ghigna, introducendosi senza altri convenevoli in casa mia – La trovo maluccio, caro amico. Sembra invecchiato di dieci anni! Invece, è stato solo un annetto in quell’ospedale, vero? Posso sedermi su quel divano?

- Sì, sediamoci in salotto. Non ho niente alcolici in dispensa, purtroppo. Le suore non amano questo tipo di bevande.

- Suore? By God, come s’è ridotto! – commenta, una volta posato il deretano sulla polvere del mio divano.

- Ryne, mi ascolti, non ho molta voglia di fare conversazione. Sto vivendo il mio dramma personale, e penso che lei, la CIA, i marine o chi diavolo siete, avete ben capito che sono solo e malandato.

Ryne batte le mani. – Bel discorso! Le interessa una via d’uscita?

- Se lei sta pensando al Piano Apocalisse, sappia che io non ce l’ho.

- Davvero? Comunque, di certo non è stato ritrovato sul fondo del crepaccio dove è andato quasi a fracassarsi il cranio, né l’avevano i cacciatori che hanno rinvenuto il suo corpo esanime… I nostri tecnici hanno analizzato ogni millimetro quadrato del suolo e della vegetazione di quel posto, per un anno intero. Le ripeto la domanda: che fine ha fatto il Piano Apocalisse?

- Ha aspettato un anno, per chiedermelo? Quella notte fatale, non l’avevo con me! E non ce l’ho adesso.

- Vede com’è complicata, la vita? Quel dossier sembra svanito nel nulla! Com’ è sparito Henkel! Sappiamo del ritrovamento del cadavere del figlio, e, probabilmente, anche lui è morto. Ma quel che cercavamo era lui con il maledetto Piano! Guarda caso, non abbiamo ritrovato nessuno dei due! Solo lei, Bersani, è sopravvissuto! Strano, vero?

- Dov’erano i vostri satelliti, le vostre spie, la sera che fui coinvolto nello scontro tra i veri contendenti del Piano Apocalisse? Perché pensa che io sia precipitato in quel crepaccio?

Ryne scaglia il sigaro spento sul mio pavimento.

- Merda! Mi vuole prendere in giro? Gli uomini che sorvegliavano la sua abitazione, quella notte, sono stati ritrovati con la gola squarciata! I nostri satelliti hanno subito sabotaggi tanto efficaci quanto misteriosi nella trasmissione dei dati! Io non so a chi si riferisca lei, caro Bersani, ma senz’altro tra i vari contendenti per il possesso di quel dossier, ci sono almeno due potenze mondiali!

‘Immagino che lei sappia quanto sia importante che cada nelle mani giuste. Durante questo periodo, io sono stato contattato da uno dei primi Cavalieri dell’Apocalisse! Si chiamavano così, in codice, gli ideatori del Piano originale, nel 1965. Bene, questo signore è, attualmente, il presidente di una delle maggiori società farmaceutiche del pianeta ed ancora spera di guadagnare miliardi di dollari commercializzando il vaccino contro l’AIDS. L’antidoto, la cui formula è contenuta nel Piano, non sarebbe altrimenti riproducibile, anche perché Henkel ha ucciso l’inventore di quel vaccino. Mi spiego?

- Anche troppo.

- Vede, ho i miei buoni motivi per offrirle una percentuale sugli affari! Inoltre, voglio rendere un servigio al mio Paese, evitando un tremendo scandalo.

- Beh, se questa storia diventerà di pubblico dominio, il suo Paese non verrà certo annoverato tra i benefattori dell’Umanità!

- La pubblica opinione è sempre molto superficiale! Gli Stati Uniti vengono ricordati ancora oggi come quelli che lanciarono la bomba su Hiroshima, e non solo per aver posto fine alla Seconda Guerra! La nostra arma biologica serviva a combattere il pericolo rappresentato dall’URSS!

- Già, l’importante è sempre uccidere per giusta causa. Pazienza, se per sperimentare armi tanto efficaci, muoiono e moriranno milioni di persone innocenti…

- Pensi quel che vuole. Né io né lei possiamo minimamente influenzare la politica mondiale. Se non l’ha ancora capito, il destino del mondo, e di noi tutti, è nelle mani di persone che neanche abbiamo mai visto. I fantocci che siedono nelle assemblee dei governi nazionali, sono i loro servitori, di secondo piano, per giunta. Prima di questi, gli ordini fondamentali vengono impartiti ai titolari delle grandi multinazionali, ai signori dell’alta finanza, ai banchieri. Si sa che il potere politico deve soggiacere ai grandi interessi economici. E questi sono funzionali ai veri padroni di questo pianeta. A proposito, mi parli di quelli che ha definito i contendenti che quella notte si affrontarono per il possesso del Piano.

- A che servirebbe? Sono tutti scomparsi! Proprio come il suo prezioso vaccino!

- Io penso che lei non abbia ancora compreso il nocciolo della questione.

- Bene, non ho impegni per il prossimo quarto d’ora: me lo spieghi lei...

L’agente speciale si gratta il mento, scuotendo la testa.

- La gente come lei pensa che le guerre, o le crisi economiche come quella che viviamo, siano frutto di errori umani, casualità o sciagure cadute dal cielo... Non è così. Non accade nulla, da un conflitto locale o regionale, fino alla pandemia più feroce, che non sia stato accuratamente previsto, progettato, attuato dalle Corporazioni, volgarmente chiamate Elité dai cospirazionisti... Persino il nostro corredo genetico, in un certo senso, è costantemente modificato da quel che respiriamo, ingeriamo, beviamo. Mi crede?

- Vuole dirmi che persino i disastri di Chernobyl e Fukushima sono stati progettati?

Ryne ride fragorosamente.

- E lei pensa che siano frutto di un destino beffardo? Sappia che persino l’educazione alimentare che ci viene impartita dai media e dai medici è frutto della programmazione di aziende che ci preparano alle malattie per poi venderci la cura! E senza le centrali difettose, chi mai acquisterebbe le nuove e più sicure centrali atomiche? E quando anche queste si dimostreranno inadeguate, chi potrebbe mai acquistare a carissimo prezzo altre tecnologie energetiche? Magari lo sfruttamento dell’idrogeno o del solare termodinamico... I brevetti internazionali garantiscono flussi di denaro incalcolabili e ovviamente sconosciuti ad ogni fisco. Si pensa, peraltro, generalmente, che i paradisi fiscali siano una sorta di isola dei pirati. E invece sono la cassaforte delle banche più potenti per celare i loro depositi e i traffici più oscuri, come i finanziamenti alle opere sconosciute al grande pubblico.

- Per esempio?

- Per esempio, la vera conquista spaziale, che non prevede la ricerca dell’acqua sulla Luna o su Marte ma artefatti di altre civiltà. Il loro valore è parimenti incalcolabile anche per la tecnologia bellica, la più remunerativa! Vuole sapere altro?

- Sì, cosa c’entra tutto questo con me. Io mi sono trovato in mezzo ad una cospirazione vera, tirato per i capelli, trasformato in una specie di morto vivente senza alcuna speranza. E non ho quel maledetto Piano!

Ryne fissa le mie rughe troppo intensamente, poi si alza di scatto.

- Lei non vuole ricambiare la mia fiducia? Male! Sa quante centinaia di migliaia di morti accertate a causa della sindrome da AIDS abbiamo registrato, mentre lei dormiva, nell’ultimo anno? E forse non immagina che grazie alla diffusione geometrica del contagio, in tutto il mondo, quest’anno sono previsti un milione e cinquecentomila decessi. Per evitare il panico, è un bel po’ che i media non rendono pubbliche le cifre esatte del disastro! E soprattutto, non è possibile preparare le scorte adeguate del vaccino!

- Avete messo in moto questa macchina infernale e ora chiedete a me, la soluzione... I suoi padroni oltreché pazzi, sono anche degli illusi. Se il Piano Apocalisse fosse stato nelle mie mani, io non sarei qui a parlare con lei. Sa benissimo quanta gente ha dato la caccia a quel Piano!

- Deve averlo lei! Ed io ho il modo di farglielo sputare!

E, fatta quest’importante dichiarazione, se ne va da casa mia, sbattendo la porta.

 

***

 

Quando le ombre di una sera qualunque arrivano ad esaltare le luci cittadine, sono ancora seduto nel mio salotto. A che servirebbe fuggire? E dove, poi?

Ryne non ha torto. Chi avesse il Piano, avrebbe anche tutto l’interesse di far sospettare gli altri concorrenti che sia io a nasconderlo. Non so cosa abbia in mente, l’agente speciale, ma deve pur escludere una o l’altra ipotesi...

Riapro gli occhi solo quando la lama di luce di un paio di torce elettriche taglia in due il buio confortante di questa stanza. Subito dopo, due braccia robuste mi afferrano per immobilizzarmi sulla poltrona.

Una torcia mi viene puntata in faccia, mentre la voce roca di Ryne abbaia:

- Basterà fare, tra qualche giorno, il test dell’AIDS per trovare un’ottima ragione per guidarci dai suoi complici! Non tema, Bersani, una volta ottenuto il vaccino, la prima dose gratuita sarà per lei!

L’ago che raggiunge la vena del braccio non riesce a generare né paura né dolore. Vorrei ridergli in faccia, ma la mia indifferenza è più forte.

 

***

 

I giorni riprendono a trascorrere lentissimi, mentre i servizi sociali, ed i creditori, si occupano delle mie cose terrene. Intanto i medici dell’ospedale hanno detto che è ancora presto per il test dell’AIDS, non credendo fino in fondo alla mia versione dei fatti. Per loro, come per le suore che mi accudiscono e per tutti quelli che un tempo mi salutavano, sono solo il matto del quartiere.

Strana agonia, tutto sommato. Gli scagnozzi di Ryne non si fanno vedere, ma sento i loro occhi da gufi addosso. A volte, ho la tentazione di credere alle parole pacate del pretino che la parrocchia invia, ogni sabato mattina, con lo scopo di lenire le sofferenze della mia anima. Parla di sofferenze inviate dal Signore per fortificare la nostra fede. Fede in chi o cosa, non lo dice. 

Ieri ho ritrovato in un cassetto alcune, vecchie, fotografie che pensavo d’aver smarrito. Io e Sara. Io, Sara, Sandro e Daniela. Io, Sandro ed altri amici. Ed alcune istantanee scattate per consegnare ai posteri l’apparenza sorridente di chissà quale filmaccio della Star Film, certamente sceneggiato dal sottoscritto. Poi, distrattamente, mi sono perso ad ammirare la fresca bellezza di un’attricetta che non ho riconosciuto subito: Claudine… Una foto del suo ultimo set.

Sono davvero un assassino? E se i Servi non mi avessero curato psichicamente, sarei diventato un assassino seriale?

Merito la salvezza o l’orrida morte da sindrome da AIDS?

Ma la mia piccola storia personale ha ben poca importanza. Il confronto tra i Servi del mondo e Sirio come si concluderà? Durerà per molto la solita situazione d’equilibrio che pone gli umani al centro d’un conflitto di cui non hanno colpa? E se la posta in palio non è la vita umana, ma l’anima umana, anche il flagello dell’AIDS assume un ruolo ben preciso, come la peste medievale e la triste follia delle Guerre Mondiali.

Il profitto ed il potere conseguente governano il mondo e chi li detiene non può badare alla vittime del suo gioco. Siamo pedine sulla scacchiera, bravi soldatini nell’eterno scenario di una guerra senza fine. Ma vediamo solo la casella sulla quale puntiamo i piedi, per muoverci nell’unica direzione obbligata.

Qualcuno afferma che siamo persino schiavi di una realtà simulata. Ma non serve tale artifizio per renderci defeenti ed obbedienti. La loro vittoria è completa, noi siamo finiti anche prima di conoscere l’esito, qualunque sia, della lotta tra il Bene e il Male. O quel che ci appare tale.

il Piano Apocalisse fu progettato per uccidere e ciò è stato.

La certezza che esiste un vaccino, una soluzione al veleno che affligge il mio corpo, non basterebbe a salvarmi la vita e probabilmente neanche l’anima, se un giorno un uomo altissimo e dritto come una colonna, non mi sfiorasse con la durezza del metallo mentre siedo sulla mia panchina preferita di piazza Vittorio Emanuele.

Il suo tocco gelido ha lasciato una sottile ferita sanguinante sul mio collo.

Sto pensando che forse è uno di quei benpensanti che odiano i barboni, e la rabbia mi costringe ad inseguirlo, mentre fila via verso i portici, con quel suo sfottente, costosissimo cappotto di cachemire.

Lo raggiungo e lo costringo a voltarsi. Noto i suoi occhiali scuri, i capelli e la barba bianchissimi.

- Non meritavi di morire così! – dice, in un italiano sporcato da un evidente accento tedesco.

- Chi diavolo sei? – chiedo, mentre mi rendo conto di sapere già la risposta.

- Neanche Armando meritava di finire in quel modo e solo il destino ha voluto farmi sopravvivere alla morte di mio figlio.

- Mi hai iniettato il vaccino, vero? Perché?

- Devo pur dimostrarne a tutti l’efficacia! La CIA ti sorveglia, e saprà fare un’offerta, facendo comprendere ai Servizi di tutto il mondo che chi possiede il vaccino anti-AIDS attende, magari, un’offerta migliore! Ora devo andare.

Il Tedesco cerca di ripartire in direzione della Stazione Termini, ma, seppur a fatica, lo raggiungo di nuovo e gli urlo in faccia:

- Perdio, ma cosa vuoi da noi? Quanti moriranno ancora per la tua sete di potere?

- Non è il denaro che voglio, e neanche il potere; voglio solo evitare il mio personale Giorno dell’Apocalisse. I tuoi amici migliori potranno valutare adeguatamente quanto vale la cura contro il peggior flagello che l’Umanità conosca!

- E quanto vale, Henkel? Dimmelo!

- Almeno quanto la cura per la mia anima! Per la mia povera, sporca anima.  

Non ho più la forza di corrergli dietro, mentre guardo l’Anticristo sparire tra la folla distratta del sabato pomeriggio.

 

FINE

 

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