Magazine Cinema
Regia: Baz Luhrmann
Interpreti: Leonardo di Caprio, Carey Mulligan, Tobey Maguire
Trama: 1922, Nick Carraway si trasferisce a Long Island, in una villetta che confina con l'immensa villa del ricchissimo e misteriosissimo Jay Gatsby, milonario dagli affari oscuri, che solitamente organizza feste memorabili e del quale non si sa realmente nulla. Cugino di Daisy Buchanan, moglie del ricchissimo Tom, ex campione di polo, Nick viene a conoscenza del passato intercorso tra Gatsby e Daisy. I due, proprio grazie a lui, si rincontreranno...ma i sogni son ben presto destinati a tramontare e la tragedia e' in agguato.
Cosa c'è dietro un castello faraonico, a feste sfarzose, al denaro che tutto può avere e tutto può comprare? Stiamo per raccontare l'ennesima visione di un cineasta presuntuoso o un film destinato a diventare un classico?Dovete sapere che io amo Luhrmann. Adoro visceralmente i suoi film, gli ho perdonato persino un polpettone come "Australia"; è il solo che potrebbe mettere le mani su "Casablanca" (pare sia uno dei suoi prossimi progetti) senza farmi venire un attacco di dermatite purulenta. Detto ciò...proprio Lurhmann porta sullo schermo uno dei classici forse più amati, una storia che conosciamo tutti quanti e non certo bisognosa di inutili orpelli.Ed invece Baz cosa fà??Offre allo spettatore il personale Moulin Rouge di un personaggio che sacrifica la sua vita al sogno racchiuso in una luce verde al di là della baia. Il suo Gatsby riesce ad essere così scintillante da restare quasi straniti. Dopo la prima parte si esce storditi da un r'n'b martellante, dalle scenografie fastose, dai colori abbaglianti, e da costumi che, da soli, valgono l'intera visione.Ma poi, come il racconto di una festa che sta per finire, c'è solo il ritratto di un uomo romantico ed inquieto, con il suo sogno fatto a pezzi. "Il grande Gatsby" ha scatenato critiche feroci; tracotante, ridondante ed insieme noioso, sorta di soap opera in confezione extralusso. Io l'ho trovato, come il suo magnifico interprete, terribilmente affascinante e teneramente malinconico. Ottimo tutto il cast. Su Di Caprio mi sono già pronunciata, è il Gatsby perfetto, davvero strepitoso; Carey Mulligan, alle prese con uno dei personaggi più sgradevoli della letteratura, Daisy è soltanto una bambolina vanesia e vigliacca, è, al solito, molto brava. Non mi è dispiaciuto nemmeno Tobey Maguire, nei panni di Nick Carraway, complice e testimone della tragedia che lentamente va a compiersi. Come già detto, un film che ha profondamente diviso.Personalmente non credo, soprattutto, che Lurhmann abbia tradito Fitzgerald; mi sembra che, semplicemente, abbia fatto grande cinema per gli occhi e per il cuore.
"Erano gente indifferente Tom e Daisy.Sfracellavano cose e persone e poi si ritraevano nel loro danaroo nella loro ampia indifferenza o in ciò che comunque li teneva uniti e lasciavano che gli altri mettessero a posto il pasticcio che avevano fatto"
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