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Il grande Gatsby di F.S. Fitzgerald: la post-recensione

Creato il 05 settembre 2012 da Postscriptum

Il grande Gatsby di F.S. Fitzgerald: la post-recensione

New York. Anni 20 del 1900. La società americana si divide in due rispettabili classi sociali: chi lavora duramente e chi si gode la propria richezza. Anche la vita del protagonista della nostra storia si divide in due fasi, c’è un prima e un dopo, un inizio nella povertà e nella fame che si trasforma in un presente nella ricchezza per finire in un epilogo funereo. Cosa può rovinare la vita di un riccone del genere? Solo l’amore trovato e perduto, e infatti è proprio per amore di una vecchia fiamma che il nostro amico troverà la sua fine. Ma andiamo con ordine.
James Gatz è uno squattrinato sottufficiale dell’esercito americano quando conosce la bella Daisy di cui s’innamora perdutamente, ma la ragazza appartiene ad una classe sociale agiata inaccessibile al nostro eroe così la loro storia d’amore appassisce già sul nascere ma pianta il seme della rivalsa nei confronti della propria condizione sociale nel giovane James.
Jay Gatsby è un facoltoso uomo d’affari di Long Island, conosciuto e rinomato per le sontuose feste che concede con cadenza quasi giornaliera. Sono eventi, questi, che attirano il meglio e il peggio della società cittadina fondendoli in un turbinio di elogi, ammirazione e curiosità nei confronti del generoso anfitrione.
Il terzo personaggio della nostra storia è Nick Carraway, un giovane broker trasferitosi nella grande mela per inseguire il suo personale sogno americano fatto di una semplicità disarmante costituita di voglia di fare e desiderio di affermarsi seguendo i rigidi dettami paterni del tipo:” Quando ti vien voglia di criticare qualcuno, ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu“. Penso di aver bene reso l’idea del tipo di persona.

Nick è il narratore della storia e anche colui che ci farà capire come si intrecceranno le vite di James, Jay e Daisy portando al triste epilogo che coinvolgerà non solo i nostri amici ma anche tutta la società di Long Island.
La frequentazione con il grande Gatsby sarà per Nick lo spunto per riflettere su alcune situazioni estranee alla sua morale e lo porteranno a formulare alcuni pensieri che esulano dal contesto storico e immaginifico del romanzo; egli si accorgerà infatti che quasi tutte le pose finiscono per nascondere qualcosa anche se non subito e che la vita si osserva con maggiore vantaggio da una finestra sola.

Il primo incontro tra Nick e Gatsby racchiude in un passaggio tutta la grandezza del romanzo:
Sorrise – racconta Nick riferendosi a Gatsby – con aria comprensiva, molto più che comprensiva. Era uno di quei sorrisi rari, dotati di un eterno incoraggiamento, che si incontrano quattro o cinque volte nella vita. Affrontava, o pareva affrontare, l’intero eterno mondo per un attimo, e poi si concentrava sulla persona a cui era rivolto con un pregiudizio irresistibile a suo favore. La capiva esattamente fin dove voleva essere capita, credeva in lei come a lei sarebbe piaciuto credere in se stessa, e la rassicurava di aver ricevuto da lei esattamente l’impressione che sperava di produrre nelle condizioni migliori. Esattamente a questo punto svaniva.

Da questo romanzo, tradotto in Italia nel 1950 da Fernanda Pivano, esistono ben 4 adattamenti cinematografici tra cui il più recente vede la partecipazione di Mia Farrow e Robert Redford e anche la regia di Francis Ford Coppola.


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