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Il lavoro dell'uomo: proteggere e aver cura della terra

Da Antoniobruno5
Il lavoro dell'uomo: proteggere e aver cura della terraIl lavoro dell'uomo: proteggere e aver cura della terra
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Nel corso dei secoli la visione che le persone del Salento leccese hanno avuto del paesaggio è andata modificandosi. L’hanno considerato prima un luogo ostile e selvaggio, in seguito, con il progredire dell’industrializzazione, come risorsa da sfruttare per accelerare la corsa dell’umanità verso le “magnifiche sorti e progressive” fino ad essere considerato ai giorni nostri panorama o
lotto di terreno edificabile. Ma è questo il paesaggio rurale del Salento leccese?
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Noi dipendiamo dal paesaggio rurale
E’ evidente che esiste uno stretto rapporto antropologico che lega l’uomo alla terra e viceversa. Siamo strettamente legati all’ambiente in cui viviamo e dipendiamo dal paesaggio che ci circonda infatti ognuno di noi più volte al giorno deve ricorrere al cibo per sopravvivere, ma il pasto è anche un momento essenziale e fondamentale per ognuno di noi.
I proprietari del Paesaggio rurale del Salento leccese sono i custodi dell’ambiente
E la terra è custodita dai proprietari del Paesaggio rurale, e chi di essi è fedele alla sua terra, specie nelle zone collinari e di montagna, si sente custode del creato per la sua difesa e valorizzazione.
Il tempo è un cerchio
E’ necessario il ritorno alla concezione ciclica del tempo, legata ai ritmi delta natura, per lasciarsi finalmente alle spalle la visione lineare che affonda nell’illusione di un progresso illimitato.
L’uomo è parte del Paesaggio rurale
C’è stata una gigantesca convinzione di poter abusare della scienza moderna, molte volte divenuta strumento di sempre più ampio potere manipolatore, come se l’uomo fosse fuori da mondo, estraneo nei confronti della natura ed è questo essere al di fuori e superiore che rende psicologicamente possibile all’uomo lo sfruttamento e lo scempio.
Il consumismo distrugge le risorse naturali
Un mondo che è informato dalla mentalità consumistica, che distrugge sconsideratamente e pur necessariamente (pena la destabilizzazione dell'intero sociosistema) le risorse naturali.
Il richiamo del Papa Benedetto XVI
“Tra le questioni essenziali, come non pensare ai milioni di persone, specialmente alle donne e ai bambini, che mancano di acqua, di cibo, di un tetto? Lo scandalo della fame, che tende ad aggravarsi, è inaccettabile in un mondo che dispone dei beni, delle conoscenze e dei mezzi per porvi fine. Esso ci spinge a cambiare i nostri modi di vita, ci richiama l’urgenza di eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente e uno sviluppo umano integrale per oggi e soprattutto per domani.” Papa Benedetto XVI
La solita storia del Pastore
Durante il colloquio di Sabato 12 marzo a Taviano un uomo ha chiesto la parola dopo la mia relazione che pretenziosamente mi imponeva di illustrare lo stato dell’arte e le prospettive dell’agricoltura del Salento leccese e ha esordito dicendomi che pur ringraziando tutti noi per aver impiegato un giorno di Sabato per illustrare le prospettive del paesaggio rurale del Salento leccese ha cominciato la triste serie di lamentazioni che accompagnano gli interventi degli imprenditori agricoli del Salento leccese da quando io ho memoria delle loro parole e dei loro discorsi. Si lamentano i proprietari del Paesaggio rurale, eppure hanno la possibilità di vendere.
Un 65enne demotivato
Quest’uomo aveva oltre 65 anni, ma nel suo triste e lamentoso dire non ha mai dichiarato di voler vendere il suo pezzetto di paesaggio agrario. Non vendono, si lamentano. Ecco cosa ci manca: non abbiamo consapevolezza che il tempo è un cerchio, invece sarebbe bello metterci in una struttura ciclica, anche la nostra vita è un cerchio e a 65 anni siamo alla fine del ciclo, dovremmo passare la mano ad altri, invece quell’uomo si è alzato perché non ricavava dai suoi 5mila alberi di olivo un reddito soddisfacente.
Quale reddito potrebbe soddisfare un 65enne?
Ma per soddisfare che cosa? Quali esigenze? Se l’azienda fosse andata al figlio o ai figli il suo lavoro sarebbe servito, eccome se sarebbe servito! Il suo discorso sarebbe tutto incentrato sulla soddisfazione delle famiglie dei suoi figli, ma i suoi figli fanno gli avvocati o gli ingegneri oppure i medici, allora a cosa serve questa lamentazione di un 65enne con 5mila alberi di olivo che non gli garantiscono un reddito soddisfacente? Probabilmente lui, insieme ai tanti che la pensano come lui, non saranno mai soddisfatti.
Prendersi cura del Paesaggio rurale che si prende cura di noi
Un mio amico era completamente preso dal lavoro, stava male e probabilmente aveva necessità che qualcuno si prendesse cura di lui. Mi chiese se conoscessi qualcuno che potesse aiutarlo e io gli dissi che conduceva una vita assolutamente distaccata dalla realtà che aveva troppo lavoro finalizzato esclusivamente a fare soldi, fare tanti soldi. Gli consigliai di acquistare un piccolo pezzetto di paesaggio rurale. L’ha fatto, ci ha messo l’anima in quel pezzetto di terra e c’ha speso anche tanti dei tantissimi soldi che aveva. Ricordo ancora la faccia che fece quando un altro amico per aiutarlo si disse pronto a potare una siepe di fico d’India. Dopo l’intervento di questo amico non c’era più il fico d’India. Ma nonostante questo inconveniente il mio amico riprese il contatto con la realtà e non ebbe più bisogno d’aiuto. La terra, il paesaggio rurale l’aveva curato!
La cura di Heidegger
La “Cura”, mentre stava attraversando un fiume, scorse del fango cretoso; pensierosa ne raccolse un po’ e cominciò a dargli forma. Mentre è intenta a stabilire che cosa abbia fatto, interviene Giove. La “Cura” lo prega di infondere spirito a ciò che essa aveva fatto. Giove acconsente volentieri. Ma quando la “cura” pretese di imporre il suo nome a ciò che aveva fatto, Giove glielo impedì e volle che fosse imposto il proprio. Mentre Giove e la “Cura” disputavano sul nome, intervenne anche la Terra, reclamando che a ciò che era stato fatto fosse imposto il proprio nome, perché aveva dato ad esso una parte del proprio corpo” …… “I disputanti elessero Saturno a giudice. Il quale comunicò ai contendenti la seguente giusta decisione: “Tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; tu, Terra, che hai dato il corpo, al momento della morte riceverai il corpo. Ma poiché fu la Cura che per prima diede forma a questo essere, fin che esso viva lo possieda la Cura. Per quanto concerne la controversia sul nome, si chiami homo poiché è fatto di humus (Terra)”. (M. Heidegger, 1976, Essere e Tempo, trad. it. Longanesi, Torino, p. 247)
Conclusione
C'è la necessità di indurre ad una attenta e circostanziata riflessione sul rapporto tra le 800mila persone che abitano nel Salento leccese e il paesaggio rurale. C’è l’urgenza di sviluppare la nostra capacità di osservare poiché in tal modo il nostro paesaggio rurale è in grado di generare emozioni, di far emergere i valori che sottendono lo sviluppo locale anche per approfondire la conoscenza
delle diverse culture del nostro territorio. Tutto questo è di vitale importanza per far nascere il senso di responsabilità nei confronti del paesaggio rurale del Salento leccese e la consapevolezza del suo straordinario contributo alla qualità della nostra vita.
di Antonio Bruno, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

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