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Il mistero della morte di Tenco

Creato il 03 ottobre 2011 da Yourpluscommunication

Il mistero della morte di Tenco Nel Gennaio del 1967 la diciassettesima edizione del Festival di Sanremo viene scossa dalla morte improvvisa di uno dei cantanti in gara.

La sera del 27 Gennaio dello stesso anno, infatti, Luigi Tenco, cantautore e compositore italiano, viene trovato morto dalla sua compagna Dalida nella sua camera d’albergo dell’Hotel Savoy.

Nell’era in cui il regolamento del Festival della Canzone Italiana prevedeva l’eliminazione di 16 canzoni (tra quelle in gara) e 14 brani qualificati per la serata finale, Luigi Tenco e Dalida si presentavano con la canzone “Ciao Amore Ciao” che però, oltre ad aver avuto poco consenso tra il pubblico, non veniva ammessa alla serata finale del Festival.

Ma esisteva un’ulteriore possibilità per essere riammessi: una giuria tecnica aveva il compito di “ripescare” una tra le canzoni eliminate, ma “La Rivoluzione” cantata da Gianni Pettenati e Gene Pitney ebbe la meglio sulla canzone del duo Tenco-Dalida.

Rinchiusosi nella sua camera d’albergo Luigi Tenco decise di farla finita sparandosi un colpo di pistola alla tempia destra.

Insieme al suo cadavere steso sul pavimento venne rinvenuto un biglietto con scritto:

«Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.».

Il mistero della morte di Tenco
Tutte le circostanze del caso portano a pensare, dunque, che il cantautore preso dallo sconforto per l’eliminazione ingiusta dalla gara canora, si sia suicidato ed effettivamente, anche l’inchiesta ufficiale si conclude con l’archiviazione del caso: suicidio.

Ma diversi misteri aleggiano attorno alla morte di Tenco.

Il Cadavere, non si sa per quale ragione, viene subito trasferito all’obitorio ma poi riportato nuovamente in albergo: pare che gli investigatori si siano dimenticati incredibilmente di “ effettuare i rilievi fotografici essenziali per la completezza del fascicolo da trasmettere alla Procura”.

La porta della dependance dell’Hotel Savoy viene trovata socchiusa e con la chiave inserita nella parte esterna.

Il primo a giungere sul posto, dopo la compagna Dalida, è Arrigo Molinari un inquirente del commissariato di Sanremo che successivamente finirà implicato nell’inchiesta sulla P2.

Luigi Tenco tra le mani stringeva una calibro 22 ma nella stanza verrà ritrovata un’altra arma, una Walter Ppk (l’anno precedente il cantante aveva acquistato una pistola per difesa personale).

Il mistero della morte di Tenco
La posizione del cadavere e della pistola: ci sono ben sette descrizioni diverse per l’una e tre versioni per l’altra.

Chi vide il corpo “parallelamente al letto con la testa verso il fondo”, chi in “posizione supina”, qualcun altro “seduto a terra appoggiato con il busto sulla sponda del letto”.

Altrettante diverse le dichiarazioni riguardanti la posizione della pistola: “Nella mano” per il commissario, “in mezzo alle gambe” o “sotto il comò” per altri due testimoni.

Il proiettile che uccise Tenco non fu mai ritrovato.

L’ora della morte: il medico legale la fa risalire a attorno all’1.30, Dalida dice di averlo trovato alle 2.10 e nel fascicolo inviato alla procura si afferma che la morte sia avvenuta alle 2.30.

Nessuna autopsia, niente “guanto di paraffina” (che serve a constatare la presenza di polvere da sparo sulle mani) e tante tante inesattezze nello svolgimento delle indagini.

Il diciassettesimo Festival di Sanremo vide vincitori Claudio Villa e Iva Zanicchi con la canzone “Non pensare a me”, di quel Festival esistono pochissime immagini e nessuna ripresa video ufficiale, ma solo un ricordo: la tragica morte di un cantautore avvolta tutt’oggi nel mistero.

Giovanni Mercadante

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