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Il nuovo bonus per le donne disoccupate

Creato il 10 luglio 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

512px-Wwii_woman_worker-editMeritocrazia, questa sconosciuta: "concezione della società in base alla quale le responsabilità direttive, e spec. le cariche pubbliche, dovrebbero essere affidate ai più meritevoli, ossia a coloro che mostrano di possedere in maggior misura intelligenza e capacità naturali, oltreché di impegnarsi nello studio e nel lavoro", dice il vocabolario.

Un sistema – economico, sociale e civile - sano dovrebbe permettere, a coloro che mostrano intelligenza ed impegno, di primeggiare; cosa ben difficile se, al contrario, regnano il clientelismo ed il nepotismo più sfrenati, tanto da costringerci pure a mettere "quote" per legge. Prendete le quote rose diventate, ormai, obbligatorie in politica o nell'economia: mai sarebbero state necessarie in un sistema veramente meritocratico.

Secondo l'annuale indagine Almalaurea, infatti, le donne laureate sono più numerose degli uomini ed hanno voti più alti, eppure, senza le quote, ben difficilmente potrebbero aspirare, non solo a ricoprire le stesse posizioni lavorative dei colleghi uomini, ma anche ad avere gli stessi livelli salariali. Non è un caso, quindi, che proprio il gentil sesso faccia la parte del leone nei ranghi, poco invidiabili, dei disoccupati.

Per ovviare al problema, il Ministero del Lavoro ha deciso di reintrodurre l'utilizzo di un vecchio strumento – fu attivato nel luglio del 2014, poi bloccato e ora esteso a tutto il 2015 -: il bonus per l'assunzione di donne disoccupate. SI tratta, in sostanza, di un sistema di sgravi fiscali, molto simile a quello stabilito nel Jobs Act, ma molto più vantaggioso.

Le aziende che assumono personale di sesso femminile, senza distinzione d'età, residenti in aree territoriali svantaggiate (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Basilicata; alcune zone e comuni di AbruzzoEmilia Romagna, Friuli, Lazio, LiguriaLombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto) e disoccupate da almeno 6 mesi, potranno di usufruire di sgravi contributivi fino al 50% e per la durata di 12 mesi per le assunzioni a tempo determinato, 18 mesi per quelle a tempo indeterminato.

In teoria, il sistema, già previsto dall'ultima legge di Stabilità, sarebbe dovuto essere operativo a partire dal 1 luglio 2015, ma, come spesso accade, la politica è svelta a promettere e lenta a mantenere la parola, mentre l'INPS resta in attesa di disposizioni, da parte del Governo. In attesa di ulteriori sviluppi, vi terremo informati.

Danilo


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