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Il pollo di Newton: recensione del libro di Massimiano Bucchi

Da Lilimadeleine

Il pollo di NewtonAmmetto di avere una certa attrazione per i libri che parlano di cucina senza essere meri ricettari. Come ‘Il pollo di Newton. La scienza in cucina‘ (ed. Guanda) di Massimiano Bucchi.

Il titolo mi incuriosiva, la copertina gialla mi attirava, l’argomento mi intrigava: ora sono felice di avere anche accesso alla sua sterminata bibliografia.

Ma siccome in rete ho trovato solo recensioni entusiastiche di questo libro, credo sia necessario fare una premessa importante: ‘Il pollo di Newtonnon è un libro di cucina né un ricettario. Non è nemmeno un manuale di piccoli trucchi, escamotage, spiegazioni scientifiche delle reazioni chimiche che avviene ai fornelli.

Se questo è l’approccio con cui iniziate la lettura, allora probabilmente rimarrete delusi, esattamente come è successo a me.

Se invece non vi lasciate confondere da quell’occhiello in copertina, ‘Un menù che solletica il palato, il gusto per la scienza, il piacere della lettura‘, allora apprezzerete davvero il libro.

Massimiano Bucchi è uno scienziato e di scienza si occupa: anche quando quest’ultima viene presa in prestito, di proposito o a sua insaputa, dalla cucina.

Un esempio vi illustrerà meglio di cosa sto parlando: il pollo a cui fa riferimento il titolo non è il protagonista di una ricetta succulenta e non vi verrà rivelato qual è il metodo di cottura migliore. Piuttosto, fa da sfondo a un aneddoto riguardante il celebre scienziato Isaac Newton.

Una sera, Newton invita a cena l’amico William Stukeley: questo si accomoda a tavola, dove la cena è già servita, in attesa che anche lo scienziato faccia la sua comparsa. Il tempo passa, Newton non arriva e Stukeley, stanco di attendere e affamato, alza il coperchio del piatto, mangia tutto il pollo preparato per cena e lascia solo le ossa. Quando anche Newton arriva, saluta l’amico, solleva il coperchio e, vedendo solo le ossa del pollo, esclama serafico: “Come siamo distratti noi filosofi. Ero proprio convinto di non aver ancora mangiato“.

Questo è lo spirito del libro: protagonista non è la cucina, ma la scienza che entra in relazione con la cucina. 

Ci sono molti altri aneddoti spassosi su altrettanti scienziati illustri: da Bacone a Pasteur, da Piero Angela (ebbene sì!) al chimico Liebig. Non ci sono ricette e nemmeno consigli pratici.

Se iniziate a leggerlo avendo ben chiaro questo concetto, allora adorerete ‘Il pollo di Newton‘.

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