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Il postino

Creato il 24 giugno 2010 da Fabry2010

Il postino

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Mi trascino in basilica con la stanchezza tipica del martedì, il mal di testa che esplode puntuale dopo il lunedì d’incubazione. Hanno organizzato l’adorazione continuata nella cappella dei francesi, quella col re che fa la comunione sotto la statua della Madonna di Loreto. M’inginocchio per un po’, perché c’è un altro prete sulla mia sinistra, non vorrei scandalizzarlo; ma le ginocchia non reggono e mi metto a sedere. Il cervello è compresso nella scatola cranica come in un vestito troppo stretto, impedendo qualsiasi misticismo. Accanto a me si accomoda una giovane donna, che evito accuratamente di guardare: il banco davanti è vuoto, è sempre problematico accettare invasioni di campo come queste, soprattutto con l’emicrania che martella. All’improvviso, accade l’imprevisto: si profila un’ombra, nel campo visivo ristretto dal dolore, qualcosa che vola, inopinatamente. Si posa su una sporgenza in legno della cappella invasa dalla luce: è un piccione, non si sa come sia entrato, perché l’ambiente è chiuso da ogni parte; si guarda in giro, con un ondeggiamento comico del collo. Non so se gli altri lo abbiano notato, perché non danno segni di stupore. Forse me ne sono accorto solo io: del resto lo avevo previsto, nell’ultimo libro di diari: ho avuto un angelo, al mio fianco: un po’ alla volta, sentirò ancora il suo frullare d’ali… E’ arrivato, nella cappella dei francesi, col mal di testa che stava per piegarmi, la giovane donna che vanificava qualsiasi ipotesi di concentrazione, il prete sulla mia sinistra che inoculava un senso di colpa proditorio: mentre tutto sembrava convincermi dell’inutilità del rimanere, o dell’andare, il piccione è arrivato. Sei unico, Mario: hai trovato il postino giusto per recapitare il tuo messaggio.



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