Magazine Società

Il proprio FUOCO INTERIORE.

Creato il 23 maggio 2012 da Tnepd

Il proprio FUOCO INTERIORE.

Il proprio FUOCO INTERIORE.Sembra facile, schermarsi dalle influenze nefaste di un collettivismo ideologico sempre più anonimo e onnipervasivo. La maggior parte delle “spugne”, di questo sistema inautentico di contro-valori,  non ha neppure la minima impressione, di recepire passivamente i “propri”modelli di comportamento, le “proprie” convinzioni, le “proprie” emozioni, dal mondo che li circonda.  Ma a me non interessa rivolgermi ai molti che seguono placidamente la corrente.A me, interessa offrire spunti di meditazione ai pochi che invece osano sfidarla.Alla gente che si è fatta venire le spalle belle larghe, a furia di nuotare controcorrente… Oggi perciò parlo di “narcisismo maligno”. Solo qualche spunto, come al solito. Ognuno ne faccia poi quello che crede. Perché, se c’è una cosa al mondo che non sopporto minimamente, è l’ideale inautentico del SUCCESSO; un sistema di credenze auto-annientanti che, dalle “stanza dei bottoni”, grazie ai “media” e ai loro stregoneschi tentacoli, ha inondato negli ultimi decenni con effetto cascata il vasto pubblico, e l’intera società. Tutti vogliono diventare famosi. Tutti, comprano la balla di una felicità, ottenibile da una posizione di predominio su tutti gli altri. “Sto di cacca con me stesso, giacché sto conducendo tutto fuorché una vita autentica. Non riesco neppure ad addormentarmi la notte, e ho paura di stare un solo minuto da  solo. Ma se riesco a guardare gli altri dall’alto in basso, sono certo mi sentirò meglio!!!” L’idiozia di fondo, è più o meno di questo tipo. Ma “Successo” e “riconoscimento da parte degli altri”, non sono affatto sinonimi. E “successo” e “vera arte”, poi,  vanno sempre più in direzioni opposte…. Il problema, con tutti quei burattini “rifatti” e prezzolati, che circolano in televisione, al cinema e sulle riviste, è che la maggior parte di loro sono affetti da narcisismo maligno. Il problema, quindi, diventa che le persone comuni, emulando questa gentaglia che la guarda dall’alto in basso, assorbono valori, sentimenti e convinzioni, che conducono alla medesima, nefasta forma di affezione patologica.  Ci vuole uno psicopatico, per provare piacere e benessere dalla pura idea di sentirsi superiore agli altri. E’ l’ideologia del naufrago che si appoggia e fa perno sulla testa o sulle spalle degli altri naufraghi, facendoli affogare per garantirsi qualche boccata d’aria in più. Ma il mare, in questo esempio emblematico, è un oceano di inconscio che reclama di abbracciare il naufrago per guidarlo verso una più ampia e complessa presa di coscienza di sé. Non si tratta di un vero pericolo. E’ la percezione della pressione da parte dell’inconscio, ad essere falsata. Un oceano,  cioè, che appare buio e minaccioso, unicamente perché la gente non ha o non cerca, un libretto per le istruzioni, che la istruisca verso un sano rapporto con se stessa. E allora, gareggia con gli altri, nella speranza di “tenersi a galla”. Un sano rapporto con “se stessi”, significa in primis realizzare che io sono individuo. Un essere unico e irripetibile. Un libro, che scrivo con le mie proprie scelte, e che non ha bisogno, né deve, somigliare al libro di nessun altro, per reclamare di essere significativo e autentico. Se una persona fa bene il proprio mestiere di essere umano, il riconoscimento degli altri, prima o poi, arriva. Ma bisogna prima “riconoscere” se stessi, che chiedere il riconoscimento degli altri.   Non di questa idea sono gli zombie che tappezzano il velo di Maya dello “star system”, e che vivono della totale dipendenza di un’ammirazione passiva, gerarchizzata, da parte dell’anonima e informe “massa”. L’adorazione…l’ennesimo lascito di software per decodificare la realtà, di stampo “squisitamente” religioso. Il proprio FUOCO INTERIORE. Ma il problema principale, quello che in pochi decenni si è allargato a macchia d’olio, è che la mitologia del diventare famosi, è diventata struttura integrante dell’ego collettivo. Per la precisione, è diventata una struttura direttiva dei moventi della vita, tanto del singolo, quanto della comunità. Ben pochi cercano di diventare se stessi. Ma anche troppi, cercano per converso l’illusoria felicità dei 5 minuti di celebrità. “Scimmiottare” è diventato movente, e finalità, di vita. Io ho un altro nome, per questo processo; lo chiamo INAUTENTICITA’. Una prigione, che reclude la COSCIENZA, invece che liberarla. Come un saggio ha detto una volta (  per la precisione troviamo questa affermazione nel controverso, quanto avvincente, Vangelo di Tommaso, se non erro ) : “Quando conosci te stesso, allora sarai conosciuto. Ma se non conosci te stesso, allora tu sarai in povertà. E sarai, POVERTA’. Il proprio FUOCO INTERIORE.Ma le persone non ci badano, e si sorprendono a sognare una vita di sogno, una vita da famosi e “celebri” ( o forse “celebro-lesi” ), mentre quanto in realtà avviene, è che una squallida serie di software mentali, impiantati nel cervello a furia di ripetizioni di messaggi subliminali da parte di stregoni mediatici…..Ecco qua inventato un atroce costume di vita condiviso. L’essere famosi o celebri, tanto per capirci, non cambia infatti in realtà di una virgola, la sensazione interiore di inconsistenza che l’individuo ha nei confronti di se stesso. Non lo cura se non illusoriamente, dal terribile, meraviglioso peso, di essere un INDIVIDUO. Ma del resto, una percentuale impressionante degli esseri umani è più che assuefatta, a confondere la totale dipendenza dall’approvazione, o  dall’ammirazione degli altri, con la genuina auto-stima di un individuo che possiede il proprio centro, e il proprio “carburante” spirituale, in  se stesso.  Anche sul web, anche tra quanti si propongono di parlare di verità, e magari di  aprire gli occhi alla gente sugli aspetti più scomodi e meno pubblicizzati, di quanto  avviene ogni giorno nel mondo, si riscontrano troppo spesso megalomani narcisisti maligni; gente in cerca non di auto-conoscenza….ma solo del surrogato i autenticità offerto da quei “famigerati” 5 minuti di gloria…. per ovviare al fatto di non avere edificato la propria anima, il proprio centro, il proprio FUOCO INTERIORE, in se stessi. E’ questa la ragione, per cui troppo spesso c’è feroce antagonismo, e troppo poco spesso, serena collaborazione Se la maggior parte delle persone sapessero comportarsi da UMANITA’, del resto, il mondo non sarebbe oggi nelle condizioni in cui si trova, no? Il proprio FUOCO INTERIORE. Il problema, naturalmente, è quello di una forma mentis che è penetrata nell’inconscio della maggior parte delle persone. In alcune, forse nella maggior parte delle menti, ha messo radici veramente profonde. Si tratta di un processo che avviene di continuo….io lo chiamo “Naturalizzazione”. Ma la mentalità del naufrago che affoga i compagni, per garantirsi qualche boccata d’aria in più di loro, porta poco lontani, almeno lungo la strada del sé. E nessuno, tra quanti sfuggono al proprio Dharma ( la propria missione di unicità, per come la vedo io ), trovano veramente un posto in cui nascondersi dalla propria ombra.  Mi consolo con questo pensiero, visto che non riesco a provare onestamente molta compassione, per questo genere di attitudini. Sono per un’etica di responsabilità personale, del resto. Non è quindi il mio forte, giustificare i comportamenti  di chi presume di potersi sottrarre dal sano sforzo di riflettere PERSONALMENTE, su quanto la societa gli propina per buono; o per “bell e pronto”. Il mondo, là fuori, può venderti tutte le balle che vuole; tutte le illusioni di felicità con le quali  preferisce adescarti.  Ma nessuno, nessuno,  ti obbligare a “bertele”, vita “natural durante”, quelle balle. Nessuno. Tutto, nella realtà di persuasioni globali in cui siamo giornalmente immersi, nella dimensione di occulta spietata omologazione giornaliera delle sensazioni e delle attitudini, si basa infatti sull’assenso. Un assenso che spetta a me individuo; e a me soltanto, dare o non dare.  TUTTO. Nessuno, mi obbliga a credere a menzogne, a inseguire miraggi, a sospingere altri naufraghi dello spirito come me, con la testa “sott’acqua”, per restare a galla. A vederla così, il mio personale”mare interiore” è diventato molto, molto meno minaccioso. Ma non si tratta di esperienze che si possano trasmettere. Ognuno, è chiamato ad essere e diventare, unicamente se stesso. Il proprio FUOCO INTERIORE.  Il narcisismo maligno….La competizione spietata si sposa certo alla perfezione, e figuriamoci se i burattinai questo non lo sanno,  con quel costrutto interamente sociale, quel giudice impersonale, subdolo e spietato, che quell’angelo custode di Freud ci indicò con il nome di “Super-io”. Ma il sé…il sé, non si edifica a furia di giudizi. I giudizi di un super-io, servono appunto proprio a reprimerne l’espansione. Il sé ha a che fare con l’amore, con il cuore. PUNTO. Sono stato di recente a un evento fotografico. Una “cosa” ambientalista, a tratti pure significativa, che è culminata con la proiezione di un filmato, diciamo,  di “sensibilizzazione”. Al termine, alcuni organizzatori hanno preso la parola. Ed io, da parte mia, ho cominciato a VEDERE. Giacché per me, anche osservare loro, aveva a che fare con la conoscenza della NATURA. Il proprio FUOCO INTERIORE. E così, ho visto la “personucola” che curava, dietro le parolone e le promesse di concreto impegno, gli “interessucoli” del proprio partito politico di provenienza ( e quindi, in ultima analisi, la propria carriera ). Ho visto lo stereotipo dell’intellettuale “ombroso ma sensibile”, apparentemente intento a dissertare sulle possibili soluzioni ai problemi dell’ambiente; in realtà irrimediabilmente perso nei propri, mentali e attitudinali, di problemi. Un ennesimo alienato, alla ricerca di 5 minuti di ammirazione per potersi sentire un po’ più vivo grazie all’energia degli altri. Era inutile provare a spiegare a quelle “maschere”, che la NATURA che vediamo là fuori, non può essere curata certo da persone che trattino in modo simile la NATURA che hanno dentro. Così, mi sono sorpreso a pensare, con fare  un po’ arrogante, lo ammetto, un deciso: “Anche le pulci, hanno la tosse!”. Non ho trovato un solo contenuto o progetto valido, che non fosse un vaporoso ed elaborato tentativo per orientare politicamente i presenti, o il volo funambolico di una persona che cercava di accaparrarsi una briciola di illusione di celebrità, per tamponare il “buco” che portava dentro. Ma senza verità presso se stessi, come si possono migliorare le cose di un mondo esterno? Alla fine di mi è venuto da sorridere, come sorrido sempre io in questi casi; ovvero, con una vena di tristezza…E’ un sentire complesso, in cui mi trovo spesso e volentieri calato, di fronte alle esperienze che apprendo  tra i miei “simili”. Sorridevo di tristezza, per una traduzione improvvisamente “olografica”, che stavo attuando delle informazioni elaborate dal mio cervello. Sorridevo di tristezza, perché vedevo improvvisamente creature interiormente scisse, e  completamente devastate, immerse nel tentativo, neppure troppo sincero, di curare la loro devastazione attraverso la presunta cura del mondo esterno. Non è terribile, eppure fantastico, come funzioni quell’ologramma che chiamiamo “realtà”?  Guardarsi dentro. Le persone devono imparare a capire quanto realmente accade nel mondo, ma al contempo imparare a scrutare a fondo nella propria anima. La scelta, è e resta quella tra la ricerca appassionata del proprio “fuoco interiore”, presso se stessi; e una forma più o meno grave di insulso narcisismo, da coltivare a “discapito” di altri.   Un abbraccio controcorrente David The Hurricane Di Bella

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine