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Il pugilato esiste ancora?

Creato il 07 ottobre 2011 da Federicomilitello
Il pugilato esiste ancora?
Oggi abbiamo assistito ad una delle pagine più tristi della storia della boxe. L'azzurro Domenico Valentino, campione iridato in carica della categoria 60 kg, ha disputato una brillante semifinale con l'ucraino Vasyl Lomachenko, nella quale è emersa una superiorità pugilistica incontrovertibile. Nella prima ripresa il 27enne di Marcianise si manteneva a distanza dall'avversario dell'Est Europa, andando a segno di rimessa con dei ganci destri puliti e stilisticamente impeccabili. Il rivale ucraino, al contrario, non si distingueva per lealtà sportiva, colpendo ripetutamente alla nuca il nostro rappresentante. L'arbitro, però, rimaneva incredibilmente a guardare. Al suono della campana Valentino conduceva appena per 4-3, quando almeno 2-3 punti di vantaggio erano apparsi nitidi. Nel secondo round, poi, accadeva qualcosa che poco ha a che vedere con lo sport. Nonostante continuassero imperterrite le scorrettezze di Lomachenko, il pugile campano subiva un warning per aver 'legato'. Nonostante ciò, tuttavia, l'atleta del Bel Paese continuava a macinare un pugilato d'alta scuola, scuotendo il capo del rivale con tre diretti destri di pregevole fattura. L'ucraino, dal proprio canto, tentava una reazione scomposta e basata esclusivamente sul corpo a corpo. Insomma, una ripresa da considerare leggermente a favore di Valentino o, al massimo, in parità. La giuria, invece, vedeva (chissà dove) un vantaggio per Lomachenko per 12-6 e, sul 15-10, il match era ormai segnato. A nulla valevano gli ultimi sforzi di un coraggioso ed ammirevole Valentino, il quale conduceva anche un terzo round di tutto rispetto. Morale: un vero esperto di boxe non avrebbe avuto dubbi nell'assegnare la vittoria all'azzurro con 5-6 punti di margine. E' avvenuto l'esatto contrario. Siccome negli ultimi anni non è la prima volta che accadono fatti di questo genere (ricordate gli Europei di Istanbul nel mese di giugno?), è lecito chiedersi se abbia ancora senso che il pugilato continui ad esistere non solo alle Olimpiadi ma anche come disciplina sportiva. Nel pugilato spesso i vincitori vengono decisi a tavolino molti mesi prima dell'evento vero e proprio. Emblematico il caso-Lomachenko: sconfitto negli ottavi di finale dal brasiliano Conceicao, il verdetto del ring è stato per la prima volta ribaltato in seguito ad un ricorso della Federazione ucraina: un evento mai accaduto nella storia della boxe, indizio inequivocabile di come il vincitore dell'oro sia già noto ancor prima della finale di domani. Inoltre non si fa nulla per venire a capo di situazioni vergognose e patetiche. Perché è stato eliminato il conteggio in tempo reale dell'assegnazione dei punti? Forse per favorire ulteriormente i 'giochetti' delle giurie corrotte?La verità è che questo non è più sport. Non contano più doti tecniche, sacrifici, allenamenti massacranti, forza di volontà ed ambizione. Così gli atleti vengono privati dei loro sogni, anche del più elementare e genuino, cioè puntare al trono mondiale combattendo ad armi pari e nelle medesime condizioni degli avversari. Ora, invece, allo sport si sono sostituiti gli interessi della politica. Ha senso parlare ancora di pugilato?
Federico Militello

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