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Il quarto uomo

Creato il 13 luglio 2011 da Einzige
Il quarto uomoGerard è un uomo abietto e meschino, eppure straordinariamente dotato di fascino e charme, obbediente unicamente ai dettami del suo spirito lascivo e libertino. ora si trova a Flessinga, località balneare dove conosce Christine, ammaliante direttrice di un salone di bellezza e vedova recente. ci finisce a letto e, da qui, inizierà per lui un incubo a occhi aperti
I.la donna-ragno
scopriamo quindi che Christine è la rappresentazione di quel concetto di donna che la chiesa cattolica (ma non solo) si è impegnata nei secoli a preservare, condizionando certa cultura occidentale e- sicuramente- buona parte di certa letteratura: la tentatrice. la rilettura (post-)moderna- e romanzata- di questa caratterizzazione non poteva esimersi dall’assommarle anche diversi altri aspetti tutti in egual modo riferibili all’archetipo della “mangiatrice di uomini” rampante, spietata e egoista: c’è, quindi, una traslazione iconica: la donna che assume i caratteri e i valori tradizionalmente associati alla figura maschile. non per niente, la nostra Christine è, anche fisicamente, estremamente androgina: seni appena accennati, capelli corti, zigomi affilati.
II.Maria
Il quarto uomol’altro lato della (stessa) medaglia è Maria, ovvero come la donna dovrebbe essere. lei è la dapprima sconcertante, quindi rasserenante visione che appare ricorrente nei sogni di Gerard, colei che gli indica la via per potersi salvare mentre il cammino si infittisce di pericoli. alla sua figura, peraltro, si possono riferire le sequenze più suggestive e disturbanti della pellicola, in una sorta di tensione fra sostanza e essenza suggerita solo in apparenza: Maria è l’infermiera, guarisce e accudisce i bisognosi. Maria (potremmo scomodare le lettura bibliche, ma non lo facciamo) è, simbolicamente, la mater benevola e onnipresente.
   III.Gerard Reve
il protagonista stanzia inquieto sul fondo del barile: è un relitto ripugnante abbandonato ai propri vizi e alle proprie meschinità, alcolizzato e bisessuale tuttavia profondamente, irrimediabilmente cattolico. sin dall’inizio è alla ricerca della via per la propria salvezza, o perlomeno sembra. ma il finale (tra l’altro: camera fissa su un crocifisso) annacqua grossolanamente qualsiasi lettura soteriologica riservata al suo personaggio: per lui c’è la salvezza, nel senso più prosaico di sopravvivenza, ma nessuna redenzione o riscatto.
Il quarto uomoIV.conclusioni (inno nichilista)
la visione della religione (solo suggerita) che traspare dall’opera ha a che fare, principalmente, con la violenza e il caos. la fede cristiana che il protagonista ostenta e a cui sembra così intimamente legato risulta, alla fine, essere solo un tentativo ordinatore (raziocinante), una forza che cerca di categorizzare qualcosa di dinamico (la vita stessa), un freno teso a contenere la sua altrimenti straripante libido. senza successo, ovviamente.
Il quarto uomo
titolo originale: De vierde manun film di Paul Verhoeven1983

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