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Il rating di legalità per le aziende virtuose

Creato il 13 maggio 2015 da Libera E Forte @liberaeforte

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Il professore di economia politica Leonardo Becchetti ci parla del rating di legalità, uno strumento “etico” per intervenire contro la corruzione in ambito economico e imprenditoriale; Becchetti parteciperà alla presentazione del volume di Giovanni Palladino “Governare bene sarà possibile. Come passare dal populismo al popolarismo”, nella giornata del Convegno “Sulle orme di chi ha servito” dedicata a don Luigi Sturzo, organizzata dall’associazione “Solidarietà Popolare” (Roma, 19 maggio 2015 presso la Sala Ecumenica del Convento San Sisto, piazzale Numa Pompilio)

La storia del rating di legalità è un primo promettente esempio di come l’azione sinergica di istituzioni, cittadini responsabili e imprese virtuose può rendere i valori un fattore competitivo nell’economia di mercato avvicinando la stessa al bene comune”: così l’economista Leonardo Becchetti in un articolo su Avvenire del 6 maggio (‘Aziende, rating legalità per rafforzare gli onesti‘).

Becchetti rileva l’importanza dei temi della legalità e della lotta alla corruzione, anche perché la questione che li riguarda “è uno degli elementi ostativi, forse il principale, alla ripresa costante e ampia degli investimenti in Italia”; inoltre, “illegalità e corruzione minano il successo della vita economica creando incertezza relativa ai diritti proprietari e generando una concorrenza sleale tra imprese ‘infiltrate’ e imprese ‘virtuose’”, avendo le prime accesso alla fonte di finanziamento “abbondante e a basso costo” che proviene dalle attività illecite. Un vantaggio che nei periodi di recessione si fa sentire ancora di più.

Per combattere corruzione e illegalità – continua Becchetti – non basta l’azione di una sola delle forze sane del Paese (istituzioni, cittadini, imprese) ma è necessaria un’azione congiunta di tutte realizzata con l’ausilio di meccanismi efficaci in grado di rovesciare lo svantaggio competitivo che le imprese sane hanno nei confronti delle imprese infiltrate”.

In questo senso il rating della legalità è una iniziativa importante. È stato lanciato con il decreto del 20 febbraio 2014 dai ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico e stabilisce i requisiti per l’assegnazione alle aziende di un rating da una a tre stelle, specificando le potenziali agevolazioni connesse: se per ottenere la prima stella è sufficiente non avere note negative, come condanne o azioni penali, per le altre due stelle occorre mostrare comportamenti virtuosi (“l’adozione di pratiche di responsabilità sociale d’impresa, l’adozione di modelli di prevenzione e contrasto alla corruzione e l’uso di sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per importi inferiori a quelli fissati dalla legge”); le premialità comprendono l’accesso a finanziamenti pubblici e bancari.

Il rating di legalità può apportare altri benefici alle imprese, come “una maggiore reputazione nei rapporti con altre aziende nella filiera produttiva che riduce i costi di transazione e una maggiore disponibilità a pagare dei cittadini attraverso il ‘voto col portafoglio’ (consumi e risparmi dei fondi d’investimento etici per imprese quotate)”. Per far crescere l’inizitiva, Becchetti propone inoltre di rafforzare la componente premiale.

Attualmente le imprese che hanno beneficiato del rating sono più di 450, mentre altre centinaia hanno già presentato la domanda. L’elenco di quelle che hanno ottenuto il riconoscimento è visionabile sul sito dell’Agcm.

MC


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