Reazioni al discorso pubblico di Mario Monti che da Fazio ha illustrato il suo pensiero e le modalità di intervento del governo tecnico per salvare l’Italia. Nulla da più fibrillazione dell’incertezza e gli italiani si affidano a coloro che dovrebbero trovare soluzioni mente i partiti tirano ognuno dalla propria parte.
La partita della crescita è importante e in questo momento siamo al regolamento dei conti tra le azioni fatte in passato e le decisioni politiche che segneranno il nostro futuro. In due mesi tutto è cambiato. L’Italia ha voltato pagina, e dopo gli annunci del governo tecnico che a breve farà un’iniziativa sulla Rai, che vive da mesi una crisi di ascolti e di bilancio e sul via libera alle liberalizzazioni, i partiti reagiscono.
Tensioni politiche del Pdl a cui non sono piaciuti i contenuti di Monti e l’immediato altolà, innanzitutto sul ruolo dell’esecutivo: “La Rai non è un problema del governo” . ”La Rai non è l’urgenza numero uno nella mia attività – ha detto Monti a “Che tempo che fa” a proposito di una possibile privatizzazione della tv pubblica -. E’ una forza del panorama civile e culturale italiano, è una forza che ha bisogno di passi in avanti. Mi dia qualche settimana e lei vedrà”. I rappresentanti della passata politica si scagliano contro il commissariamento della Rai e si lamentano. Sfoghi che hanno il sapore del rimpianto di quando potevano permettersi tutto, nascondendo tutto. Anche il Pd non è d’accordo sulla privatizzazione perchè è meglio avere un servizio pubblico. In ogni caso una decisione andrà presa entro marzo, perchè allora scadrà l’attuale Cda e se per allora non ci sarà una riforma il governo potrebbe decidere una specie di commissariamento transitorio che visto l’attuale stato di degrado del servizio pubblico non dispiacerebbe. Insomma il dibattito è acceso tra le due principali forze che sostengono il governo Monti mentre stiamo annaspando per la sopravvivenza e in Europa si gioca il nostro futuro. L’asse Berlino/Parigi si ricompatta. La tempesta finanziaria aumenta la paura del domani. Mario Monti sta per incontrare la storica coppia e vedremo se il suo garbato atteggiamento riuscirà a tener testa e se il nostro ruolo tornerà ad essere quello della terza potenza economica europea.L’Italia smetterà di inseguire le due super potenze e ritroverà una credibilità politica degna della fiducia europea? Rimane ancora molto lavoro politico da fare per costruire effettivamente la nuova Unione. Il problema non riguarda tanto i limiti che ancora sussistono negli strumenti concordati per affrontare l’emergenza dei debiti sovrani ma soprattutto sulla necessità di costruire, a breve termine un nuovo Patto di stabilità, una vera unione fiscale e una piena unione politica che garantirà la coesione futura. Si sta cambiando la visione generale europea e si deve andare verso una collettività, intraprendere la strada di un nuovo inizio di solidarietà perché senza risorse e capacità di governo europeo i progetti o rimangono in gran parte lettera morta oppure vengono piegati alle esigenze nazionali dei diversi paesi.
Il tempo stringe, se si vogliono salvare l’euro e il progetto europeo e rovesciare le attuali difficoltà trasformandole in una chance per un nuovo futuro di progresso. Chiunque creda in questi obiettivi deve impegnarsi a dar corpo alla nuova realtà europea.