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Il significato NON metaforico della Concordia

Creato il 18 settembre 2013 da Laperonza

 

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A parte il lato metaforico del “raddrizzamento” della concordia, piuttosto evidente se si pensa alla situazione del Paese che definire storta è eufemistico, ci sono aspetti della vicenda che sono emblematici del nostro modo di pensare e di come il potere, più o meno consciamente, riesca ad utilizzare situazioni a forte impatto popolare per variare gli umori dell’opinione pubblica.

Sentire Letta che parla, sempre indicando la Concordia, di “riscatto” italiano, assistere a dimostrazioni di giubilo di fronte a quella che è senz’altro una grande impresa da un punto di vista tecnico che però segue un’impresa nautica che ha causato la morte di 30, forse 32 persone, vedere il tifo da stadio di fronte alla carcassa di una nave che è stata la tomba di tanta povera gente che s’era affidata alla “tecnica” italiana, alla perizia dell’Italia nel gestire questo tipo di viaggi, stride, supera il ridicolo e diventa grottesco, scavalca le barriere della decenza e fa pensare ad una sorta di irrecuperabilità della nostra deriva sociale e culturale.

L’Italia ha molto lavoro da fare per riscattarsi, non basta rimettere dritta una nave che è stata messa così storta dal comportamento sconsiderato di un Italiano. Il riscatto dell’Italia non è soltanto nei confronti della tragedia del Giglio. L’Italia deve riscattarsi da anni di scene tragicomiche della nostra politica sul piano internazionale, da un’economia incapace di risollevarsi, da una classe dirigente fallita, come ha giustamente stigmatizzato il patron di Amplifon Moscetti a Ballarò, da un elettorato incapace di scegliere usando ragione e coscienza e non vecchi schemi ideologici.

Non c’è riscatto per un’Italia che non riesce a governarsi e si dimostra incapace di risollevarsi come, invece, stanno facendo quasi tutti i Paesi industrializzati. Non c’è riscatto per un’Italia la cui classe imprenditoriale ricatta lo Stato chiedendo benefici in cambio del mantenimento dei posti di lavoro. Non c’è riscatto per un’Italia in cui il 25% degli elettori, nonostante gli scandali e la dimostrazione del comportamento criminale di Berlusconi, si dice disposta a votarlo ancora. Non c’è riscatto per un’Italia che continua a bersi la favola dell’Imu abrogata senza accorgersi che la ripagherà con gli interessi ma con un altro nome. Non c’è riscatto per un’Italia che invoca il respingimento in mare degli immigrati e poi va a fare la Comunione in Chiesa. Non c’è riscatto per un’Italia instupidita davanti al televisore a guardare le immagini della Concordia raddrizzata, plaudente mentre tutto intorno crolla, si sbriciola lasciando ben poco da riscattare.

Luca Craia

 


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